La commedia segue la storia di Tommaso, ragazzo di origini pugliesi, che vorrebbe tornare nel suo paese natale, Lecce, per poter finalmente comunicare alla famiglia chi è veramente: un omosessuale e, inoltre, dire la verità su cosa vorrebbe fare davvero nella vita. Non vorrebbe occuparsi, con il fratello maggiore Antonio, del pastificio di famiglia, ma scrivere; sapendo che, purtroppo, queste notizie gli potrebbero costare il rapporto con i genitori. Il problema sta nel fatto che sarà preceduto da una notizia inaspettata di Antonio, che lo metterà nella condizione di dover cambiare i suoi piani e prendere le redini dell’attività.
Il regista ha voluto rendere la commedia il più vivace possibile e piena di ritmo, per non rischiare di annoiare lo spettatore in sala. Perciò non poteva esimersi dallo scegliere Francesco Pannofino per interpretare il capo famiglia Vincenzo, dandogli così un taglio focoso e scoppiettante. Inoltre, un’altra scelta ottima è quella del protagonista, Edoardo Purgatori, che ha raggiunto l’obbiettivo di mostrare con estrema bravura il lato più sensibile di Tommaso.
Mine Vaganti é un racconto di formazione, evoluzione e cambiamento, ma non di un singolo personaggio, di un’intera famiglia.
In tutto questo la “Mina vagante” è la nonna, che viene interpretata da Simona Marchini, e che guida l’evoluzione della sua famiglia, facendoci capire che nella vita è importante amarsi e accettarsi apprezzando le proprie diversità e scelte. Ricordando a tutti i presenti che la forza delle persone deriva soprattutto dal supporto e dall’amore della famiglia.
La commedia permette di sorridere davanti alle difficoltà che quotidianamente, le persone omosessuali, devono affrontare con la società e la propria famiglia. Ma grazie alla sensibilità, bravura e attenzione dei dettagli lo spettacolo permette di conoscere al meglio tutti i personaggi e comprendere le varie sfaccettature caratteriali e sociali.
Una rappresentazione che, fino in fondo, approfondisce le tematiche sociali inerenti alle persone omosessuali con quel pizzico di ironia che non gusta mai. Ma, anzi, con questa modalità riesce proprio a tenere alta l’attenzione dello spettatore, pur parlando di temi molto importanti e non scendendo mai di “tono”.
Personalmente posso dire, in tutta sincerità, che è uno spettacolo che consiglio indistintamente a tutti, sia se si è guardato il film (Mine Vaganti, F. Ozpetek, 2010) o no. Lo spettacolo ne glorifica la versione originale e non lo rovina assolutamente. Grazie al regista, lo spettatore non si annoia mai, anzi!
Bianca Frezzotti
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