Il fratello cuculo: una favola giapponese

Salve, affezionati lettori di uRadio!
Entriamo a gamba tesa nell’argomento di oggi: quanti di voi hanno un fratello o una sorella? Quante volte avete scatenato una guerra nucleare perché lo spudorato si era permesso di rubarvi l’ultimo numero di Topolino, o peggio, aveva divorato di nascosto i pasticcini della nonna? Se vi riconoscete almeno un po’ nella figura dell’eterna vittima di questi soprusi domestici, e prima di passare alle maniere forti, c’è un’allegra favola del Giappone settentrionale chiamata Il fratello cuculo che dovreste leggere. Ecco a voi, con tanto amore.

«C’erano un tempo in una contrada due fratelli. Il fratello maggiore era veramente buono d’animo mentre l’altro aveva una natura malvagia. Un giorno i due fratelli se ne erano andati ognuno per proprio conto in montagna a lavorare. Lungo la strada di ritorno il fratello maggiore aveva raccolto delle patate di montagna e le aveva arrostite sul focolare ma, poiché il fratello sarebbe tornato tardi, aveva mangiato le parti stoppose e lasciate per il fratello le parti saporite.
Il minore tornò e il suo pasto fu eccellente. Ma il ragazzo aveva un animo maligno e sospettò ingiustamente che, se a lui era toccata una parte così saporita, quella che aveva mangiato il fratello era forse più gustosa della sua.
Allora uccise il fratello. Poi gli aprì lo stomaco. Ma vi trovò solo le parti non appetitose.
Allora persino lui provò rimorso. Voleva far qualcosa per ridargli la vita e si mise a cercare lo spirito volato via nel momento in cui il fratello era morto. E chiamò senza sosta con voce addolorata:
Acchi tonde itta ka, sei volato di là? Kocchi tonde itta ka, sei volato di qua? – vagando di giorno in giorno alla sua ricerca.
Nonostante ciò non trovò mai lo spirito del fratello. E nel frattempo il suo stesso spirito si trasformò in un cuculo. È per questo che anche oggi i cuculi gemono con voce addolorata achatoteta, kochatoteta

… Ma veramente? Cioè, davvero i giapponesi credono che i cuculi facciano un verso simile? In ogni caso, vedete che la letteratura classica può ancora avere un ruolo determinante nelle nostre vite? Pensateci bene, dunque: prima di ammazzare vostro fratello per scoprire se si è mangiato i fumetti, le macchinine o qualunque cosa credete vi abbia rubato, provate a vedere se li tiene nascosti sotto il letto.

Ivan Bececcco


Bibliografia:
M. T. Orsi (a cura di), Fiabe giapponesi, Torino 1998.

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