Puntata 9: il congresso di Livorno

103 anni fa, il 21 gennaio del 1921, di venerdì, una nutrita folla uscì dal teatro Goldoni di Livorno intonando il canto dell’Internazionale. Quella massa stava materialmente lasciando il XVII congresso del Partito socialista italiano, e nel compiere questo gesto sancì la fine dell’unitarietà del movimento proletario italiano, che si divise tra riformisti (i cosiddetti minimalisti o gradualisti che mantennero il nome di socialisti) e rivoluzionari (massimalisti e fondatori del Partito Comunista italiano), solo la prima di una lunga trafila di scissioni che notoriamente affliggono la sinistra nostrana.

Questa traumatica separazione nacque in un contesto storico ben preciso del nostro paese, un periodo conflittuale e molto aspro. Si era da poco concluso il “biennio rosso” (1919-1920), due anni di feroci scontri tra lavoratori (operai e contadini), desiderosi di maggiori diritti e concessioni, e le forze dell’ordine coadiuvate da militanti di estrema destra (spesso reduci della grande guerra), assoldati dall’alta borghesia italiana, tra occupazioni, pestaggi e fuoco sulle folle, l’Italia sembrava essere diventata uno stato sull’orlo della rivoluzione, ma il PSI fu incapace di cogliere la palla al balzo e di soffiare sul fuoco bolscevico, preferendo lasciare la direzione delle rivolte ai sindacati, che assunsero un formato gradualista.  In aggiunta a questo quadro i nazionalisti e militanti di destra si erano riuniti, sotto la guida di Benito Mussolini, nei Fasci di combattimento, movimento politico che vide la luce nel 1919 a Milano e che si opponeva fortemente al movimento socialista e le sue rivendicazioni in tutte le sue forme.

Così in una cornice già fortemente destabilizzata, il secondo congresso dell’internazionale comunista (comintern) aveva sancito dei rigidi parametri di ammissione dei partiti al suo interno, in 21 punti aveva dichiarato l’estraneità degli esponenti riformisti, che dovevano essere cacciati dai partiti che si sarebbero affiliati al comunismo. Il PSI era parte del Comintern dal 1919 e sembrava solo questione di tempo per una regolazione di conti tra i riformisti e i rivoluzionari. Ma non fu così: molti esponenti massimalisti (ma più moderati) temevano che la cacciata di figure come Turati, Treves o D’aragona, riformisti ma molto seguiti dal mondo operaio, potesse portare a un calo del partito in termini di popolarità. Così in un crescendo di discussioni e dibattiti, una larga maggioranza decise per il perseguimento degli obiettivi socialisti in un partito unitario (che aggregasse massimalisti e minimalisti), mentre una comunque larga minoranza si diede all’aventino e decise per la cesura.

I nuovi comunisti se ne andarano e scelsero il vicino teatro San Marco, sempre a Livorno, per dare vita al primo congresso comunista Italiano. Tutto ciò che venne dopo è storia, ma così tutto ebbe inizio.


Il podcast “A costruire un mondo nuovo. Giovani comunisti verso Livorno (e verso Mosca)”ricostruisce e racconta i percorsi di viaggio verso Livorno, ma anche i percorsi di vita e politici, di alcuni dei giovani protagonisti del momento fondativo del Partito comunista d’Italia avvenuto con il congresso svoltosi al teatro San Marco di Livorno nel 1921.
Questo podcast è stato prodotto nell’ambito di un progetto della Fondazione Enrico Berlinguer in partenariato con la Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci di Ghilarza e il Centro Servizi Culturali (CSC) di Carbonia della Società Umanitaria, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri, Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali.
La direzione scientifica dell’intero progetto è di Luciano Marrocu, storico dell’età contemporanea.
I testi sono stati elaborati dagli storici dell’età contemporanea Valeria Deplano, Luciano Marrocu e Alessandro Pes. Serena Schiffini ha curato la regia e il coordinamento della produzione. Le voci sono di Elio Turno Arthemalle, Michela Atzeni e Leonardo Tomasi. La realizzazione è di Quarantacinque Audiolibri & Doppiaggio di Michela Atzeni. La grafica è di Gabriele Calvisi.

  • Puntata I A Mosca, a Mosca
  • Puntata II Il viaggio di Umberto Terracini
  • Puntata III Teresa Noce
  • Puntata IV Luigi Polano
  • Puntata V Jules Humbert-Droz. Da pastore di Dio a rivoluzionario di professione
  • Puntata VI Giuseppe Berti
  • Puntata VII Rita Montagnana
  • Puntata VIII Luigi Longo
  • Puntata IX il congresso di Livorno

DISCLAIMER: podcast prodotto da Raduni in collaborazione con la Fondazione Enrico Berlinguer e il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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