BAOTOU, CHINA-FEBRUARY, 2011: This huge lake (11 km2) is filled with all the toxic remains of the differents Rare-Earth factories around. 9 300 000 tons of rare earth and 95 000 tons of radioactive thorium, extremely dangerous for the villagers living around. This toxic lake is also only 10km from the Yellow River. (Photo by Veronique de Viguerie/Reportage by Getty Images)
Scarti di lavorazione del neodimio nei pressi di Baotou la quale si vede sullo sfondo.
Il neodimio fa parte delle cosiddette terre rare, estratte per il 97% in Cina, nella Mongolia interna, nel distretto della città di Baotou. Questo minerale, che rappresenta un’enorme ricchezza finanziaria, nonchè tecnologica, provoca anche un grave danno ambientale e salutare per via di tutto il processo estrattivo e di lavorazione. Chiediamoci il perché il 97% di questo minerale venga estratto in Cina, nonostante esso sia posseduto solamente per il 30% da questa nazione rispetto a tutte le riserve mondiali; la spiegazione è semplice: la Cina non bada ai gravi danni ambientali e alla salute.
Questo spiega come sia possibile che, nei pressi di una città che è passata nel giro di vent’anni da 97 mila abitanti a ben 2 milioni e mezzo, sia situato un lago che raccoglie tonnellate di fluidi di scarto del processo di estrazione e lavorazione, ci siano tubature che corrono anche sui marciapiedi del centro abitato, ci sia puzza di zolfo perenne e stagnante nell’aria. Si spiega anche come sia possibile che un centro abitato, originariamente avente 4000 abitanti ed ora a stento una ventina, sia situato esattamente sulle rive di questo lago artificiale, con tanto di fontana dalla quale prelevare acqua proveniente dal sottosuolo per svolgere tutte le solite cose domestiche ed abbeverarsi!
Mi avvio alla conclusione dedicando qualche riga ad un appello: viviamo in una società dove il mercato è divenuto quanto mai dipendente dalla reazione dei consumatori (prendiamo ad esempio il caso “olio di palma”) e dalle loro intenzioni, quindi signore e signori, riflettete un pochino sul vostro dispositivo, chiedendovi “ma è mai possibile che dietro tanta tecnologia, ci sia tanta barbarie“? Siate consci di cosa si cela dietro ad uno schermo che ci permette di fare una vita più connessa con tutti i vantaggi, ma con altrettanti svantaggi per centinaia di migliaia di persone, delle quali i colossi non hanno premura sufficiente, se non inesistente (come i dirigenti quali Bill Gates, operanti anche nel campo di aiuti umanitari con donazioni, ma poi artefici di un’industria così).
Si deve guardare al progresso sincero e utile al benessere e proprio per questo ritengo che il progresso non si debba celare in tali metodi di estrazione, appositamente tutelati dagli interessi commerciali. Garantisce senza dubbio un progresso finanziario, un arricchimento, ma il progresso è un qualcosa di polimorfo che penetra le tre sfere principali della nostra umanità: società, ambiente ed economia. E’ implicito il rispetto dei diritti dell’uomo, della sua dignità e conseguentemente il rispetto della dignità di un popolo, il quale non può essere depredato in tal modo come accade nel caso della Repubblica Democratica del Congo.
Scarti di lavorazione del neodimio scaricati in natura.
La cosa stupefacente è il rendersi conto che la DRC ha una ricchezza finanziaria potenziale sbalorditiva dato che ha sul suo territorio diamanti, oro, petrolio, stagno, cobalto, tantalio, per non parlare delle potenzialità idroelettriche, ma in pratica è il 176° paese per indice di sviluppo umano su 188, è uno dei più poveri al mondo con un PIL pro capite pari a 680$.
La cosa che tutti dovrebbero condannare è il fatto che bambini, ragazzi, donne e uomini vengono pagati 1$ o 2$ per ogni chilogrammo di materiale estratto, il quale viene poi venduto sul mercato per un valore pari a 3500$ al chilogrammo (tantalio) e di queste ricchezze solo una misera parte torna a beneficio di quello stato.
La World Bank (rapporto 2015) testimonia un lieve miglioramento economico del paese, frutto proprio dell’incremento dell’attività mineraria, ma allo stesso tempo testimonia una condizione sociale davvero gravissima e un alto numero di stupri soprattutto nella regione del Kivu per non parlare del conseguente sovraccarico del sistema sanitario, non capace di sostenere un simile disastro umanitario.
Sperando di aver fornito utili spunti, chiudo facendo un omaggio a quei minatori defunti e non che svolgono questo mestiere infernale per poter sopravvivere.
Artur Glukhovskyy
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