Emotività e Razionalità: al di là degli stereotipi di genere

Deboli, docili, delicate. Di quante generalizzazioni siamo vittime ogni giorno? Noi donne, così fragili e così emotive di fronte agli audaci, razionali e ostinati uomini. E sì, purtroppo lo sappiamo: se anche a te chiedessero di attribuire su due piedi tre aggettivi alla donna e tre aggettivi all’uomo, con molta probabilità ti renderesti conto che inconsciamente anche tu non sei del tutto estraneo ad atteggiamenti sessisti.

Nel caso preso in questione qui sopra non te ne facciamo, o faremo mai, una colpa perché certi stereotipi hanno radici così profonde che è quasi impossibile non subirne alcuna influenza. Un po’ come i produttori di “Ritorno al Futuro”, che credettero o sperarono che da lì a trent’anni sarebbero state realizzate scarpe che si sarebbero allacciate da sole e hoverboard fluttuanti. Anche noi speravamo e ci auguravamo che a quest’ora la lotta ai pregiudizi non fosse più così necessaria.

È anche questo il senso della collana di articoli che ogni anno noi di uRadio dedichiamo alle donne nel mese di marzo. Affrontare questi temi, capire come il ruolo della donna sia cambiato nel corso del tempo e ragionare su aspetti così radicati. Questo ci aiuta a capire che direzione vogliamo prendere, quale obiettivo vogliamo raggiungere e quando parlare della condizione della donna non sarà più una questione così spinosa.

Quest’ultimo articolo non tirerà soltanto le fila del “Mese delle donne”, ma affronterà un altro, ultimo tema, e più che ripercorrere la storia, vi inviterà a riflettere.


Immagina

Immagina di passeggiare per strada, e di vedere sulla panchina davanti a te una donna in lacrime, ok? Ora immagina poi se al suo posto ci fosse un uomo. Visualizzare la seconda ipotesi ti è stato facile quanto la prima? Vedere un uomo piangere ti farebbe lo stesso effetto che sortirebbe vedere una donna farlo?

Ecco che si ritorna al punto di partenza: una differenza nella sfera emotiva tra uomo e donna fondata su nient’altro che uno stereotipo. Se è pur vero che in ambito scientifico diversi studi hanno dimostrato che uomo e donna hanno “cervelli diversi”, altrettanti dimostrano che, no, le donne non sono più emotive degli uomini.


Emozioni

Ormai è tradizione raccontare dei noti impeti emotivi di genere. D’altronde, si sa, siamo solitamente soggette ad attacchi di rabbia, tristezza, gioia, senza reali motivi. Sarebbe proprio un curioso caso, se solo non ci fossero di mezzo altri fattori. Partiamo dal presupposto che le esperienze individuali nulla hanno a che vedere con il genere, e che ogni persona ha un modo unico di manifestare le proprie emozioni.

La più semplice verità è che le donne sono soltanto più inclini ad esprimere le emozioni rispetto agli uomini e non è difficile capirne il motivo. Tornando all’esempio sovrastante, infatti, le persone potrebbero reagire in modo diverso di fronte a un uomo che piange rispetto a una donna a causa delle aspettative sociali. Non sia mai un uomo venga considerato “debole” o perda di virilità. Di conseguenza, è comprensibile che gli uomini siano portati a nascondere le proprie emozioni o ad esprimerle in maniera limitata.


Per la parità

In questo ambito a rimetterci sono entrambi i sessi. Se da un lato l’uomo viene inibito dalla pressione sociale, dall’altro la donna è oggetto di una percezione distorta (e ancora una volta stereotipata) sulla razionalità. In altre parole, è come se l’essere così emotive ci impedisse di essere altrettanto capaci di prendere decisioni razionali. Superfluo aggiungere che si tratti di una percezione totalmente infondata.

Parlare di donne significa anche parlare di parità, e proprio alla luce di quanto detto, è importante continuare a veicolare messaggi che contrastino i modelli ai quali siamo (mal) abituati. Allo stesso modo è importante riconoscere il valore delle emozioni senza inutili e infondati giudizi in base al genere. Questo perché essere emotivi e mostrare le proprie emozioni non significa essere deboli o poco virili. Ricordiamoci sempre che le emozioni sono un aspetto naturale della vita umana e tutti, uomini e donne, dovrebbero essere in grado di esprimere se stessi in modo autentico e onesto.

Flavia Ciociola

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