Sarabanda (programma televisivo)

sarabanda s. f. [dallo spagn. zarabanda, d’incerta origine]

A

[art] Per Sarabanda si vuole intendere un tipo di danza, o aria di danza, di origine orientale, le cui notizie risalgono fin dal sedicesimo secolo, in Spagna (vd. OLÈ). Si tratta di una danza il cui movimento, storicamente, aveva un ritmo allegro, fino a diventare grave, lento. Sicché, non dovrebbe dunque sorgere alcun problema nel praticare una simile danza, a meno che tu non sia Fantozzi (vd. CRANIATA PAZZESCA).

B

[tele] Forse richiamandosi alla danza, o forse no (vd. ESATTO), Sarabanda è anche il titolo di un celebre programma televisivo, nato come varietà musicale, e cresciuto come quiz musicale, e finito come un aborto, un conniubo improbabile tra i due generi (vd. SEEEEE). Condotto da Enrico Papi nella stragrande maggioranza delle stagioni televisive dall’8 settembre 1997 fino al 27 giugno 2017 (con la sola edizione del 2009, condotta da Teo Mammuccari e Belen Rodriguez, senza successo), Sarabanda era praticamente la versione comica di Avanti un altro, oltre che il suo potenziale “padre” (vd. DICAA?!). Non a caso, come i quiz televisivi “seri” (vd. DOTTOR SCOTTI!), Sarabanda ha coperto la fascia pre e post-telegiornale, quasi ogni giorno, diventando con l’ultima puntata del 27 giugno 2017 il più duraturo programma quiz di tipo musicale della storia della televisione italiana (vd. SEEEEEE – 2).

B1

[tele] Come accennato prima, Sarabanda nacque nel 1997 come varietà a sfondo musicale, con tanto di telefonate in diretta e dediche stile Non è la Rai (vd. AMBRA E GIANNI), e con tanto di figuranti e coristi molto “reattivi” (vd. DIGNITÀ?). Il sistema fu fallimentare. Successivamente, ispirandosi stavolta al Musichiere di Mario Riva e al Name That Tune di Harry Salter (vd. PLAGIO?), Sarabanda divenne Sarabamba. Costruito su una serie di giochi a eliminazione tra i tre-quattro-cinque giocatori (il numero cambiava a seconda della stagione), essi dovevano rispondere alle domande sotto forma di ascolto lampo di un brano musicato in MIDI o proposto in MP3 (vd. SEI ESTROSOH). Il sistema fu fallimentare, per gli altri programmi però: Striscia la Notizia si lamentò per il suo share “attaccato” dalla fama del programma (vd. BESOOGHI), e a lui si seguirono altri, compreso il TG stesso (vd. TRICHETRICHETRICHETRA). Nonostante i cambi di fascia oraria, Sarabanda divenne un cult, soprattutto per i suoi giochi, i suoi personaggi e le scenette comiche (vd. SEEEEE – 3).

B2

[tele] Diversissimi furono i giochi proposti sia nella versione ufficiale di Sarabanda sia negli special televisivi. Il primo in assoluto fu Canzone in Maschera, in cui la canzone veniva modificata per far impazzire prima il concorrente; venne subito rimpiazzato da Fuori uno, in cui si eliminava il concorrente sfortunato col Campione di turno (vd. DAJE OMO GATTO!). A sua volta Fuori uno venne rimpiazzato da Spaccasecondo, in cui i concorrenti dovevano indovinare due motivi in cinque secondi per ciascuno. (vd. TIRAMISU‘) A sua volta Spaccasecondo venne rimpiazzato da Countdown, con tre motivi da indovinare entro novanta secondi ininterrompibili, e così anche per quest’ultimo con Pentagramma, praticamente la versione Sarabanda (vd. LA BAMBA) della frase/sintagma della Ruota della Fortuna (vd. ALLEGRIA!). Altri giochi minori furono Gong, un cerca-e-trova del disegno del gong tra le caselle della grafica, e Asta musicale, un’acquisizione continua o “tirchiadi note per indovinare la canzone (vd. LA INDOVINO CON UNA). Quelli che divennero celebri furono il Sessanta Secondi, ovvero l’indovinare quanti più motivi possibili entro il minuto e senza impazzire o fare figuracce (vd. OMO TIGRE!) e il 7×30, ovvero sette motivi in trenta secondi, il gioco finale dove si scontrarono tutti i personaggi leggendari dello show (vd. FRAGOLONE), o dove arrivarono al pareggio per poi affrontarsi nello Spareggio (vd. CIPOLLINA) e nello Spareggione (vd. CAROTINA).

B3

[tele] “Figlio del Musichiere, fratello del Karaoke di Fiorello, padre di Avanti un altro, nonno del trash italiano, Sarabanda divenne con la sua seconda versione un monstrum pericoloso perfino per Studio Aperto, quasi cancellato per colpa degli ascolti di questi. Complici furono sia il montepremi mastodontico (quasi due miliardi di lire al suo acme) sia i personaggi di Pikachu, Uomo Tigre, Uomo Gatto, Tiramisù, Fragolone, Ciuri Ciuri, Testina, Max, Allegria, Coccinella, Matrioska, Piripicchio, Avvocheto e altri ancora. Inutile dire come il programma, trovata la formula di successo, arrivò a presentarsi in tutte le paste: match tra Campioni, con toni epici e eroici; speciali natalizi e di fine anno; versioni junior, con tanto di montepremi farlocco (borse, giochi, mica miliardi!); le sfide canore, in gruppo, o peggio in versione wrestling, in particolare tra i concorrenti mascherati. Addirittura venne proposto uno spin-off a spezzoni sulla vita da Campione dell’Uomo Gatto, Sarabanda – Uomo Gatto Story. Il punto è che questa voce è alquanto inutile da descrivere, perché specie questo programma (come pochi dell’Enciclopedia) dovrebbe essere vissuto, visionato, come spettatori totalmente ingenui della follia di Enrico Papi, all’epoca ex paparazzo e redattore di cronaca rosa col pallino per il piano e per il “bianco”, e delle sue battute storiche. Semmai, come tutte le cose belle, doveva rimanere allocata ai suoi tempi, agli anni Novanta-Duemila, e non fatta rivivere, come invece è accaduto con la versione del 2017, talmente trash che la stessa sigla è in realtà una canzone fatta ad hoc di Enrico Papi e commentata pure da Vittorio Sgarbi. E menomale che è durata poco.” (cit. Babb & Mink, 2018)

C

[est.] Oltre alla danza, Sarabanda indica anche una successione rapida e disordinata di cose o elementi fra loro diversi, in genere accompagnata da forte rumore. È interessante come un termine alquanto aulico e antico possa coincere perfettamente con gli sviluppi e con i risultati di un programma di Papi Papi (vd. MOOOSECAAAA)

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