POST IT – WHO ARE YOU? @Jackie

@Jackie

 

Notte.

 

Non riesco a dormire e per quanto chiami Morfeo, strizzando gli occhi fino a farmi male, lui se ne frega. Se ne frega come molti altri, là fuori. In fondo non fa nulla di diverso. Tanto lo so che è uguale agli altri e solo quando, a occhi fissi sul soffitto, mi accorgerò di non desiderarlo più, allora, solo allora, verrà a prendermi, di nascosto, sogghignando: che bastardo.

Sogno.

 

Ci sei tu. Tu? Ma io non ti conosco più. Da quanto tempo eri qui? Aspettavi me? Non mi rispondi, fai parlare i tuoi grandi occhi verdi. Ah, quante volte mi son specchiata dentro i tuoi occhi, dentro te. Che strano averti così vicino, dopo tanto tempo. Mi abbracci, all’improvviso. E sei casa, come sempre. Ma come fai?

 

Mi sveglio. Morfeo, ti stai prendendo gioco di me?

 

Cammino, corro. Mi trovo a respirare la vita lontana km da te. Le nostre vite che, ad un certo punto, si son divise.

Inaspettatamente, aggiungerei.

“Ovviamente” diresti tu, con il tuo insopportabile sorriso. Pensi ancora di avere il mondo in tasca, quanto t’invidio.

Tu che hai sempre saputo che, in fondo, tornare da me sarebbe sempre stato facile. Perché le mie braccia sono sempre state per te riparo, per me sofferenza e attesa. Per te sempre e comunque amore. Per me di più.

Cosa c’è più dell’amore, voi mi chiederete.

Io so solo che Jackie è di più.

 

Ci risiamo. La strega e il diamante. Mannarì, ma come stiamo messi?

 

Mi abbracci forte e stringo gli occhi, affinchè Morfeo non mi faccia tornare.

Voglio stare qui, consapevole dell’illusione che sei.

“Ti sogno ancora” – mi sussurri.

“Ti sogno sempre” – ti dico.

“Io e te…” – abbozzi.

“Tanto poi svanisce” – ti tranquillizzo.

 

Forse quel filo esiste davvero, quello che, beffardo almeno quanto la morte, ha già deciso per noi chi sarà a non farci dormire. In un senso, o nell’altro.

Quella metà che deve completarti. Deve. Perchè sei incompleto. Te lo dicono subito. Hai bisogno di qualcuno. Da sola non ce la fai. Tanto arriva. E quindi arriva.

Ed io, magari, non ti volevo.

Ma tu lo sei, sei la mia metà.

Però forse, Jackie, io chi sei veramente, in fin dei conti, mica lo so.

 

Guardati. No, non farlo. Non muovere la tua mano tra i capelli in quel modo.

Odio dover amare ogni tuo più piccolo gesto.

“Dopo tutto, senza te, riesco a dormire, come vedi.”

Ridi.

“Sono andata avanti.”

Porti le dita sulle labbra.

“Non ho bisogno più della tua mano, sotto le lenzuola.

Non ho più bisogno di quell’abbraccio prima di voltarmi.”

 

“Quanto amavo il tuo sorriso, quando me lo chiedevi” – mi interrompi.

“Cosa?” – faccio la vaga.

“Mi abbracci ancora?”

 

Mariana Palladino

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