“Sbloccate SSM20” il grido di protesta dei giovani medici

Lunedì 7 dicembre in Piazza Duomo, a Siena, diversi giovani hanno manifestato contemporaneamente ad altri a Roma e tante altre città del paese con lo slogan “SBLOCCATE SSM20“. La maggior parte sono giovani, soprannominati i camici grigi, scesi in piazza per sbloccare le assegnazioni del concorso di specializzazione di medicina, ma non è solo questa la loro richiesta.

Ho avuto il piacere di poter parlare con Silvia e Nicola, due dei ragazzi che hanno guidato il flash mob a Siena, per poter capire con loro quale fosse il motivo per cui, negli ultimi giorni, molti giovani laureati in medicina si sono riversati in piazza.


Buonasera. Volete presentarvi?

S : Io mi chiamo Silvia Artusa, mi sono laureata a luglio a Siena e sto aspettando da mesi come altri 24 mila medici di sapere cosa sarà del mio futuro, in particolare se e dove potrò continuare il mio percorso di formazione. Nel frattempo ho fatto guardie mediche, sostituzioni di medici di medicina generale e ora sto lavorando nella USCA ovvero come guardia medica che si occupa dei pazienti Covid sul territorio. Ho operato in Link Siena, l’associazione studentesca dell’università, occupandomi principalmente dell’area medica. Adesso come Nicola faccio parte dell’associazione “Chi si cura di te”

N : Io sono Nicola Pelusi. Ho studiato a Padova ma vengo dal Lago Di Como. Sono a Siena per il corso di formazione in medicina generale, in parole più semplici, una sorta di scuola di specializzazione per diventare medico di famiglia. Nell’ultimo anno ho lavorato come guardia medica principalmente in Lombardia. Faccio parte anche io dell’associazione “Chi si cura di te”.

“Sbloccate SSM20” il grido di protesta dei giovani medici

Entrambi mi avete detto di far parte di “Chi si cura di te” : chi comprende questa associazione?

N : Chi si cura di te è un coordinamento del post laurea medico. Comprende i neolaureati, i così detti camici grigi (tutti quei medici abilitati che non rientrano in un percorso di formazione post laurea), i medici in un percorso di formazione post laurea e infine anche quei medici che pur avendo terminato il loro percorso di formazione hanno ancora un ruolo precario all’interno del servizio sanitario nazionale, penso quindi a quei medici che continuano a lavorare sul territorio ma anche a quei medici che lavorano  all’ospedale a gettone o a partita Iva.


Quali obiettivi si pone “Chi si cura di te?”

N : Lo scopo dell’associazione è duplice. In primo luogo vuole tutelare i diritti delle categorie appena elencate : si pone l’obiettivo di andare a superare la frammentazione del post laurea medico in Italia. Spesso infatti vengono concepiti come singole categorie in competizione tra loro e il tentativo dell’associazione è quello di ricomporre la frammentazione. In secondo luogo cerca di tutelare la salute intesa come diritto universale da garantire.


Passiamo ora a parlare del flash mob di protesta che si è tenuto il 7 dicembre in piazza Duomo a Siena e che ha visto molte città d’Italia riempirsi di giovani. Perché dopo che vi siete mobilitati anche in primavera e d’estate siete nuovamente scesi a manifestare?

S : Parto da alcune premesse per permettervi di capire meglio il nostro punto di vista. Abbiamo fatto il concorso nazionale il 22 settembre, eravamo 24 mila partecipanti per 14 mila borse. Già da questo possiamo capire come ci sia qualcosa che non va, in quanto, considerando che in Italia senza conseguire la specializzazione, il medico non può lavorare nel servizio sanitario nazionale. Il 5 ottobre sarebbe dovuta uscire la graduatoria definitiva e il 12 ottobre le assegnazioni.

Qual è la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

S : Questo bando è stato scritto in maniera attaccabile dal ministero dell’università, tanto che i problemi sono nati addirittura prima del concorso : ad esempio sono stati fatti ricorsi da chi era stato escluso in partenza (corsisti mmg), da chi si è visto togliere dei punti ancor prima di fare il concorso e parliamo quindi degli specializzandi che già avevano la borsa. Questo ha portato a diversi posticipi fino all’ultimo che è stato il 3 dicembre, giorno in cui avremmo dovuto finalmente ricevere le assegnazioni in una graduatoria ancora provvisoria.

Abbiamo aspettato tutto il giorno, con ansia, l’uscita di queste assegnazioni che ovviamente non ci sono state. Alle 7 di sera è uscita una nota del ministero con video del ministro che diceva, non solo che le assegnazioni non ci sarebbero state ma, che prima del 15 di dicembre non sarebbero uscite, ritrovandoci così a 15 giorni dalla presunta presa di servizio. Da bando infatti dovremmo entrare in scuola di specializzazione il 30 di dicembre e questo vuole dire per molti di noi anche spostarsi a grande distanza dalla città in cui viviamo adesso per prendere servizio, e tutto questo in piena pandemia.


Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. So che ci sono anche altri motivi che vi hanno spinto a manifestare, è così?

S : Assolutamente; questo purtroppo non è l’unico motivo. Nella situazione  di pandemia e di emergenza sanitaria in cui viviamo da mesi è assurdo pensare che ci sono 24 mila giovani medici bloccati e impossibilitati di entrare nei reparti dove da mesi si sente dire che manca personale.


