Più di 90 radio universitarie in tutta Europa hanno aderito, nel settembre 2015, al progetto Europhonica promosso dall’Unione Europea. Ragazzi di ogni età, nostri colleghi provenienti da Italia, Francia, Spagna, Germania e Portogallo, che da cinque mesi hanno il compito di informarci, attraverso il sito ufficiale dell’iniziativa, sulle complesse dinamiche che regolano l’attività dell’Unione, con interviste ai protagonisti e continui approfondimenti su piccoli e grandi argomenti dell’attualità che tutti i giorni ci interessano da vicino, ma che forse vengono continuamente lasciati ai margini del dibattito giornalistico ed informativo nazionale. uRadio, in vista dei primi sei mesi di attività del progetto, ha intervistato Alice Masoni, membro della nostra associazione e della redazione italiana.
Alice, Europhonica festeggerà a marzo il suo primo semestre di attività. Un primo bilancio da una delle sue protagoniste?
Il bilancio non può che essere positivo. Durante questi sei mesi io e gli altri ragazzi della redazione – che ricordiamo provengono praticamente da tutta Italia – abbiamo avuto modo di esplorare a fondo il mondo dell’Unione Europea. Per quanto mi riguarda, mi sento sicuramente più competente in materia e al tempo stesso credo di aver acquisito maggior consapevolezza dei diritti e dei doveri che comporta far parte di un’Unione come la nostra. Un altro aspetto che vorrei sottolineare riguarda il bellissimo legame che si è venuto a creare all’interno del team: nonostante ancora non siamo riusciti a conoscerci tutti di persona, siamo molto affiatati e ci sentiamo in grado di fare grandi cose anche in futuro!
Quale Europa vede uno studente universitario impegnato a fare informazione in prima linea, spesso dagli studi interni al Parlamento Europeo di Strasburgo?
Appena ho messo piede per la prima volta al Parlamento Europeo tutto mi è sembrato molto, forse troppo, più grande di me ed in qualche modo inarrivabile. Ma mi sbagliavo: aver avuto la possibilità di interloquire con i nostri amministratori europei ed averlo potuto in qualità di professionista del settore mi ha sicuramente fatto capire che al Parlamento Europeo si lavora per davvero. Certo, non è tutto oro quello che luccica, ma va detto molto spesso noi comuni cittadini non ci rendiamo conto della mole di lavoro che c’è dietro ogni dichiarazione, o ogni decisione presa all’interno del Parlamento. Con Europhonica, ci piacerebbe dar modo a tutti di capire un po’ meglio anche questo tipo di meccanismi.
Con lo svilupparsi di questo progetto appare sempre più importante avere una voce fuori dal coro dei media tradizionali, più vicino al pubblico studentesco.
Europhonica si propone proprio questo. È una fonte di informazione giovane, per certi versi innovativa, che ha l’obiettivo di fonte di far interessare il pubblico, anche più giovane, alle tematiche europee. Con il nostro lavoro vorremmo che tutti facessero proprio il concetto per cui ciò che viene discusso e deciso a Strasburgo o a Bruxelles ha ripercussioni dirette nella quotidianità di ognuno. Molto spesso, e attualmente forse ancor più che in passato, le istituzioni europee (così come quelle nazionali) appaiono come qualcosa di distante e poco concreto agli occhi di tutta la popolazione, non solo quella più giovane. Facendo un esempio concreto che possa interessare qualsiasi mio coetaneo, chi fa l’Erasmus dovrebbe essere ben cosciente del perché ha la possibilità di farlo, quali sono le tappe che hanno portato alla realizzazione di questo bellissimo progetto, e che niente è eterno o dato per scontato.
Fino al 7 marzo Europhonica propone il suo “best of”, che vuole dare l’occasione di riascoltare i temi più interessanti e i fatti salienti trattati nelle prime ventidue puntate del programma. Cosa potremo riascoltare dalle voci dei nostri speaker?
Ovviamente abbiamo messo a disposizione di chi ancora non ci avesse ascoltato, o perché no, di chi volesse fare un breve ripasso, gli estratti più significativi di questi primi sei mesi di Europhonica: si va dai diritti civili, all’euro e al mercato unico, dall’integrazione all’interno dell’UE, all’ormai celeberrimo, ma forse poco conosciuto nel dettaglio, trattato di Schengen.
Puoi dirci nulla sul futuro del progetto? Quali novità attendono Europhonica dietro l’angolo?
Siamo appena nati, di certo non ci fermiamo qua. Il progetto continuerà ad informare gli studenti universitari su cosa succede in Europa, come ha fatto finora. Con quali modalità? Basta seguirci sui nostri canali social per rimanere sempre aggiornati su tutte le novità dell’iniziativa!
Se volete saperne di più questo è il link per ascoltare alcune delle pillole selezionate per il “best of”. L’informazione a carattere europeo è di casa con Europhonica. Noi di uRadio, come sempre, ci saremo. E voi?
Andrea Coscetti