Secondo l’Università di Siena rientro nella categoria dei fuorisede, benché Grosseto, la città in cui vivo, disti appena 86 chilometri da Siena e sia raggiungibile in un’ora e un quarto con un autobus extraurbano di linea.
Posso tornare a casa quando voglio e, soprattutto, per le vacanze non devo affrontare “pellegrinaggi” infiniti a bordo di autobus zeppi di altri fuorisede. A Grosseto, però, c’è solo la mia famiglia “più stretta” (genitori, fratello e due gatti): la famiglia “completa” è lontana.
I miei genitori sono di Agerola, paese di 7745 abitanti in provincia di Napoli, appoggiato su una montagna a strapiombo sulla costiera amalfitana. Qui vivono i miei nonni, gli zii e i cugini, e da quando sono nata trascorriamo le feste comandate in questo paesino.
Quando ero neonata e vivevo a Mortara (provincia di Pavia; eh, sono nata a Vigevano, perciò sono lombarda di nascita …) “tornare a casa” comportava un viaggio in macchina di quasi dieci ore.
Trasferitici a Grosseto quando avevo sei anni, il viaggio si è notevolmente accorciato: tre volte l’anno saliamo in macchina e copriamo i 432 chilometri che separano Grosseto da Agerola.
In pratica io e la mia famiglia siamo fuorisede da ventidue anni.
Così anche questo Natale siamo scesi nel “medio Sud”. Mio fratello, che studia a Milano ed è molto più fuorisede di me, è arrivato con l’aereo direttamente a Napoli.
Ciò che ci aspettava ad Agerola erano le stesse tradizioni di sempre: il cibo, le chiacchiere intorno alla stufa, le cuginette più piccole che volevano giocare, il presepe vivente, la messa, il giro in macchina fino alla panoramica del Monte Paipo.
Non scherzo quando dico che tutto è uguale da sedici anni, tranne qualche piccola variazione: una signora anziana in meno, un bambino in più, qualcuno che si sposa, qualcuno che si lascia.
Anche le conversazioni sono quasi sempre le stesse: immancabili le domande sulla laurea, addirittura una sull’avere figli (nonostante sia notoriamente single da anni), sul dopo laurea (devo ancora prendere la triennale…).
Ciò che caratterizza le feste ad Agerola è la sensazione di smarrimento. Qua non ho amici né compagni di classe; non conosco praticamente nessuno se non i vicini di casa di nonna e di zia; non ricordo nemmeno le varie zone del paese.
Esattamente un anno fa mi ero definita “doppia fuorisede”: adesso penso che non sia più vero, perché la mia casa è a Grosseto.
È comunque una situazione ambigua: torno a Grosseto (in teoria) il weekend, ma durante le feste, quando tutti tornano a casa, vado regolarmente a casa dei miei. In questi giorni cercherò di perdere l’inflessione dialettale e una risposta a questo quesito.
Federica Pisacane
Prima di cominciare, siamo felici di comunicarvi che l'Università degli Studi di Siena metterà a…
Nel celebrare il mese delle donne, è imperativo riconoscere il contributo fondamentale del genere femminile…
Era il 18 giugno del 1943 quando a Bologna nacque Raffaella Maria Roberta Pelloni. La…
Quando si pensa alle invenzioni create e brevettate da donne, l'immaginario collettivo si figura quasi…
La dottoressa Rosalind Elsie Franklin, chimica e cristallografa, nasce il 25 luglio del 1920 a…
Ciao raghi, avevo detto che non ci saremmo più sentiti per questo Sanremo e invece...…