Una delle serie tv più discusse del momento: gioie, vizi e virtù di una delle icone più popolari del XX Secolo. Il Maradona di Prime Video è abbastanza fedele all’originale?
Introduzione
Durante il mio peregrinare sulle homepage delle principali piattaforme di video streaming, alla ricerca di nuove serie tv da spolpare, mi sono imbattuto in Maradona Blessed Dream (titolo italiano Maradona: Sogno Benedetto, serie tv biopic da due stagioni composta da dieci puntate ciascuna), nuovo contenuto esclusivo per gli abbonati ad Amazon Prime Video. Questa serie ha colto subito la mia attenzione. In particolare, mi ha colpito come molte piattaforme streaming e televisioni abbiano dato risalto all’anniversario della scomparsa di Maradona, realizzando speciali o documentari appositi.
Molti miei amici e familiari, grandi appassionati di calcio, mi hanno raccontato più volte le gesta di Maradona in campo. Quando esattamente un anno fa Maradona ci lasciò fui profondamente rammaricato. Andai a cercare sul web informazioni e documenti video sulla straordinaria vita di una figura così iconica, a cui sono stati dedicati film, libri e brani che hanno scalato le classifiche in tutto il mondo.
Cast:
Gli episodi della serie tv biografica sono diretti da tre registi differenti:
- l’argentino Alejandro Almetta dirige gli episodi ambientati in Argentina;
- lo spagnolo Roger Gual è regista degli episodi ambientati a Barcellona;
- l’italiano Edoardo de Angelis dirige gli episodi ambientati a Napoli;
Nella serie il personaggio di Diego Armando Maradona è interpretato da quattro attori differenti:
- Il Maradona bambino è interpretato da Joan Cruiz Romero;
- Nicolas Goldschmidt interpreta il Maradona adolescente;
- Nazareno Casero interpreta il Maradona calciatore al suo massimo splendore;
- Juan Palomino interpreta il Maradona quarantenne e appena ripresosi dal coma.
Società di produzione televisiva della serie è Btf Media, casa di produzione argentina.
La giovane promessa del calcio argentino
Siamo nel 2000, in Uruguay. Il Maradona interpretato da Palomino, sovrappeso e dipendente da alcol e droga, finisce in coma. Dopo l’entrata in coma inizia il secondo filone narrativo (che nominerò filone storico) della serie. Il filone storico racconta l’ascesa della carriera calcistica di Maradona da Villa Fiorito alla vittoria del mondiale di Messico 1986. I due filoni durante la serie tv si intrecceranno continuamente, saltando improvvisamente dalla narrazione della carriera calcistica maradoniana ai momenti del coma e la conseguente ripresa del Pibe de Oro dopo l’overdose di cocaina del 2000.
Le prime cinque puntate della serie sono dedicate al giovane Maradona, ragazzo di umili origini proveniente da Villa Fiorito, quartiere povero di Buenos Aires. In mezzo ai campetti scalmanati di quartiere, all’età di nove anni il giovane “Pelusa” (soprannome affidatogli a causa della sua folta capigliatura) entra nella squadra dei Cebolittas, formazione giovanile dell’Argentinos Juniors. L’escalation del Pelusa nelle giovanili sarà inarrestabile, tanto che con Maradona arruolato in squadra i Cebolittas distruggeranno ogni record d’imbattibilità nelle categorie giovanili argentine. I Cebollitas arrivarono alla clamorosa cifra di 136 vittorie consecutive. Il rendimento incredibile del giovanissimo Maradona sarà tale che a sedici anni egli debutterà in prima squadra con l’Argentinos Juniors e appena un anno dopo sarà convocato nella Selección argentina.
Il lato umano di Maradona
Tralasciando il lato sportivo, trovo molto interessante come il biopic prenda in considerazione il lato umano e la crescita professionale di Maradona. L’ascesa calcistica farà uscire dalla miseria la famiglia di Maradona e l’Argentinos Juniors permetterà loro di acquistare una casa nella Buenos Aires bene. Qui il giovane Maradona conoscerà la futura moglie Claudia Villafane, che l’accompagnerà per tutta la sua carriera calcistica. Nella docuserie si assiste alle prime cocenti delusioni della carriera di Maradona; dalla mancata convocazione ai mondiali di Argentina 1978 alle deludenti prestazioni di Spagna 1982, quando Dieguito era già andato a giocare in Europa al Barcellona.
L’Argentina dell’epoca
Delle puntate ambientate in Argentina mi è piaciuto il contesto storico in cui il giovane Maradona ha mostrato al mondo il suo enorme talento. Vedere Maradona stringere la mano al generale Videla, capo militare di una delle dittature più sanguinose del XX secolo e vedere i soldati argentini impegnati nella guerra delle isole Falkland ascoltare alla radio le gesta di Maradona al mondiale di Spagna 1982 sono stati tra i momenti che ho più apprezzato nella visione di questo biopic. È interessante constatare come la serie biografica abbia usato l’escamotage dell’ascesa di Maradona nel dorato mondo del calcio per raccontare la storia dell’Argentina dell’epoca.
