Beethoven protagonista di una serie di imperdibili concerti
Se parlare di musica è sempre una sinestesia poco riuscita, raccontare l’esperienza di un concerto lo è ancora di più. A maggior ragione se in realtà i concerti in questione sono due, organizzata dall’Accademia Chigiana. Giovedì 5 e Venerdì 6 Dicembre si è dato infatti inizio al ciclo “Roll over Beethoven”, che celebra, in vista del 2020, i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven.
Lo stesso titolo del ciclo di concerti è rappresentativo della freschezza con cui lo si vuole ricordare. Si tratta di una citazione ironica dell’omonima canzone di Chuck Berry resa famosa dai Beatles. Con essa, infatti, l’autore rivendica il pianoforte, occupato dalla sorella per l’esecuzione di brani classici, per esercitare e scrivere i suoi pezzi di rock and roll.
Non a caso, la particolarità dell’evocazione sta nell’affidare l’esecuzione delle grandi opere beethoveniane a musicisti giovani. In particolare, a solisti ed ensemble cameristici provenienti da corsi di alto perfezionamento della stessa Chigiana.
I QUARTETTI PER ARCHI
I Quartetti per archi che Beethoven compose sono complessivamente sedici, se non si considera la mastodontica Grande Fuga. Nata con l’intenzione di costituire il finale dell’opera 133 (il quindicesimo in linea “storica”), assunse autonomia per la sua lunghezza e per la tiepida accoglienza del pubblico dell’epoca.
Si distinguono i primi sei, confluenti nell’opera 18, che scrisse tra il 1798 e il 1800, influenzato da Haydn e Mozart. Un secondo gruppo, raggruppati nell’opera 59, l’opera 74 e l’opera 95 (per un totale di quattro quartetti del periodo maturo) e gli ultimi sei, scritti tra il 1822 e il 1826.
I tre periodi non seguono solo anagraficamente la vita del compositore, ma ne delineano il profilo artistico, che dalla produzione giovanile attraversa il periodo della prima maturità fino ai tardi capolavori, culminanti appunto nella Grande Fuga.
Il programma delle due serate non segue il rettilineo cronologico delle composizioni, bensì si snoda e alterna le opere dei tre periodi, preannunciando un andamento simile per le serate concertistiche che seguiranno e completeranno l’ “Integrale dei quartetti”, rispettivamente i prossimi 6 e 7 Febbraio e 19 e 20 Marzo.
I PROTAGONISTI
La responsabilità della prima serata è ricaduta sul Quartetto Nous, formatosi nel 2011. Costituito da Tiziano Baviera e Alberto Franchin (violini), Sara Dambruoso (viola) e Tommaso Tesini (violoncello), nel 2015 si aggiudica il Premio Farulli, assegnato alla migliore formazione cameristica emergente nell’anno in corso.
Tale merito, unito alle molte collaborazioni estere e trasversali con compagnie teatrali e di danza, lo rende una delle realtà musicali più interessanti del panorama musicale, di cui l’Accademia Chigiana è attenta selezionatrice.
Sarebbe scontato dilungarsi sull’incanto che tali quartetti, interpretati dalla professionalità e dalla maestria di un quartetto quale il Nous, suscita alle orecchie dell’ascoltatore. E sarebbe inutile racchiudere in poche frasi come la potenza sublime della musica riesca a incardinare un preciso spazio temporale, traslandolo, riversandosi a plasmare le menti e l’animo umano.
Per questo, vi rimandiamo ai prossimi appuntamenti: quelli del 14 e 15 Dicembre, presso il Teatro dei Rozzi, in cui si eseguirà l’ “Integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven”. Buon ascolto!
Elisa Agostinelli