COLORE, SAPORE, STUPORE

L’estate porta non solo sole, caldo e tanta voglia di andare al mare, ma anche spensieratezza e allegria. Proprio quest’ultima si poteva scorgere negli occhi  e nei sorrisi dei bambini che ieri pomeriggio hanno letteralmente invaso il Rettorato.

Sfrecciando da un stand all’altro, catturati dai loro colori e profumi, sono stati i protagonisti indiscussi dell’evento “La meraviglia del piatto: cromaticità, scienza, estetica”, legato all’ormai ben noto (ma repetita iuvant, sempre e comunque) ciclo di incontri sull’Expo dal titolo “Il nostro cibo, la nostra storia, il nostro futuro”, promosso dall’Università di Siena.

“Nutrirsi significa procurarsi, tramite il cibo, le sostanze necessarie per vivere: energia e principi nutritivi”. Se la prima impressione è quella di essersi ritrovati in un’aula di San Miniato, questa  è stata del tutto smentita non appena il prof. Alessandro Donati si è messo all’opera catturando l’attenzione di tutti, grandi e piccini, con una serie di esperimenti chimici. Il suo intento era volto a mostrare come possono reagire alcuni composti di alimenti che si trovano solitamente sulle nostre tavole, come ad esempio l’estratto di cavolo nero che cambia colore alterando la sua basicità o acidità, o anche l’amido di mais che se unito all’acqua si comporta come un liquido non newtoniani. La più stupefacente fra tutte è stata senz’altro la reazione con l’azoto liquido con cui il professore ha preparato del gelato al cioccolato -i vapori che emanava il composto sono stati una gioia per gli occhi dei bambini. Dunque il cibo può essere oggetto di studio in laboratorio e lo studio può avere anche risvolti leggeri e divertenti e, perché no, pure succulenti.

Dall’altro lato dell’atrio gli stands  offrivano la degustazione di sorbetti particolari perché prodotti con frutta e verdura, come fragola e rosmarino, kiwi e spinaci (una delizia!), albicocca, mela e barbabietola: senza dubbio la vera chicca della serata.

Un bel modo per tornare a casa stupiti e sazi  –di scienza.

 

Giulia Mele

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