Firenze, 23 novembre. Festa Fogliante o dell’Ottimismo (in contrapp. a pessimismo), terza edizione. Fogliante dal nome del quotidiano organizzatore, da non confondere col Club (dei foglianti appunto).
Tra un Michelangelo e un Vasari (siamo a Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento) siedono personaggi di spicco del panorama politico nazionale, insieme a una massa, quasi informe, se non fosse per la scritta sul badge, di giornalisti e lettori o semplicemente curiosi.
La domanda che sarà ripetuta più volte e in forme diverse durante la Giornata è la seguente: quali sono le ragioni per essere ottimisti? Il tema d’altronde, l’abbiamo già detto, è l’ottimismo.
Provano a dare una risposta (in ordine di apparizione) Paolo Gentiloni, Maurizio Landini, Vincenzo Spadafora, David Sassoli, Luciana Lamorgese, David Ermini, Roberto Maroni, Carlo Calenda, Carlo Bonomi, Giovanni Tria, Fabio Panetta, Saverio Raimondo, Roberto Gualtieri, Matteo Renzi e dulcis in fundo Francesco De Gregori.
L’attuale commissario Ue per gli Affari economici e monetari strappa subito un sorriso quando di fronte al fatidico interrogativo esordisce con “ehm buonasera, buongiorno”. Il suo intervento è un vero e proprio inno all’Unione Europea, “il principale attore globale che può battersi per le cose che contano” o ancora “l’unico player globale che può andare nella direzione dei valori a cui noi siamo affezionati”.
Non trascrivo ogni singola affermazione di ogni singolo ospite perché sarebbe impossibile, almeno nell’intento dell’articolo. Se avete voglia di ascoltare i singoli passaggi trovate la diretta dell’evento sul sito di Radio Radicale.
A questo punto direte che sono un osservatore stanco, ma permettetemi, preferisco “osservatore pigro”, che l’autore di Rimmel mi perdoni.
In conclusione, è stata una più che piacevole esperienza sostare a Palazzo Vecchio in compagnia di queste personalità così rilevanti. Mi vien da dire che forse dovremmo rivalutare l’ottimismo, sorridere alla vita, parafrasando Jim Morrison.
Un motivo per rivalutare l’ottimismo? Vedere la tua fortunata penna BIC scivolare dalle mani di De Gregori.
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