Le Sardine arrivano a Siena: intervista agli organizzatori

Le cosiddette ‘sardine’ affollano una serie di manifestazioni pacifiche di piazza, nate in Emilia e diventate in pochissimo tempo uno dei casi mediatici più grandi del paese, arriverà anche qui a Siena.

Venerdì 6, infatti, un corteo composto da migliaia di persone, oltre cinquemila gli aderenti su Facebook, attraverserà la città del palio incontrandosi alle 18.30 in piazza Duomo.

Ma cosa ispira questo movimento? E cosa lo porta qui nella nostra città? Lo abbiamo chiesto agli organizzatori: Francesca e Mattia.


Buongiorno. Volete presentarvi?

M: Io mi chiamo Mattia Ciappi, ho venti anni, studio Giurisprudenza e sono al secondo anno. Vengo da Poggibonsi e sono molto attivo nell’associazionismo studentesco, politico e culturale.

F: Io sono Francesca Romana Spinosa, ho ventisei anni, sono laureata in scienze politiche e delle relazioni internazionali all’Università del Salento. Sono romana, ed ora frequento il corso magistrale in scienze internazionali e diplomatiche.


Cosa pensate dell’attuale situazione politica?

M: È una situazione sicuramente complessa, una situazione in cui per le persone non è facile trovare una rappresentanza. Il dato più lampante è il flusso elettorale che da elezione ad elezione cambia, dando vita a continue crisi di partito e ad una progressiva perdita delle ideologie.

Ma io sono fiducioso, è un’opinione personale, in questo governo e nella risposta seria che esso ed il nostro movimento stanno promuovendo contro la crisi.

F: Sono pienamente d’accordo ed aggiungo che questa enorme confusione che travolge il panorama politico è ciò che spinge le persone a scendere in piazza a dare voce alle proprie esigenze.


Avete deciso di portare in Toscana un movimento nato in Emilia, per le regionali: qui a Siena le necessità sono le stesse? Perché?

F: Prima di tutto ringraziamo i quattro ragazzi che hanno creato questo movimento in Emilia, evidenziando una problematica che è in realtà diffusa in tutta Italia. Ed infatti la grande risposta si è avuta da tutto il paese e non poteva mancare qui a Siena.


Quindi è necessario scendere in piazza per combattere una politica fatta di slogan?

F: Esatto, e ti darò una risposta tecnica: negli ultimi anni la percentuale degli “elettori alien“, coloro che votano il meno peggio, è molto aumentata a causa di questa crisi della politica. L’individuo nella cabina non sa in chi riporre la propria fiducia.

M: Soprattutto, lo scopo di questo movimento è criticare le forme in cui la politica si sta configurando. Quello a cui noi puntiamo è la ricerca di una politica dignitosa soprattutto nelle sue forme. Sinceramente ci siamo stancati di una politica dal carattere irrisorio e vorremmo una politica che ritorni arte nobile, come Aristotele stesso la definiva.

F: Una politica di piazza, sotto gli occhi di tutti!


A proposito, in Italia negli anni sono nati molteplici movimenti di piazza, molti scomparsi nel tempo, pochi trasformatisi in forze politiche (i Cinque Stelle, ndr). E voi? Quale pensate sarà il futuro delle sardine?

M: Il futuro di questo movimento ci sarà, se ci saranno i contenuti. Perché le manifestazioni che ci hanno preceduto, malgrado avessero ottimi motivi, sono mancate nei contenuti e nel creare un radicamento nel territorio. I Cinque Stelle unici ad essersi trasformati in partito, pur avendo portato dei contenuti hanno fallito a radicarsi nel territorio, e questo ha portato dai risultati elettorali iniziali alla débâcle attuale.

Quindi le sardine possono avere un grande futuro se riusciranno ad abbinare contenuti, personalità credibili e la capacità nel venire incontro ai problemi e le istanze del territorio.

F: in sostanza le sardine hanno futuro se applicheranno alla protesta una risoluzione del problema che si va a contestare.


Creare dei contenuti è importante: molti vi accusano proprio di combattere la demagogia con altra demagogia. Cosa ne pensate?

F: L’opinione di molte persone si esprime in questo senso, ma la realtà dei fatti è che noi non urliamo slogan ma diamo voce del tutto democratica e senza bandiere alla popolazione, al suo volere di manifestare la propria volontà. Quindi non un urlo, ma dare parola a chi è sempre stato messo all’angolo.

M: La demagogia infatti è lo strumento retorico per ottenere consenso ed il movimento delle sardine non vuole consenso, non vuole portare le persone ad uniformarsi al pensiero del movimento. Vogliamo portare le persone in piazza per rendersi conto della sistema politico attuale e contrastare tutte le derive della destra,che sta portando la politica ad un livello irrisorio. Non si vuole consenso ma si vuole un atto di responsabilità generale di tutti i cittadini.

F: In sintesi vogliamo portare le persone che ragionano sul divano,nella piazza a discutere delle tematiche che ci affliggono come nazione.



Franco Ferrari

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