“Lettera di unna sconosciuta” è un libriccino, un sottile, compattissimo volumetto, che è però la dimostrazione lampante di come anche nella brevità e nell’apparente insignificanza si possano nascondere gemme preziose. L’opera dell’austriaco Zweig è infatti più un racconto che un romanzo: un’ottantina di pagine che si leggono tutte d’un fiato ma che sanno evocare emozioni e scavare abissi come pochi.
Tutto il racconto non è che un’unica, struggente lettera di una donna che, in punto di morte, si ritrova a confessare all’uomo che ha sempre amato una passione celata e vissuta nell’ombra per tutta la sua esistenza, un sentimento forte e inestinguibile che ella in un modo o nell’altro non ha mai avuto il coraggio di vivere appieno.
Ha incontrato colui che era destinato a segnare fatalmente la sua vita per sempre ad appena tredici anni: la curiosità che nutre per il giovane professore e celebre romanziere che si trasferisce nell’abitazione di fronte a quella della sua famiglia presto sfocerà infatti in un amore infantilmente devoto e allo stesso tempo profondamente maturo.
La sua passione adolescenziale sarà però destinata sin dall’inizio a causargli profonde sofferenze: la sua famiglia dovrà infatti trasferirsi altrove ed ella perderà anche quel sottile filo che la teneva legata all’affascinante uomo di lettere. Il suo cuore però non si rassegnerà e con caparbietà riuscirà a tornare a Vienna e a re-incontrarlo nonostante tutto. Ai suoi occhi però ella rimane comunque una sconosciuta: durante tutti i loro fugaci incontri e i loro brevi momenti di passione, per il professore ella non sarà altro che una delle sue tante conquiste del momento, vissute con intensa leggerezza. La giovane donna si accontenta di poter essergli vicina senza chiedere null’altro in cambio, ed è lei stessa, in una sorta di personalissimo pudore, a decidere di non svelargli mai la sua identità.
Rimarrà persino incinta, ma continuando a mantenere il silenzio, deciderà di crescere il figlio, che ella considera come il frutto meraviglioso del suo amore impossibile, in totale solitudine, con lo stesso coraggio e la stessa abnegazione con cui aveva amato il romanziere.
Quando la vita però le strapperà anche quei pochi doni che le ha fatto, non avendo più nulla da perdere deciderà appunto di affidare le sue confessioni a questa lettera che giungerà al suo amato quasi come un testamento, quando lei ormai non ci sarà più.
La meraviglia di questo libro poetico e tragico, che forse al primo impatto potrebbe apparire eccessivamente romantica e melensa, sta proprio -a mio parere- nella sua dolcezza e delicatezza, e soprattutto nella capacità dell’autore di scavare con acutezza e profondità nell’animo femminile e nei suoi angoli più reconditi. È difficile non ritrovare nelle confessioni di questa giovane donna appassionata almeno una scintilla profonda di noi e dei sentimenti che almeno una volta nella vita ci hanno scosso dall’interno. E probabilmente non è un caso che da questo racconto così breve siano stati ricavati ben cinque adattamenti cinematografici diversi.
Si tratta inoltre di un libro che non sembra potersi collocare davvero in un’epoca precisa: pur essendo stata scritta negli anni Venti, ha sì dei riferimenti cronologici, ma sono così sfumati, e la storia è narrata con toni così vividi e atemporali, che potrebbe benissimo appartenere all’Ottocento così come agli anni Duemila.
È un’opera lieve e dolorosa insieme, malinconica e appassionata, breve ma indimenticabile; leggerla è condividere con la protagonista il suo amore assoluto e devoto, significa attingere a sentimenti che, in un modo o nell’altro, rimangono indimenticabili forse perché sono così veri e profondi anche in noi.
“Permettimi amore mio, di raccontarti tutto, tutto dal principio; ti prego, non stancarti di dovermi ascoltare per un quarto d’ora, di ascoltare chi per una vita intera non si è mai stancata di amarti”.
Stefan Zweig (Vienna 1881-Petròpolis 1942) è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo e poeta austriaco naturalizzato britannico. All’apice della sua carriera, tra gli anni Venti e Trenta, è stato uno degli autori più famosi al mondo. Tra le sue opere più famose “Amok”, “Novella degli scacchi” e “Il mondo di ieri”.
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