Pif presenta il suo nuovo libro “…che Dio perdona a tutti”

Io e il mio collega Cristiano Imparato siamo stati inviati da uRadio per assistere alla presentazione del libro di Pif, avvenuta l’ 11 dicembre presso il polo San Niccolò in collaborazione con il Santa Chiara Lab. Con questo articolo intendo riassumere le parti salienti di tale evento.

La discussione in tal senso si è svolta con le varie domande rivolte a Pif.

Il rettore Francesco Frati, il docente ordinario giurista delle religioni Marco Ventura e il moderatore Fiorino Iantorno direttore del Santa Chiara Lab hanno analizzato trasversalmente, anche con curiosità personali, tutti gli aspetti e le controversie riscontrate nella lettura di tale opera.

La religione e anche un po’ di politica

Andando nel dettaglio l’incontro è iniziato con l’introduzione del rettore. Egli ha messo sul “piatto” fin da subito l’approccio con la religione cristiana e il rapporto con il prossimo, attraverso aneddoti e brevi citazione di episodi contenuti nell’opera.

Immediatamente il docente Ventura ha introdotto la questione tanto ficcante quanto velata che nel libro compare: le relazioni controverse fra politica, religione e politici, citando un passo dell’opera

Pif ha risposto che all’inizio lui non aveva intenzione di entrare troppo nel merito del mondo politico. Gli ultimi avvenimenti, vedi l’ascesa di partiti populisti e del governo giallo-verde, gli hanno imposto di fare una riflessione.

I politici “incriminati” sono Alfano e Salvini per alcune loro dichiarazioni che inducono, a suo modo di vedere, una confusione della politica e un’ ambiguità di fondo con la cristianità.

I politici, secondo Pif, sono rei di usare il Vangelo come mero strumento di propaganda fatta di stereotipi (vedi il presepe). Essi inoltre non rispettano i principi cristiani come accoglienza e solidarietà, anche quando si professano cattolici.

Un racconto non biografico ma che fa riflettere l’autore

Dopo questa parentesi Pif si è cimentato nella descrizione della sua infanzia improntata nella dottrina cattolica con la sua frequentazione della scuola dei salesiani.

Egli non nasconde che, seppur questo libro non possieda un carattere autobiografico, nasce comunque da profonde riflessioni sulla sua esperienza religiosa e alcune domande che lo mettono in crisi.

Una riflessione e una trasformazione che ritroviamo nel protagonista del libro, Arturo. Dopo un periodo di fidanzamento con la fervente cattolica Flora, il protagonista arriva a mettere in discussione la sua vita e il suo rapporto. Flora infatti scopre che il fidanzato è in realtà agnostico.

Pif ha raccontato come l’incontro tra il protagonista e Flora sia avvenuto in realtà per la sua passione per la ricotta. Flora, essendo figlia di pasticcere, lo ha preso per la gola.

Le passioni italiane secondo Pif

Sempre sollecitato, o meglio dire stuzzicato da i suoi interlocutori, Pif ha parlato dell’ interconnessione tra sesso e cibo. Vertendo più su quest’ultimo, e sulla particolare attenzione che gli italiani rivolgono al cibo stesso, che è il vero collante della nostra nazione, l’autore cita alcune esperienze personali.

Un’altra intramontabile passione tutta italiana è senza dubbio il calcio. Pif ne ha parlato come di uno sport di fronte al quale decadono tutti i “comandamenti” cristiani. Proprio Arturo, di fronte a tale circostanza, non riesce a tradire il suo profondo cambiamento interiore e non può tirarsi indietro quando c’è da dire la verità, anche in un ambito come il calcio, dove la essa è molte volte sfuggente anche a causa della complicità dei giocatori avversari.

Un ultimo aspetto affrontato è quello della superstizione, spesso confusa con la credenza cristiana, questa oscena commistione tra sacro e profano che lo scuote. E sulla scia di questo suo disappunto egli ha terminato il suo discorso con una domanda che ha lasciato l’amaro in bocca: “perché quando tutto va bene è grazie a Dio e quando le cose vanno male non è colpa di Dio?”. Mentre la dice Pif è intimorito dallo sguardo algido del docente Ventura e quasi la sussurra.

L’ argomentazione è proseguita con le domande del pubblico che hanno cercato di svelare di più l’aspetto personale e di vita vissuta dell’ autore in relazione al protagonista Arturo, e del suo rapporto con la religione. Il dibattito si è dunque in un vero e proprio “congresso” sulla teologia.

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Leonardo Antonelli

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