Da chi è stata organizzata la manifestazione? Voi che ruolo avete ricoperto?

S : A Siena è stata organizzata da Link e da “chi si cura di te” che da sempre ha cercato di dar voce alle problematiche legate alla questione dell’imbuto formativo cioè della difficoltà di entrare alla facoltà di medicina e chirurgia essendoci ormai da tanti anni il numero chiuso che poi ritroviamo purtroppo anche nel momento in cui siamo laureati e vogliamo specializzarci. Io e Nicola abbiamo cercato di guidare questo flash mob a cui teniamo particolarmente e al quale hanno partecipato come singoli tanti colleghi e colleghe che girano intorno alla nostra associazione ma non solo.

“Sbloccate SSM20”

Quali sono le vostre richieste? Come chiedete che vengano i risolti i problemi per cui state lottando?

N : Per la risoluzione nell’immediato del problema del concorso chiediamo che si smetta di perdere tempo e che si abbiano quanto prima le assegnazioni per queste persone che stanno aspettando.

Che venga emessa una circolare dal ministero che preveda che i primi 15 giorni di servizio siano effettuati a distanza permettendo alle persone di trasferirsi potenzialmente anche dall’altra parte d’Italia, non dico in maniera agevole, ma il meno traumatica possibile.

Che venga previsto per queste persone un indennizzo a richiesta che aiuti a supportare economicamente il trasferimento senza nessun preavviso.

Chiediamo anche una serie di soluzioni per evitare che ciò possa accadere di nuovo. Quindi che si vada a  risolvere a partire dal prossimo concorso la questione dell’imbuto formativo, ovvero, che vengano stanziate tante borse tante quante sono le persone che hanno diritto di partecipare al concorso per le scuole di specializzazione. Da quel momento in poi che il numero di borse sia pari al numero di laureati e laureate. Di conseguenza pretendiamo che ci sia un allargamento della rette formativa in modo da essere in grado di aumentare questi posti senza che ciò vada a discapito della qualità formativa del percorso di specializzazione.

Chiediamo una revisione della figura lavorativa del medico in formazione specialistica. Questo perché al momento i medici sono inquadrati come studenti e studentesse con compiti però lavorativi : infatti quando si parla di doveri sono quelli di un lavoratore ma quando si parla di diritti i giovani non ne hanno. Vorremmo fossero garantite ai medici in formazione tutti i diritti di un normale lavoratore. Ad oggi un medico che si sta specializzando deve essere tutti i giorni in ospedale a orari non decisi da lui personalmente e spesso si ritrovano a svolgere il lavoro di un medico anche più di quello che il contratto prevederebbe.

Quando si parla di diritti non ci sono : non si ha la malattia, non si hanno ferie vere, non si hanno riconosciuti gli straordinari, non hanno ne il diritto di sciopero ne diritto di sindacalizzazione e questo ci indebolisce nel momento in cui vogliamo portare avanti delle rivendicazioni. I medici specializzandi si trovano così a lavorare in condizioni di precariato e sfruttamento

"Sbloccate SSM20" il grido di protesta dei giovani medici

“Sbloccate SSM20”

Siete positivi verso il futuro? Credete che la situazione rimarrà così ancora per un po’ o siete fiduciosi che possa cambiare in meglio a breve?

S : Quest’anno mi sono sentita calpestata come figura professionale, non tutelata e dimenticata. Il primo pensiero che mi viene in mente non è positivo in quanto sembra che contiamo molto poco agli occhi delle istituzioni.

Ho visto però la volontà nei miei colleghi di farci sentire che non è scontato. È scesa in piazza tanta gente cosa che non mi aspettavo. Continuano le manifestazioni : oggi Palermo e Bari sono scese in piazza. C’è la voglia di cambiamento.

Paradossalmente la pandemia ha avuto qualche risvolto positivo, almeno su questo argomento. I singoli cittadini si sono resi conto di quanto i tagli alla sanità fatti nell’ultimo periodo abbiano reso fragile il nostro servizio sanitario nazionale. Le persone si sono molto più sensibilizzate su questo tema. Il problema delle borse di specializzazione non è più solo nostro ma riguarda tutti specialmente oggi.

N : Io sono ottimista, un po’ per i motivi che ha detto Silvia un po’ perché come camici grigi siamo pronti allo sciopero, a incrociare le braccia. Mai si sono riconosciuti come una categoria unita e hanno incrociato le braccia per sostenere i loro diritti. Mi sento però di dire che solo la lotta paga e che quindi si può essere ottimisti fin tanto che si rimane uniti e procediamo tutti verso lo stesso obiettivo.

“Sbloccate SSM20” il grido di protesta

Martedì 15 dicembre Silvia, Nicola e tutti i giovani medici torneranno nuovamente in piazza alle ore 15 per farsi sentire ancora, questa volta in Piazza Salimbeni.

La manifestazione non si terrà solamente a Siena ma in contemporanea anche a Pisa, Trieste e Roma in attesa che finalmente vengano presi i dovuti provvedimenti a questa situazione.

Sbloccate SSM20

Alice Muti Pizzetti

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