Fermiamo il veleno intellettuale: dopo il caso Castrucci

Ieri, martedì 3 dicembre, un gruppo di professori dell’Università di Siena ha convocato un’assemblea in cui docenti, studenti e personale amministrativo potevano confrontarsi in merito alla vicenda legata al professor Emanuele Castrucci.

“Niente di questo veleno intellettuale può trovare posto all’interno dell’istituzione universitaria, un luogo deputato alla formazione dei giovani, destinati a nutrire la vita politica e culturale della nostra Italia democratica”, si legge nel comunicato inviato due giorni fa.

Castrucci
(Fonte: pagina Facebook dell’Unisi)

GRANDE PARTECIPAZIONE

L’aula magna di Fieravecchia si è riempita molto velocemente. Già alle 14, orario di convocazione dell’assemblea, era impossibile trovare un posto a sedere e molte persone sono rimaste in piedi nella sala e addirittura nel corridoio. Presente anche la stampa locale e nazionale.

L’assemblea si è aperta con la proiezione della lettura da parte di Andrea Camilleri dell’appello agli studenti di Padova di Concetto Marchesi del 1943. In questo appello, Marchesi, abbandonando la carica di Rettore per entrare nella Resistenza, incitava gli studenti a liberare l’Italia da un pensiero che “vorrebbe convertire la gioventù universitaria in una milizia di mercenari e di sgherri massacratori”.

La professoressa Gabriella Piccinni, ordinaria di Storia medievale, ha coordinato l’assemblea, specificando che chiunque era libero di prendere la parola ed esprimere un’opinione o una testimonianza.

Tra gli studenti erano presenti le maggiori associazioni studentesche, nonché rappresentanti dei dipartimenti e membri del Consiglio studentesco. Molti i professori presenti, appartenenti soprattutto ai dipartimenti di Filologia e critica, di Scienze storiche e di Scienze sociali.

Non possiamo riassumere tutti gli interventi, che sono stati tanti e articolati; possiamo però dare un quadro complessivo delle opinioni emerse dal dibattito.

PUGNO DURO

Alcuni docenti, innanzitutto, premono affinché non solo il professor Castrucci venga allontanato dall’Università, ma che perda anche lo status di “professore” in quanto le ideologie che porta avanti non sono in sintonia con l’idea di formazione e creazione culturale in un’Italia democratica.

Qualcuno si è rifiutato di chiamare Castrucci “professore”, limitandosi a un generico “signore” proprio per comunicare lo sdegno. Altri, invece, hanno messo in evidenza la mancanza di controllo da parte dell’Università: persa nella burocrazia e nella valutazione standardizzata dei singoli insegnamenti, non ha mai preso in considerazione l’opinione diretta degli studenti che avevano già denunciato episodi simili più volte.

LA DENUNCIA DI LINK E CRAVOS

Cravos Siena e Link Siena hanno confermato queste parole, riferendo all’assemblea di tutti gli episodi di matrice fascista avvenuti all’interno dell’Università e denunciati senza che fossero presi dei provvedimenti.

Le due associazioni, inoltre, hanno chiesto esplicitamente al corpo docente presente come avranno intenzione di procedere nel momento in cui si verifichi un episodio analogo; entrambe sono convinte, infatti, che questa è soltanto la punta dell’iceberg.

L’INTERVENTO DEL RETTORE

Anche il Magnifico Rettore Francesco Frati è intervenuto, spiegando nei dettagli in che modo l’Università ha reagito ai tweet di Castrucci. Circondato da fotocamere, videocamere e registratori, Frati ha riferito la decisione dell’Università di presentare un esposto in Procura e di avviare un procedimento interno.

L’unica cosa che può fare, però, è sospendere Castrucci in via cautelare non appena la Procura avrà aperto un fascicolo; solo il Consiglio di amministrazione può destituirlo dall’incarico.

In ogni caso, il rischio di un ricorso è altissimo. Frati ha concluso l’intervento affermando la singolarità del caso, generando un mormorio di disapprovazione da parte delle associazioni.

Castrucci
Il Magnifico Rettore Francesco Frati in assemblea (Fonte: pagina Facebook Unisi)

LA COMUNICAZIONE OGGI

Si è discusso anche sui metodi di comunicazione giornalistica: le testate, infatti, hanno fatto rapidamente rimbalzare la notizia tramite i social, tutti a caccia probabilmente dello scoop e dell’indignazione generale. Il modo di fare comunicazione è drammaticamente cambiato; è impossibile arginare questa corsa verso la notizia, resa ancora più frenetica dalla velocità richiesta dai social.

COME EVITARE ALTRI CASTRUCCI?

L’assemblea di ieri è stata un momento importante di confronto tra i vari organi dell’università e un modo per trovare una soluzione a quel veleno intellettuale che non sta risparmiando nemmeno l’ambiente accademico.

Anche in questa assemblea, però, troviamo delle criticità. Mancavano quasi completamente studenti e docenti di Giurisprudenza, il dipartimento direttamente interessato dalla faccenda; anche altri dipartimenti non hanno preso parte all’assemblea.

I docenti presenti hanno espresso l’augurio di ritrovarsi ancora per costruire un fronte unico contro il rigurgito fascista; viene da chiedersi però in che modo si potrà coinvolgere l’intera comunità accademica.


Federica Pisacane

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