A 4 mesi di distanza ritorna la rubrica I Love This Game di uRadio. C’eravamo lasciati a giugno in maniera un po’ malinconica, mettendo in luce soprattutto i lati negativi del basket nostrano che, tra processi e sentenze in attesa, versava altra benzina su un fuoco più che ardente.
E a giudicare dagli sviluppi estivi, a cominciare dal caso Hackett che ha tenuto banco per troppo tempo, fino ad arrivare alle indiscrezioni degli ultimi giorni che vedrebbero coinvolto anche Pianigiani, attuale coach azzurro, nello scandalo Montepaschi, la situazione sembrerebbe, come dire, non migliorata per usare un eufemismo.
Ma in questa sede, oggi, vogliamo parlare di volti nuovi, freschezza giovanile e fiore all’occhiello del basket italiano.
E allora cominciamo da uno dei personaggi che ha caratterizzato il basket italiano degli ultimi 15 anni: Gianmarco Pozzecco, approdato in estate sulla panchina di Varese. Ammetto che l’ammirazione del sottoscritto nei confronti del Poz, sia per la carriera da giocatore (soprattutto), sia per quella da allenatore, è sconfinata.
Con il suo arrivo nella massima serie italiana, a mio avviso, il nostro basket non potrà altro che trarne giovamento. Ci ha esaltato, emozionato e divertito nei 2 precedenti anni a Capo d’Orlando e ovviamente speriamo possa ripetersi anche ora nel nuovo palcoscenico che ha a sua disposizione.
E a giudicare dalle prime 3 giornate, direi che un paio di cose ce le ha mostrate. Con il suo stile estremamente diverso di fare pallacanestro può essere sicuramente uno dei motivi che può avvicinare ancora tante persone al basket. Foga agonistica, stravaganza cestistica e il modo molto libertino di vivere la vita: 3 caratteristiche che se le è portate sicuramente con sé in panchina, ma saranno solo i risultati nel lungo periodo a determinare se questa tipologia possa funzionare o meno.
Ecco una citazione di uno dei più grandi di sempre del basket italiano, Valerio Bianchini: “le teorie di Pozzecco sul basket del sorriso hanno un che di idilliaco, tipo Biancaneve nella casa dei 7 nani. I 7 nani sono i giocatori che allegramente, piccone in spalla, vanno in miniera a lavorare cantando, mentre Pozzecco / Biancaneve rassetta la casa, anche lui cantando con l’aiuto dei passerotti cinguettanti.” Impossibile dare torto al Vate, ma uscendo un po’ dai soliti schemi, personalmente sono dell’opinione che ogni tanto una bella pioggia fresca in una torrida estate, possa portare sollievo e distensione. E il Poz lo vedo esattamente così: una novità, qualcosa di diverso dal solito. Funzioni o non funzioni, per 1 o 10 anni, se la domanda è prendere o lasciare, la risposta è già scritta.
A testimonianza di ciò vorrei consigliare a tutti di prendere visione della gara tra Varese e Reggio Emilia, finita dopo 3, dicasi 3, tempi supplementari 118-112 per gli emiliani. Uno spoteccezionale per la nostra pallacanestro.
E se da una parte in panchina vi era proprio Pozzecco, dall’altra, in campo, erano presenti due ragazzi che avranno il compito di farci divertire e sobbalzare dalla sedia per un bel po’ di anni a venire: Amedeo Della Valle e Federico Mussini, gli Splash Brothers dello stivale, ad oggi i due ragazzi più promettenti della nostra terra. Entrambi molto giovani, 21 e 18 anni rispettivamente, hanno già trovato spazio e minuti importanti nelle rotazioni di coach Menetti. Amedeo, giunto in Italia al termine della scorsa stagione, dopo la grande esperienza di formazione negli States, ad Ohio State per essere precisi, di questo passo ci metterà ben poco a prendersi chiavi e leadership della squadra. La sensazione è che gli anni trascorsi oltreoceano, anche se con poco minutaggio, abbiano permesso al ragazzo piemontese di arrivare ad una maturità mentale e professionale con netto anticipo rispetto ad altri coetanei. Il giovane Mussini invece, cecchino freddissimo da 3 punti, da tempo era considerato uno dei più grandi prospetti italiani, e il campionato europeo Under 18 di questa estate con la maglia della nazionale, concluso con oltre 22 punti di media, ha convinto Reggio Emilia a puntare forte su di lui. E il ragazzo sta dimostrando alla grande di meritarsi tutto lo spazio fino ad ora concessogli. Tiferemo per loro e per la loro consacrazione cestistica, augurandoci che possano ripetere queste incredibili gesta con la maglia azzurra della nazionale maggiore. Possono essere davvero i due pilastri su cui rifondare un intero movimento. Insomma, grazie a questi due ne vedremo delle belle!
Per concludere, è quasi d’obbligo fare un enorme in bocca al lupo al più grande coach italiano degli ultimi 20 anni (per non dire di sempre…): Ettore Messina, approdato alla corte dei San Antonio Spurs e di Gregg Popovich questa estate. Si tratta della seconda esperienza per lui dopo quella di 3 anni fa nello staff di coach Brown a Los Angeles, sponda Lakers. Nemmeno il tempo di iniziare che già ha infranto l’ennesimo record: primo coach non-americano a guidare per un’intera partita una squadra NBA. E poco importa se si tratta di preseason o se è arrivata una sconfitta: un nostro connazionale è giunto nel gradino più alto dell’Olimpo della pallacanestro e nel sistema più efficace in assoluto dell’intera Lega. Sappiamo tutti quanto il ruolo di assistant coachagli Spurs sia estremamente importante e vederlo fianco a fianco del grande guru Pop e della sua macchina perfetta ci farà sicuramente un certo effetto.
E allora iniziamo ad essere un po’ più ottimisti, magari qualcosa nella nostra pallacanestro sta cambiando per davvero e un nuovo vento sta iniziando a soffiare. Forse è solo una strana sensazione di fine ottobre, ma vada come vada è davvero bella.
Alla prossima e buon basket a tutti!
Enrico Bastianelli