Maradona sbarca in Europa
Gli episodi spagnoli mostrano un Maradona più interessato alla vita mondana che alla carriera da sportivo. Nel periodo al Barcellona Maradona inizia ad avere quei vizi (alcol, droga, donne) che lo condanneranno in età avanzata a rischiare più volte la propria vita. In questo periodo il biopic ricostruisce il suo rapporto conflittuale con gli allenatori avuti a Barcellona e con il popolo catalano. L’avventura di Maradona a Barcellona si concluderà sue anni dopo, nel 1984
Maradona Arriva a Napoli
Nella seconda parte di stagione, il filone storico si concentra sulla vota di Maradona dopo il suo trasferimento a Napoli. Napoli accoglie Maradona come fosse un figlio e la sua permanenza nella città partenopea indica una svolta nella vita di Maradona; inoltre, a Napoli Diego incontrerà Cristiana Sinagra, da cui avrà un figlio che il Pelusa riconoscerà solo venti anni dopo. Viene data una visione della Napoli popolare ma anche malandata, contrassegnata dalle azioni malavitose della camorra. In questo periodo Maradona cambia il proprio procuratore, assumendo Guillermo Coppola. Il nuovo manager negli anni futuri lo sosterrà nell’assunzione di sostanze stupefacenti e nella bella vita. Nel finale di stagione costringerà pure Enzo Ferrari a regalare una Ferrari di color nero a Maradona.
Errori commessi dalla Serie Tv
Poi la carriera sportiva di Maradona a Napoli è caratterizzata da fin troppi errori di ricostruzione, tra cui si segnalano:
- Il famoso gol di punizione in area contro la Juve realizzato al Comunale di Torino invece che al San Paolo di Napoli;
- l’accusa di fascismo nei confronti dei tifosi e die calciatori della Lazio
- l’accusa di razzismo nei confronti dei tifosi veronesi nei confronti dei napoletani
- la fin troppo romanzata rivalità con Daniel Passarella, giocatore simbolo della nazionale argentina dell’epoca assieme a Maradona
- Un Maradona non professionale, che non si presenta agli allenamenti delle squadre e passa tutte le serate in discoteca con il suo procuratore e i suoi amici.
L’apoteosi mondiale
La prima stagione di Maradona Blessed Dream si conclude con la cavalcata trionfale dell’Argentina al mondiale di Messico 1986. Le due ultime puntate della serie narrano bene la preparazione e lo svolgimento del mondiale, che si conclude con l’apoteosi del trionfo argentino nella Coppa Del Mondo. Il picco della seconda parte della stagione si raggiunge nel racconto di Argentina Inghilterra, nel quale la partita assume il ruolo di rivincita e vendetta morale degli argentini nei confronti degli, dopo la disfatta argentina nelle guerra delle isole Falkland del 1982, Nel frattempo, nell’altra linea temporale, il Maradona interpretato da Palomino, dimesso dall’ospedale e ripresosi definitivamente dal coma, festeggia il ritiro dal calcio giocato con le figlie, gli amici e i tifosi alla Bombonera nel 2001
Le mie opinioni
Dal mio punto di vista la serie ha molti alti e bassi: le puntate girate da Almetta sono le più interessanti e riuscite della serie; sono un vero e proprio racconto dell’Argentina dell’epoca e mi è piaciuto molto assistere alla ricostruzione dell’esplosione del talento del giovane Pibe De Oro:
Punti deboli della serie
Le puntate ambientate in Spagna e in Italia tendono troppo a tralasciare il lato sportivo della figura di Maradona. Esse concentrano troppo sulle notti brave e la vita indisciplinata condotta da Maradona. Soprattutto nelle puntate ambientate in Italia il biopic non riesce a far capire allo spettatore l’importanza che Maradona ha avuto per la città di Napoli. Anzi la figura di Maradona viene connotata negativamente e viene ritratto come un alcolizzato sgravato che fa quello che gli pare.
Le imprese con il Napoli sono quasi totalmente ignorate e questo delude soprattutto le mie aspettative e degli spettatori italiani. Chissà quanti tifosi napoletani hanno iniziato a vedere la serie per rivedere l’epopea dei due scudetti. Poi il filone storico dopo l’arrivo di Maradona a Napoli procede troppo lentamente.
Linee temporali confuse
Le prime cinque puntate narrano eventi occorsi in quattordici anni (dai Cebolittas a Barcellona) e le seguenti cinque in due (dall’arrivo a Napoli nel 1984 al Mondiale 1986). Sicuramente la scelta è stata fatta per far combaciare il finale della prima stagione con il momento più alto della carriera maradoniana, la vittoria del Mondiale 1986; ma questo ha causato un avanzamento di trama veramente troppo lento negli anni napoletani. Va bene la narrazione della ripresa di Maradona dal coma, ma ritengo che forse sarebbe stato meglio concentrarsi sulla linea temporale narrante lo svolgimento della carriera del Pibe de Oro e tralasciare quella con Maradona intrepretati da Palomino, magari riprendibile nella seconda stagione. Infatti, per tutta la durata del biopic i cambi di linea narrativa sono spiazzanti e confusionari; io da spettatore sinceramente ho fatto fatica a ricollegare immediatamente il tutto.
Giudizio finale
Maradona Blessed Dream è un prodotto televisivo interessante e appagante. Peccato che ci si concentri più sulla vita privata e sregolata del giovane Maradona che sul racconto delle imprese sportive che lo hanno consacrato leggenda. Sono curioso di assistere su come Btf Media ricostruirà la seconda parte della vita di Maradona nella seconda stagione di Maradona Blessed Dream.