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Breve fuga di sopravvivenza

Le settimane di merda le vivono tutti, anche una Erasmus Superstar.
Nessuna pozione della felicità, nessuna cena pseudo-festa di compleanno, niente più dance society, pure il caffè al JC’s non sortisce il solito effetto rincuorante (com’è che becco sempre la barista incapace?), solo lunghe giornate di pioggia, k-way e scarponi logori, lunghi pomeriggi di silenzi, ore interminabili trascorse a cercare di affastellare una parola dietro l’altra, sforzandosi che abbiano almeno una parvenza di senso.

Come sopravvivere a tutto questo? Semplice: fuggire, meglio se con cuffie alle orecchie e un paio di amici.
La fuga la considero la mia arma da vigliacca di sopravvivenza, e anche l’unico modo per ritornare. Sono fuggita da casa, sono fuggita da Bari, sono fuggita da Siena, questa settimana è stato il turno di Swansea.
Niente di colossale, si è trattato solo di una breve gita fuoriporta, ma mi ha ricordato di come nelle mie vene scorra questa esigenza di costante cambiamento, di quanto sia elettrizzante che i tuoi occhi catturino qualcosa mai vista prima, il tuo palato assapori un gusto nuovo, le tue orecchie sentano storie esclusive da persone che fanno parte della tua quotidianità.
Quella sera sono andata a letto finalmente serena, e ritornare è stato bello tanto quanto partire.

Inizio a chiedermi se sarà lo stesso quando fra una settimana metterò piede a casa, se avrò i polmoni sufficientemente allenati quando a febbraio ritornerò in una città che aveva smesso di offrirmi pure l’aria per respirare.
Eccomi che ci sono, che sto iniziando a tirar le fila di questa esperienza, eccomi che inizio già a pensar a come sopporterò il ritorno, e mi sono già dimenticata delle preoccupazioni e delle ansie che non mi facevano sopportare l’arrivo. Ecco che mi parte il monologo perfetto dell’Erasmus depressa che non vuole rientrare e pensa a quanto sia stato meraviglioso il periodo abroad (su quante bocche queste parole si saranno posate?).
Nel frattempo qualcuno mi chiama. È J. che mi aspetta per il caffè. Mi ha salvata.
Ecco che ritorno ad essere la solita Erasmus superstar.

Dolce del giorno: miscuglio di profumi che allietano il mio naso mentre passeggio per Bath.

On air: Fly, Joel Grainger (anche se ascoltarlo dal vivo fra proprio un altro effetto)

Giulia Mele

A. Maggetti

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