Giornata del gatto: ti presentiamo i nostri amici felini!

Il 17 febbraio è in Italia la giornata del gatto. Sofisticati felini, mini-tigri da cuscino, adorabilmente viziati e snob, i gatti ci riempiono la vita. Di peli sui maglioni, certo, ma anche di dosato affetto.

Vi raccontiamo, allora, le storie dei nostri gatti: questa sera, tornando a casa, date una carezza al vostro gatto e dite: “Questa è la carezza della redazione di uRadio”.


OCEAN


Anni 7, gatto di campagna.
Nonostante le leggende vogliano che sia il cane a prevalere sul gatto, lui è la testimonianza vivente che, con una buona dose di coraggio, anche i più piccoli possono avere la meglio.

Infatti, qualche anno fa, con l’arrivo del mio cane in famiglia, Ocean era solito prendere possesso della cuccia, assicurandosi così pisolini nella più totale comodità.

Dopo anni di sfratti ingiustificati (in tutto questo, il mio povero cane si accontentava di dormire sul tappeto di fronte all’ingresso) abbiamo deciso di incidere sulla targhetta il suo nome, in modo che egli risulti il legittimo proprietario della cuccia.

E così Ocean, dopo 7 anni in campagna, ora dorme tranquillamente nella sua piccola reggia, soddisfatto.

Matilde


BENNY


Il mio gatto si é fatto adottare buttandosi sotto il furgone di mio padre quando aveva solo 3 settimane (il gatto, non il furgone).

Da allora ci ha ricompensati di averlo salvato con una buona dose di ostilità e posando per foto da instagrammer.

Ah, ovviamente anche facendo agguati di notte a tutte le mie amiche che si sono permesse di dormire a casa sua!

Silvia


COCCO, TROLLA, OTO


Cocco, Oto e Trolla sono rimasti orfani quando avevano circa 10 giorni. Tra siringhe di pappa e corsi di arrampicata sul divano, sono cresciuti ed ora hanno assunto la forma dei cuscini che vedete in foto.

Cocco, il gatto nero, è indubbiamente il boss della brigata e coltiva un’insana passione per i bidet e per l’acqua corrente. Negli anni ha imparato a parlare e a leggere l’ora ma con noi umani fa finta di nulla per non farci sentire inferiori.

Trolla, come si capisce bene dal nome, è lucida quanto Johnny Depp al quarto cocktail. Passa dal ‘ti adoro’ al ‘ma chi sei’ nel giro di un nanosecondo e ospita una vasta gamma di personalità che si alternano con velocità spiazzante.

Oto, poverina, si chiama così perché da piccolina era così debole che, per prendere la pappa dalla siringa, si faceva forza perfino con le orecchie. Attualmente è cintura nera in ‘nanna sul termosifone’, pesi minimi.

Mattia


AIMONE

Nel 2016 dovevo, in qualche modo, sopperire all’assenza prolungata dalle scene dei Fast Animals and Slow Kids, così decisi di chiamare il gatto appena adottato Aimone (come il cantante del suddetto gruppo).

Qui ritratto, ancora cucciolo, in compagnia del vinile di Alaska.

Leonardo


POCHO E CIRO


Nel lontano 2009 un’amica di mia madre ci consegnò una palla di pelo grigia che miagolava in continuazione. Dopo aver convinto mio padre a non chiamarlo Diego (come Maradona) optammo per Pocho. Sì, è il soprannome di un ex giocatore del Napoli.

Pocho è cresciuto come il re della casa, coccolato, vezzeggiato e spazzolato, con la possibilità di dormire su ogni superficie piatta. Credeva di poter trascorrere una serena vecchiaia, ma non aveva tenuto conto dell’arrivo di Ciro. Beh, nessuno di noi ne aveva tenuto conto.

A ottobre 2018, mentre stiamo percorrendo la tratta Grosseto-Agerola (NA), mio padre decide di fermarsi in un autogrill dove non si ferma mai perché “lì il caffè fa schifo”: Frascati Ovest.

Accoccolato sotto una macchina, coperto di olio per motori e tremante dal freddo, troviamo un gattino marrone di pochi mesi. Saltando in braccio a mia madre ci informa di averci adottati.

Anche in questo caso mio padre avrebbe voluto chiamarlo Diego, ma abbiamo optato per Ciro. Sì, anche Ciro è il soprannome di un giocatore del Napoli. All’inizio pensavamo che fosse un angioletto: dopo poltrone grattate, cavi mangiucchiati, alberi di Natale abbattuti, piante distrutte e 430€ di operazione alla mandibola dopo essere stato investito da una macchina ci siamo accorti che la sua è stata solo una messinscena per convincerci a portarlo via.

Ovviamente Ciro gioca con Pocho, ma quest’ultimo, data l’età, non sembra dargli corda. Anche se lo vediamo un po’ ringiovanito.

Federica


MICIA E JOEY

Questi sono Micia e Joey, sono una mamma ed il suo piccolino. Non sono veramente i miei gatti: sono della mia fidanzata ma li amo come se lo fossero! È stata Micia a scegliere la famiglia della mia fidanzata come sua, è arrivata ai primi di maggio dell’anno scorso, prima nel loro giardino per prendere poi possesso della casa.


Micia era poco più che una cucciola ma portava in grembo due gattini, nati poi il 27 giugno successivo.
Sono due palline di pelo veramente adorabili ed amano giocare e farsi coccolare dai loro umani.


Micia ha un portamento da vera gatta di casa: potrebbe stare ore immobile sul divano a riposarsi al caldo, mentre Joey ha lo spirito del cacciatore ed ama avventurarsi nel giardino, arrampicandosi ovunque ed assaltando tutti animaletti che passano per quelle parti.

Franco


TROPPI PER NOMINARLI UNO AD UNO


Festa del Gatto: non c’è modo migliore di festeggiarla se non con la propria famiglia, soprattutto quando questa è composta da ben ventiquattro bellissimi esemplari di una stirpe che prima o poi dominerà il mondo.

E’ difficile vivere da fuori sede lontana da tutti loro ma è doppiamente speciale il momento in cui torno a casa per abbracciarli tutti, coccolarli e vedere quanto sono cresciuti. Rossi, neri o di chissà quanti altri colori, ogni gatto che vive in casa mia ha un suo carattere ed una sua storia da raccontare, di avventure e di lotte, di amore e di cura – in una casetta che loro comandano e che riempiono di un affetto che nessun altro potrebbe colmare al loro posto.

Li ho visti crescere, salvati per strada o fatti nascere nell’armadio di camera da letto, e con loro ho percorso importanti passi della mia vita.

E oggi voglio mostrarveli per ciò che sono: una grande ed affettuosa famiglia, che tutti dovrebbero avere.

Adria


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