Se scrivi a Capodanno, scrivi tutto l’anno.


PENSIERI CONFUSI DOPO LA NOTTE PIÙ ATTESA DELL’ANNO


The day after.

Un anno fa, il primo gennaio 2017, ho pubblicato sul mio profilo Facebook un quadro di Edvard Munch intitolato “The day After”. L’opera è perfetta per descrivere il mio stato psicofisico il giorno dopo la notte conosciuta come quella più lunga e intensa dell’anno. La cosa che mi ha sempre colpito è che si tratta di un concentrato di ore in cui la più alta percentuale di persone si ritrova a pensare all’anno passato e a quello appena iniziato.

Il tutto è ovviamente accompagnato da una scia di tradizioni e rituali, gesti che raggruppano amici, parenti o a volte anche sconosciuti. Tutti abbiamo visti i film dove le anime gemelle si incontrano sotto il vischio o la compagnia di sempre si riesce ad incontrare solo nella magica notte di San Silvestro.

The day after
1894-1895

Cambiamenti invocati & buoni propositi.

In questi anni di cosciente follia e joie de vivre, la sera prima di questa nuova mezzanotte ho pensato a tutte quelle cose che non mi ero andate bene. Tutte le cose che avrei voluto allontanare da me. Ho bruciato bigliettini contenenti gli stronzi, la cellulite e i chili di troppo, piacevolmente stupita nello scoprire che il fuoco, una volta spento, avesse portato via qualcosa. Lascio a voi il beneficio del dubbio. Ho disperso buoni propositi in una qualche città del nord Italia qualche ora dopo averli formulati. Fondamentalmente, ho fatto tutti i tentativi possibili per scongiurare il ritorno di ciò che credevo mi avesse penalizzato e ho invocato qualsiasi cambiamento ritenessi rivoluzionario e positivo.

A proposito di ansia da Capodanno e vita di stenti, io ho passato la mia notte magica a Porto e i giorni a seguire saranno impregnati di saudade. In questo 2018 però niente progetti, solo braccia aperte verso l’inesorabile scorrere della vita. ok, forse la laurea la posso mettere nella wishlist.


La malinconia.

‘The love that remains’: una maledizione.

La cosa che però adoro è quel mix costante e diffuso di malinconia e di aspettativa per quello che abbiamo alle spalle o che il futuro custodisce. Non so come sia consuetudine passare il primo gennaio: per me è quasi un giorno-non-giorno. Non riesco a programmare nulla di socialmente utile nelle ore di luce e passo la prima parte della giornata a recuperare le ore di sonno.

La restante fetta di tempo si divide tra racconti epici della notte appena trascorsa, il cibo da ingerire per l’ennesima volta in questo tour de force (o de nourriture) che sono le vacanze natalizie e le domande da porre ai compagni di avventura per colmare i vuoti da amnesia. Nonostante il notevole impegno richiesto, la mente continua a correre sui binari dei ricordi. La nostalgia, anche se velata, controlla tutte le emozioni.

Quello che però riesce a darmi la scossa è quando passano tra i miei film mentali le clip video di quelle cose che ho fatto durante il 2017 e che durante il 2018 continuerò a fare, gonfiandomi di estasi. Questa per me è una di quelle ed è il miglior augurio che si possa fare ad ogni persona. Ciò che fai a Capodanno, lo fai tutto l’anno.

Buon 2018 a tutti!


Elisa Carioni.

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