Intervista a Dente – non si è mai troppo stanchi per una favola!

Il mondo che ci siamo ritrovati ad abitare, dove per riposarti dalla frenesia del quotidiano devi accontentarti di una manciata di secondi, per poi rituffarti immediatamente in mille cose da fare, si ritrova (e forse si ritroverà) popolato da sempre più bambini molto stanchi. Così stanchi ed esausti da non riuscire neppure a godersi il tempo di una favola, e perdersi così l’occasione di lasciarsi trascinare in mondi colorati e pieni di fantasia.

Per fortuna c’è chi, resosi conto della terribile situazione, ha pensato bene di provare a trovare un rimedio, offrendo a tutti questi bambini molto stanchi una raccolta di favole piccole piccole. Nascono così le Favole per bambini molto stanchi scritte da Giuseppe Peveri, in arte Dente. Suddivise per argomento – amore, storie buone o con finale a sorpresa, ma anche storie brutte, cattive,  che non si capiscono e dove alla fine qualcuno muore – riescono in poche righe a catturare l’attenzione di chi legge, suscitando a volte tenerezza, a volte sconcerto, sicuramente tante, tante risate. Forti di un linguaggio semplice, e arricchite di quell’armonia che solo chi è abituato a scrivere parole in musica sa padroneggiare così bene, si leggono tutte d’un fiato, forse facendoci dimenticare di tutta quella stanchezza che pensavamo di avere.

Per saperne di più e far incuriosire anche voi, ne abbiamo parlato proprio con il diretto interessato, con colui che queste favole le ha messe al mondo, abbandonando per una volta la chitarra e dedicandosi completamente alla narrazione. Se anche voi non siete già troppo stanchi, vi auguriamo buona lettura!

Partiamo dall’inizio: come ti è venuto in mente di scrivere un libro di favole?
È iniziato tutto per gioco, quando una sera della scorsa estate, insieme ad un’amica, ho iniziato a buttar giù delle sue idee estemporanee sottoforma di favole, vale a dire utilizzando espressioni tipiche quali c’era una volta … in seguito ho iniziato ad inventarne molte altre per conto mio, cosicché alla fine mi sono ritrovato con un sacco di favole, e ho pensato che si poteva farci qualche cosa ed è così è stato.

Hai mai pensato che queste piccole favole avrebbero potuto diventare delle canzoni?
In realtà non ci ho mai pensato; sono stati più che altro alcuni amici a suggerirmi che avrebbero potuto costituire degli ottimi spunti per tirarci fuori delle canzoni, e forse si sono anche dispiaciuti del fatto che non avrebbero visto la luce. Ma secondo me non è un peccato, perché alla fine è pur sempre venuto fuori un libro che permette a chiunque voglia di conoscerle proprio nella forma esatta in cui sono state concepite.

Come ti sei trovato a scriverle? C’è qualcosa che rende questo processo diverso dalla scrittura delle canzoni?
Ovviamente il processo è molto diverso: le mie canzoni nascono con chitarra in mano, ho comunque una melodia da seguire che giocoforza mi imposta in qualche modo la direzione da seguire. Scrivendo le favole sono stato sicuramente più libero, ma c’è da dire che anche nella loro stesura c’è senza alcun dubbio un lavoro di suono a cui sono stato molto attento (proprio come faccio quando scrivo canzoni): mi piace che una frase quando la si legge ad alta voce abbia un determinato suono e non un altro.

Ne hai una preferita?
Devo dire di no … probabilmente il capitolo dedicato favole d’amore è quello più vicino a ciò che scrivo di solito nelle mie canzoni, ma non posso dire di preferirne una in assoluto … ma poi son tutte talmente belle … come si fa a scegliere?!

In questi giorni stai promuovendo il libro in giro per le librerie italiane: come ti trovi a presentare un tuo lavoro che per la prima volta non è cantato, ma è soltanto parlato o tutt’al più narrato? Canti comunque qualche canzone?
Per ora gli incontri con il pubblico in libreria si stanno rivelando molto divertenti, nonostante avessi molta paura prima di iniziare perché non ho mai letto in pubblico. Durante le presentazioni non canto, anche perché questo progetto si caratterizza proprio per la volontà di tener fuori l’ambito cantautorale, in modo da dar voce esclusivamente alle favole. Mi limito a raccontare qualcosa di questo libro come sto facendo con te in questo momento, e poi ne leggo qualcuna ad alta voce. Ieri sera è anche salito qualcuno del pubblico sul palco: è stato bello vedere le loro reazioni perché il momento in cui leggevano in pubblico era anche il momento stesso in cui avevano le favole davanti agli occhi per la prima volta : una ragazza si è messa a ridere e non la smetteva più!

Il libro raccoglie favole molto brevi (appunto, per bambini molto stanchi, ndr): ti piacerebbe scrivere dei racconti più lunghi o magari un romanzo?
In realtà ci ho pensato molto spesso: la scrittura è già una parte molto importante della mia vita perché mi accompagna ovviamente quando scrivo le canzoni: tutto parte dalla scrittura. Penso di avere un seguito non tanto perché ho una bella voce, ma proprio per le cose che scrivo e per come le scrivo. Mi piacerebbe molto scrivere un romanzo, è un mio sogno nel cassetto, anche se è una cosa molto difficile. Mi hanno già proposto in passato di scriverne uno, ma erano proposte che andavano più alla ricerca di un nome, poco interessate al contenuto vero e proprio. Se dovessi scriverne uno vorrei che venisse fuori nella maniera più naturale e spontanea possibile, vorrei che nascesse in modo sincero, proprio com’è accaduto con questo libro di favole

Le illustrazioni sono state realizzate da Franco Matticchio: conoscevi già questo illustratore?
Nella mia proverbiale ignoranza non conoscevo Franco Matticchio, nonostante sia un illustratore molto conosciuto e molto apprezzato. Non appena ho deciso di voler pubblicare le mie favole mi sono informato circa i potenziali illustratori che avrebbero potuto completare il mio lavoro: quando mi sono avvicinato per la prima volta a Matticchio mi sono comprato tutti i libri che ha pubblicato, e ho trovato moltissimi punti in comune tra il mio e il suo lavoro. Per questo ho deciso che dovesse essere lui l’illustratore del mio libro. Fortunatamente siamo riusciti a contattarlo, anche se in modo rocambolesco dato che è una persona molto riservata e poco amante della tecnologia. È stato bellissimo scoprire che conosceva già il mio lavoro e che oltretutto gli piaceva! Per quanto riguarda i suoi lavori, ciò che più mi colpisce è che i suoi disegni hanno sempre un significato molto forte: non disegna mai tanto per fare. La cosa però che mi ha riempito di gioia è che ha accettato di iniziare a lavorare a questo libro quando ancora non c’era un editore. Ne sono stato molto felice perché non è sicuramente una cosa da tutti!

Hai pensato di portare le tue favole ai tuoi concerti? Oppure ti piacerebbe comunque presentarle in qualche modo, escludendo la modalità della promozione “fine a se stessa”?
Tendenzialmente non vorrei farci nient’altro, nonostante mi sia stato chiesto di realizzare uno spettacolo: la verità è che non riesco proprio a immaginarmelo! Magari potrà farlo qualcun altro al posto mio … chi lo sa!

Che siate bambini o che siate già diventati grandi, che siate molto stanchi oppure no, speriamo davvero che per leggere una favola possiate trovare sempre tempo in grande quantità.

Alice Masoni

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