Le vacanze sono finite e l’Università ha ripreso il suo solito, estenuante e irrefrenabile ritmo di corsi ed esami. Non temete: come anticipato nel post pubblicato ieri sulla pagina ufficiale di uRadio, quest’anno la Rubrica Videogiochi si rinnova e riprende il proprio calendario con tanta voglia di conoscere, migliorare e seguirvi settimana per settimana! Se vi siete persi la bellissima canzone jazz in anteprima, correte ad ascoltarla sulla nostra pagina! Tenetela pure come sottofondo mentre iniziamo ad analizzare un gioco recentissimo, di appena un mese fa, la cui fama è già arrivata niente di meno che nella redazione del The Guardian. Il giornale britannico ha dedicato un lungo articolo a questo gioco, che potete trovare sul loro sito ufficiale, descrivendolo come unico nello scenario videoludico moderno e capace di riportare in vita le meraviglie della “Golden Age” dei Cartoni Animati: parliamo dunque di Cuphead!
Sviluppato e pubblicato dai fratelli Chad e Jared Moldenhauer di Studio MDHR, Cuphead esce ufficialmente il 29 Settembre 2017, pronto per conquistare il mondo intero con le sue meravigliose animazioni e musiche. Si ispira ai cartoni degli anni ’30, rinnegando i programmi di grafica moderni per favorire l’uso delle tecniche che la Disney ha sfruttato per i suoi capolavori, o gli stessi Fleischer Studios, a cui il gioco fa maggiormente riferimento. Cuphead è infatti realizzato fotogramma per fotogramma, disegnato e colorato rigorosamente a mano e curato nei minimi dettagli, per rendere vivo lo spirito di quegli anni.
Chi inizia il gioco potrà magari riconoscere lo stile di Tom e Jerry, Braccio di Ferro, il Picchio Picchiarello o Silly Symphony, nonchè la somiglianza tra Cuphead stesso (il protagonista del gioco, assieme a suo fratello Mughead) e Mickey Mouse. Analogamente, l’intera soundtrack è costituita da quasi 3 ore consecutive di jazz, swing e cori maschili che nulla hanno da invidiare alla musica che tanto abbiamo imparato ad amare nei vecchi cartoni. New Orleans insegna e Cuphead ne coglie le intramontabili lezioni, giocando le sue migliori carte per creare una sfumatura musicale unica nel suo genere nel settore videoludico.
Cuphead viene catalogato come un gioco “run ‘n gun”, dove letteralmente bisogna solamente correre e sparare ai nemici – un pò come il caro Metal Slug. Come in passato, anche questa volta ci ritroveremo un mondo 2D che scorre di fronte ai nostri occhi: carico di ostacoli da superare con i salti, o da schivare, nonchè particolarmente frenetico nelle difficoltà che inserisce sul tuo percorso. E’ necessaria una buona dose di pazienza e di abilità per raccogliere la sfida che Cuphead lancia fin dal suo tutorial, preparandosi a rimboccarsi le maniche con la tastiera o con il joystick.
Ogni sezione di mappa esplorabile contiene mini-boss da dover sconfiggere: per ciascuno di questi sarà necessario scovare le migliori tecniche e strategie per poter avere la meglio, stando bene attenti a non perdere tutte le vite a disposizione (le solite 3) e cercando di non perdere la pazienza dopo l’ennesimo fallimento casuale. Sarà possibile acquistare in un negozio nuovi armamenti, abilità e magie che cercheranno di renderti la vita un po’ più facile e di meglio adattarsi alle tue necessità, nonché modalità di gioco. In alcuni livelli sarà persino necessario abituarsi all’idea di dover pilotare un piccolo aeroplano, sparando al boss ed evitando tutto ciò che appare sullo schermo – prima ci si abitua all’idea che ogni piccolo oggetto ci toglie vita, meglio è!
Ma cos’hanno fatto di male i nostri protagonisti per dover affrontare tutti questi Boss?
Una cosa tanto banale quanto fatale: un giorno i due fratelli decidono di entrare in un Casinò, dove iniziano a vincere con i dadi. Il manager del posto, il Re Dado (la cui canzone è proprio quella condivisa ieri sulla nostra pagina!), chiama il proprietario del Casinò: il Diavolo in persona! Da qui il passo è breve: il Diavolo promette di dare ai due fratelli tutti i soldi del Casinò se riusciranno a eseguire un altro tiro buono, altrimenti dovranno dargli le loro anime. Cuphead, proprio lui, cede alla tentazione e tira i dadi – sbagliando enormemente e ritrovandosi costretto a mercanteggiare una soluzione differente. Il Diavolo allora propone loro di andare per il resto dell’isola a prendere dei veri e propri Contratti, di tutte le persone che gli devono l’anima, ma sconfiggerli entro un giorno o le loro anime andranno perdute.
E qui inizia una vera e propria caccia, spesso dolorosa ma necessaria, che fortificherà il giocatore stesso passo dopo passo – perché per quanto difficile sia una battaglia, una volta conclusa si è inevitabilmente imparato qualcosa di nuovo e si è ancora più determinati a raggiungere la sfida successiva. Come è solito dire ultimamente, Cuphead ti attira per la sua meravigliosa grafica anni ’30 e ti incatena con la sua difficoltà in una serie di sfide e di prove di abilità. Il gioco ha letteralmente riaperto il dibattito sulla difficoltà dei videogiochi moderni, contrapposta a quella dei più vecchi, costringendo il giocatore a dover dare il meglio di sé per poter uscire vittorioso dalle minacce presenti. Non sarà sufficiente cercare aiuti su internet o tutorial, perchè soltanto l’abilità, la pazienza e (come direbbe qualcuno) la Determinazione possono farti proseguire sulla tua strada.
Cosa aspetti? Fai appello alla tua bravura e fortuna, entrando nel Casinò del Diavolo e cercando di raccogliere tutti i Contratti. Ma stai attento, potresti perdere anche tu.