Teatro

Rinnovati: riapre la stagione di prosa. Fischi per un Don Chisciotte ‘social’

La nuova stagione di prosa ha ufficialmente riaperto i battenti questo weekend, ospitando ai Rinnovati un curioso studio-rivisitazione del Don Chisciotte, interpretato da Stefano Fresi e Alessandro Benvenuti.

Mentre il ‘’quasi tutto esaurito’’ si accinge a prendere posto sui palchi e in platea, la luce del teatro ancora alta e fissa permette di osservare l’allestimento di scena. Non c’è la protezione del sipario, non c’è nessun effetto sorpresa: lo spettacolo comincia quando lo spettatore fa il primo passo all’interno della sala. Più precisamente, quando si rende conto che ha davanti a sé Alessandro Benvenuti che dorme nascosto in un angolo del palco.

L’uso della tecnologia è già da subito palesato: una telecamera proietta sul fondo del palco buona parte del teatro e di quel fermento tipico che muove tutti prima che si abbassino le luci.

La scena riproduce l’interno di un garage ben allestito. Una tastiera, un sacco da boxe appeso al soffitto, un letto e una saracinesca che viene ripetutamente aperta e chiusa e presa a botte in ogni sussulto di quei numerosi climax, forse dispensabili.


LA TRAMA

Sebbene i due attori fossero fontane zampillanti di parole e discorsi incessanti, la trama della rappresentazione è riducibile a pochi elementi.

Benvenuti incarna un particolare Don Chisciotte dei nostri giorni. Un uomo che, attraverso il linguaggio della fisica e della scienza, spiega con frenetica preoccupazione al suo Sancio (Stefano Fresi) di come il governo e i potenti si prendano gioco degli esseri umani più poveri.

Animato e ispirato dalla figura del personaggio di Cervantes, l’attore fiorentino diventa un eroe del giorno d’oggi. Sfruttando le armi che il nuovo millennio ci ha ‘’generosamente’’ offerto, i social network, diffonde i propri ideali cavallereschi nella speranza di reclutare seguaci e salvare l’umanità dall’autodistruzione.

Egli è infatti convinto che gli esseri umani abbiano perso la speranza nei propri sogni e nell’immaginazione, creando così un pericoloso ‘’sgonfiamento’’ dell’universo che sancirebbe la fine della nostra specie.

Molti sono i concetti scientifici che vengono presentati con intelligenza e simpatia, prima che il protagonista intuisca che solo l’amore, in verità, può essere la salvezza del mondo.

Invita allora il ‘’popolo social’’ ad innamorarsi di donne non ricche, emarginate ed escluse, facendo leva su una povertà prettamente economica. A questo punto viene colta l’occasione per sottolineare una nuova forma di emarginazione, molto vicina ai tempi che corrono oggi. Infatti, è un uomo transessuale a dichiarare per primo via Web la propria ammirazione al nostro Don Chisciotte. Questo suscita ovviamente lo scandalo dell’aiutante Fresi, più materialista, e del resto della società che lo circonda.


DON CHISCIOTTE CI PARLA ANCORA?

Non ci sono attimi di silenzio, non esistono i respiri delle pause. I pochi che sono concessi servono a riprendere disperatamente fiato e riordinare i concetti appena mitragliati dalle bocche dei due.

Lo spettacolo è veloce, ma non è dinamico.

La comicità dei due personaggi, le due bellissime voci sprecate quasi sempre sugli stessi toni alti e forti, il mimo caricaturale, il botta-risposta dal ritmo sempre più incalzante, creano non pochi cali di attenzione.

A fine spettacolo però, ecco la scrematura che solo la mente fredda può attuare. Ci si rende conto che tutto quello che appare superfluo viene tralasciato in favore dei valori per cui Don Chisciotte lotta con coraggiosa caparbia.

Grazie a Benvenuti e Fresi percepiamo inevitabilmente – nonostante la disperata comicità- tutti gli stereotipi, le illusioni e le battaglie che fanno parte del nostro quotidiano.

È una sorta di tacita denuncia ai tempi che corrono, questo spettacolo, proprio come doveva esserlo il romanzo di Cervantes nel Seicento. Una sorta di messa in scena tragicomica in cui il materialismo e la superficialità minacciano e deridono i pochi valori che rimangono in vita dentro i cuori di alcuni eterni sconfitti.

Da vedere, per cogliere il senso più profondo che non sempre è palesato. Ed è proprio questo, il bello.

Lo spettacolo si conclude con una specie di pasta vocale, in cui vengono proiettati sullo sfondo del palco i video di utenti Facebook che recitano a memoria gli ideali appresi dal protagonista.

Al termine, nonostante qualche scioccante ‘’buu’’, Benvenuti ha preso parola per ringraziare di cuore Siena, città che gli ha regalato non pochi travagli emotivi durante questo weekend.


Veronica Saglimbeni

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