Incubi e quarantena: la pandemia disturba anche il tuo sonno?

Non sono un medico e le mie competenze in questo campo si limitano alla visione delle millanta stagioni di Grey’s Anatomy. Non ho quindi mezzi e strumenti per procedere con una ricerca scientifica: posso però riportare un fatto che, a mio avviso, coinvolge molte persone. Sta capitando anche a voi, come a me, di fare più incubi di notte? O, in generale, di dormire peggio?

Sto ponendo questa domanda ad un buon numero di persone che sento regolarmente. La risposta, nella stragrande maggioranza dei casi, è sì. Si dorme peggio, perdendo molto spesso la lotta contro il cuscino. Ci si addormenta tardi, ci si sveglia confusi e con la consapevolezza che la propria attività onirica è costellata di incubi.

Quando mi sono accorto di non essere il solo, ho fatto qualche ricerca online. E, a quanto pare, siamo veramente in tanti. Vi segnalo qualche informazione interessante che ho trovato.


PERCHÈ I SOGNI SONO PIÙ VIVIDI

Generalmente, la mattina non ricordo quasi mai cosa ho sognato durante la notte. Eppure, nell’ultimo periodo, i miei sogni si sono fatti più vividi. Perchè?

Qui si spiega che, ovviamente, le nostre attività diurne hanno un effetto su quelle notturne. Il bombardamento mediatico che ci porta a leggere la pandemia di Covid-19 come una guerra, si riverbera nei nostri incubi.

Un ulteriore motivo per il quale i sogni si ricordano di più, spiega il medico interpellato, è che i sogni avvengono durante la fase ‘REM’ del sonno. Per ricordare i propri sogni, a quanto pare è necessario svegliarsi mentre questi sono in corso: ricordiamo quindi i nostri sogni perchè il nostro sonno è, in generale, più disturbato.


INCUBI & QUALITÀ DEL SONNO

Insomma: se i nostri sogni sono bizzarri, inquietanti, riguardano calamità naturali, guerre o eventi orrendi del nostro passato, significa che il nostro subconscio sta ‘assorbendo’ lo stress da quarantena.

The surprising cause of most nightmares

Ricordiamo meglio questi sogni perché dormiamo peggio: come spiega qui il presidente dell’AIMS (Associazione Italiana di Medicina del Sonno), la nostra vita non è più regolata dai soliti ‘sincronizzatori’ (il cartellino a lavoro, la lezione che comincia alle 9.00).

Non subiamo nemmeno le variazioni atmosferiche: stando in casa, godiamo di una costante luce artificiale. Da qui, si verifica una tendenza ad assecondare il ritmo del lavoro (o dello svago: le serie Netflix) che influenza negativamente la qualità del sonno. Dunque, questa continua tempesta di stimoli e opportunità nella nostra “società 24 ore al giorno” non ci aiuta affatto.

Ci si addormenta dopo, si dorme di giorno, si è meno fisicamente attivi e, di conseguenza, le notti sono insonni.


CHI STA STUDIANDO IL FENOMENO?

Ovviamente sono in corso alcuni studi, alcuni dei quali made in Italy. L’ipotesi è infatti che questa condizione onirica sia tanto più peggiore quanto si è vicini ad una zona ‘rossa’ (o lo sono i propri cari). Non mi sembra nemmeno necessario motivare, quindi, il grande coinvolgimento dei medici italiani in questo senso.

Questo interessante reportage della National Geographic spiega proprio in questi termini la questione, citando gli studi dell’AIMS (l’associazione di medici del sonno di cui vi parlavo poco fa). Sono proprio in corso studi per conoscere le conseguenze delle condizioni di auto-isolamento sul sonno e sul ritmo sonno-veglia. Se volete contribuire alle ricerche, lascio qui il link.

I ricercatori, inoltre, dell’istituto di neuroscienze di Lione, confermano a livello statistico quanto si diceva poco fa. Gli studi, iniziati a marzo, provano un aumento del 35% del ricordo dei sogni nei partecipanti, i quali riportano anche un aumento del 15% di incubi.


SOLUZIONI?

Qualche idea per ridurre gli incubi e migliorare il sonno?

Cercare di mantenere costanti i ritmi sonno-veglia (anche se mi sembra personalmente tardi, dopo mesi). Inoltre, pare sia utile ‘frequentare’ il proprio letto solo per dormire. Chi scrive è sdraiato sotto le coperte, quindi si prevedono incubi e sonni disturbati.

Evitare poi la caffeina e, siccome tempi d’emergenza prevedono soluzioni d’emergenza, sarebbe consigliato interrompere il consumo di sostanze eccitanti 10 ore prima di andare a dormire.

Il ‘ban’ vale anche per gli alcolici: gli aperitivi a distanza (e no) sono da evitare perché l’alcol influisce negativamente sul sonno.

Per influenzare positivamente la propria attività onirica, è consigliato smettere di guardare le news un’ora e mezza prima di andare a dormire. Meglio dedicarsi a qualcosa di analogico, come un libro, oppure ai ricordi felici, come le fotografie delle vecchie vacanze.

Long or Short Sleep May Cause Pulmonary Fibrosis | Asharq AL-awsat

Nel reportage già citato della National Geographic si racconta, infine, di una tecnica molto interessante che parrebbe funzionare per gli incubi ricorrenti. Sostanzialmente, si consiglia di ‘scriverli’ prima che essi prendano forma durante il sonno: inventandosi, prima di andare a dormire, uno svolgimento ed un finale diversi.

La nostra storia può seguire i gangli della logica diurna o della fantasia onirica notturna: questo dovrebbe riuscire ad influenzare positivamente l’andamento dei sogni.


Mattia Barana

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