“Parole in cammino”, il festival dell’italiano e delle lingue d’Italia ha scelto Siena per la sua prima edizione. Nei giorni 7, 8 e 9 aprile la città accoglierà nelle sue sedi storiche incontri, laboratori, discussioni, omaggi, approfondimenti, spettacoli, tutti dedicati alla nostra lingua, l’italiano, senza però trascurare i dialetti, le lingue “degli altri” e le forme d’espressione non verbale.
Tanti gli ospiti e i temi: Enrico Mentana, Massimo Cacciari, il team di Lercio, Michele Mirabella, Stefano Guerrera, l’Accademia della Crusca, il bambino di “petaloso” e la sua maestra. Non solo linguistica e letteratura insomma. Ma anche arte, musica, social media, Europa, giornalismo, editoria, politica, scuola: ogni forma che la lingua assume per garantire l’efficacia comunicativa e il senso di collettività.
Il festival si inserisce in un progetto più ampio, promosso dall’Università degli Stranieri di Siena, dal Comune di Siena e dalla Regione Toscana, volto alla riscoperta della storia della lingua italiana attraverso i luoghi più significativi del percorso verso la consacrazione di lingua nazionale. Sono quattro i festival già gemellati in un progetto di cultura in cammino, da qui il titolo del festival: la Festa di Scienza e Filosofia di Foligno, il Futura Festival di Civitanova Marche, La parola che non muore di Civita di Bagnoregio, il Borgo dei Libri di Torrita di Siena, ai quali si è ora aggiunto ANTICOntemporaneo di Cassino, rappresentativi di Umbria, Toscana, Marche, Lazio.
Durante la conferenza stampa di presentazione di lunedì 3 aprile tenutasi a Palazzo Berlinghieri, sono intervenuti Massimo Arcangeli, linguista e presidente dell’associazione “La parola che non muore”, il sindaco di Siena Bruno Valentini, l’assessore alla cultura Francesca Vannozzi e il prof. Massimo Vedovelli, co-organizzatore e membro del comitato scientifico.
uRadio ha deciso di intervistare proprio il Professor Vedovelli, in rappresentanza di uno dei principali partner del festival, l’Università per Stranieri di Siena, che quest’anno festeggia cento anni dalla sua fondazione. Nel 1917 nella città di Siena, coinvolta nelle vicende della prima guerra mondiale, un gruppo di persone si è raccolto per dar vita a corsi di italiano per gli stranieri che le circostanze avevano condotto in quelle terre. Qual è stato il suo ruolo sociale e didattico? E come si inserisce l’italiano nel quadro delle migrazioni?
Ci risponde il Professor Vedovelli, con cui abbiamo avuto l’occasione di parlare anche dell’italiano nel mondo e di cosa c’entra la democrazia con la lingua, ricordando così il prof. Tullio De Mauro, un linguista, un insegnante, un intellettuale che ha aiutato il popolo italiano a capire la propria storia attraverso la lingua.
L’intervista completa sarà trasmessa oggi alle 17 su uDaily. Nel video sottostante vi proponiamo un estratto e alcuni momenti salienti della conferenza stampa.
Maria Vittoria D’Onghia