Avvertenze per l’uso: il seguente articolo contiene una discreta dote di melodrammaticità .
Una bella favola natalizia
Martedì 25 Dicembre 2018, ancora un po’ provato dal pranzo Natalizio consumato poche ore prima, mi sovviene un anniversario, magari non noto a tutti come l’incoronazione di Carlo Magno Imperatore o il compleanno di Nostro Signore, ma per me molto importante: sette anni prima, infatti, ricevetti in regalo un iPod Touch.
All’epoca frequentavo la seconda superiore e ricordo chiaramente che questo prodotto Apple era un oggetto molto in voga fra i miei coetanei. Tuttavia, di lì a poco, sarebbe stato rimpiazzato dagli smartphone, rendendo quel “è come un iPhone però non telefona” una sorta di pezzo da museo, una di quelle cose che inevitabilmente, ogni tanto ti porta a imbatterti in discorsi del genere:
“Ma dai, un iPod Touch, pure io ne avevo uno, chissà dove l’avrò infilato”
“Non ti torna più comodo ascoltare la musica dal telefono?”
“Come fai ad avere Spotify sull’iPod?”
In ogni caso, per sette lunghi anni è stato il mio fedelissimo compagno: una quantità indefinita di musica ascoltata fra viaggi in pullman, ore di studio (ok, diciamo che questo più all’università che al liceo…) e chi più ne ha più ne metta. Insomma, una presenza costante nella mia quotidianità e nel mio zaino, al punto che, se la mattina disgraziatamente capitava di uscire senza di lui o senza cuffie, la giornata si poteva considerare rovinata in partenza.
La Gufata
Certo, in questi sette anni, nonostante il suo perfetto funzionamento, non si può dire che il suo look non avesse subito qualche contraccolpo. Nell’ultimo periodo, a causa dell’aspetto che aveva assunto a seguito di varie cadute, mi ero fatto una discreta cultura sulle componenti interni che Apple usava nei dispositivi in quarta generazione. Ovviamente, la cosa non passava di certo inosservata e le battute su come facesse ancora a funzionare di certo non si facevano mancare.
In ogni caso, rendergli un tributo sotto forma di storia Instagram, in ossequio ai tempi che corrono e dopo tutto questo tempo trascorso insieme, mi sembrava il minimo.
Insomma, una storia così bella sembrava destinata a durare a lungo. Appunto, sembrava…
La Tragedia
La data è giovedì 3 gennaio, un giorno che tristemente finirà cerchiato di rosso nel mio personale calendario. Nel levarlo di tasca per cambiare canzone, il jack delle cuffie si stacca e, per il principio della fetta biscottata che cade sempre dalla parte della marmellata, lo schermo dell’iPod rovina a terra.
Certo, come ben potete vedere dalla foto, non era certamente la sua prima caduta, tuttavia l’ottimismo iniziale venne ben presto rimpiazzato dal terrore quando realizzai che il touch non era più funzionante. Sbloccare l’iPod era praticamente impossibile.
Panico e delirio. Non riuscivo letteralmente a capacitarmi della cosa. Adesso la mia vita come poteva andare avanti? A questo punto la soluzione possibile era una sola: comprarne uno nuovo.
Ma sei veramente sicuro?
L’ora successiva al misfatto fu un susseguirsi di ricerche fra i vari siti per capire quanto fosse realmente conveniente acquistare un qualcosa che è ormai unanimemente considerato obsoleto. Certo, è da considerare che da un po’ di tempo avevo in programma di cambiare il telefono, di conseguenza la faccenda poteva essere tranquillamente risolta prendendo un nuovo smartphone con cui ascoltare anche la musica.
Il non riuscire a concepire un telefono come un qualcosa per ascoltare la musica (va bene, escludiamo i top di Gamma ma lì ci voglio i cosiddetti “sordi“), unito al fatto di aver usato per sette anni un dispositivo esclusivamente dedicato suo ascolto, sono i stati i due motivi che hanno liberato la mia mente dai nebulosi dubbi di quell’infausto pomeriggio e mi hanno convinto all’acquisto immediato di un nuovo iPod Touch.
La sera, mentre passavano al telegiornale le notizie del crollo di Apple in borsa, mi sentivo una sorta di mecenate, quasi come se il mio prossimo acquisto fosse destinato a contribuire a qualcosa.
Giustamente penserete voi: se acquisti prodotti Apple ogni sette anni non è che a Cupertino gli dai proprio una grande mano eh, ma insomma fatemi fantasticare almeno un po’.
Tutto è bene quel che finisce bene
Eccoci quindi giunti al fatidico momento, l’arrivo del nuovo acquisto. Nell’aprire la scatola trasparente tipica della Apple, non posso non tornare con la mente a quel Natale di sette anni prima; certo, le modifiche che gli sono state apportate nell’arco di due generazioni non sono certo poche: è più grande, più colorato, più performante, insomma è nettamente migliorato. Tuttavia tutte queste innovazioni per me passavano in secondo piano: quella che era veramente importante era poter tornare ad ascoltare musica dopo un’astinenza di ben … ventiquattro ore.
Insomma comprendetemi, per me sono sembrati anni; in ogni caso non avevo più giustificazioni, potevo (e dovevo) tornare a preparare l’imminente sessione, ma questa è un’altra storia…
Leonardo Bindi.