Bioshock Infinite: immergerci in una rivoluzione

Rieccoci con un nuovo appuntamento a tema videoludico! Questo 2016 inizia con una saga a dir poco amata e apprezzata dal mondo intero, capace di sorprendere dal primo all’ultimo capitolo: stiamo parlando di BioShock, di cui il nostro caro Giacomo illustrerà gli elementi più importanti nell’appuntamento delle 17:00 su Insert Coin (non mancate!), e di cui io illustrerò un capitolo in particolare – cioè Infinite, soffermandomi, più che sulla trama in sé, sulle caratteristiche che lo rendono un titolo tanto amato quanto raro nel suo genere.

La storia di Infinite si svolge a Columbia, una città volante simbolo della potenza mondiale degli Stati Uniti d’America e caratterizzata dal forte spirito di superiorità morale dei suoi cittadini. È, senza alcun dubbio, un ottimo luogo per vivere… se sei bianco, socialmente rispettabile, preferibilmente eterosessuale, e fedele alla dottrina religiosa ufficiale del “benevolo” leader della città. Se ti trovi mancante di una o più di queste caratteristiche, allora questo piccolo paradiso volante diventa velocemente l’inferno sulla Terra! Episodi di razzismo dietro ogni angolo, alcun diritto al lavoro e una dottrina religiosa che cataloga gli “altri” come essere spregevoli, miseri e privi di diritti (non molto diverso dai problemi realmente esistiti in America nei primi anni del secolo scorso, o per citare l’anno del gioco, nel 1912). Non a caso esiste un movimento cittadino di ribellione, che si erge contro il sistema capitalistico per lottare a favore dei diritti umani: il Vox Populi. Bioshock Infinite è, prima di tutto, un gioco che promuove una critica: una critica ai sistemi dove non ci sono gli stessi diritti per tutti e una critica alle religioni, spesso usate come scudo o giustificazione per proteggere i propri crimini. Un gioco che fa ruotare le sue trame intorno al tema del multiverso, “secondo il quale il mondo in cui viviamo è solo una delle infinite possibilità di esistenza al di fuori del nostro spaziotempo” (da cui deriva, appunto, il titolo “Infinite”).

BioShock_Infinite (2)L’elemento più importante d Bioshock Infinite è il suo scontrarsi con problemi sociali in maniera del tutto realistica ed oggettiva, nel riconoscere che la vita è complicata e per nulla facile – o, forse meglio dire, per nulla giusta. Un buona ideologia non ti rende sempre una buona persona, una brutta ideologia non ti rende una persona cattiva e l’ignoranza non è sempre un peccato mortale, come spesso capita di pensare. Ancora, la battaglia stessa per la libertà e per la parità dei diritti non è qualcosa di idilliaco, perfetto, illuminato da una strana luce eroica. Le rivoluzioni, anche nella storia, non sono mai state svolte senza spargimenti di sangue. O se lo hanno fatto, è stato qualche raro caso isolato. Anche con le più nobili aspirazioni, i movimenti anarchici (del tipo Vox Populi) possono trasformare gli uomini in mostri e Bioshock Infinite non si pone problemi nel mettere in mostra gli abusi e le atrocità che le persone prive di potere mettono in atto nel momento in cui arrivano a tenere la situazione in mano. (Non vorrei fare lo storico della situazione, ma in un reale caso analogo si potrebbe prendere come ottimo esempio la Rivoluzione Francese e il famigerato Robespierre – mentre nel gioco, potremmo prendere come esempio il personaggio di Daisy Fitzroy).

Anche in una situazione che può sembrare, a prima vista, come un qualcosa dalla risposta facile ed immediata, Infinite ti mette nella posizione di poter osservare, riflettere e giudicare con la tua mente ciò che accade all’interno del gioco. Sarebbe stato facile affermare che i coraggiosi lottatori del Vox Populi fossero Cavalieri senza macchia e senza paura, mentre gli uomini del governo o semplici cittadini bianchi di Columbia degli esseri malvagi senza cuore. Sarebbe stato facile e, quantomeno privo di personalità e realismo, fermarsi qui e dire: “il razzismo è sbagliato, okay!?” – come se la differenza tra il Bene e il Male sia una linea netta e precisa, e non un lungo percorso tratteggiato e sfumato. Infinite si pone ad un livello superiore: tra i membri del Vox Populi ci sono anche degli elementi dall’operato quantomeno discutibile; tra i cittadini vi sono persone che tendono ad agire per il bene e per la libertà. Il gioco ci lascia la libertà di formarci una propria, personale, idea della questione e questo lo rende infinitamente molto più interessante di quanto si potrebbe pensare.

Quello che probabilmente colpisce di più del messaggio di Bioshock Infinite è la dimostrazione di quanto violenta e reale sia la realtà stessa (sembra un gioco di parole, ma purtroppo Columbia è solo una piccola rappresentazione di quelli che sono stati alcuni momenti che l’America ha realmente vissuto nel passato). La violenta ribellione anarchica non è che marginalmente diversa dalle altre innumerevoli ribellioni che hanno caratterizzato la nostra storia. Così, nell’incontrare gli abitanti di Columbia, nel confrontarci con le loro colpe, i loro fallimenti e le loro vittorie, ci ritroviamo stranamente in una realtà che non è tanto diversa da quella che ha caratterizzato quasi tutti i Paesi della Terra. In maniera maggiore o minore, a seconda dei singoli casi.

In sostanza, Infinite è un gioco che ha la potenzialità non di esporre, ma di immergerci in idee e punti di vista che magari non abbiamo mai avuto l’occasione di scoprire o analizzare: di camminare in mondi abitati da persone diverse da noi e di compiere scelte basate sulle nuove informazioni acquisite. Un gioco che, in fin dei conti, ha qualcosa da dire, qualcosa da comunicare – e non aspetta altro che qualcuno faccia *click* sul pulsante Start.

Mi raccomando, fatevi trovare tutti sintonizzati su Insert Coin, questo pomeriggio!

Adria J. Necula

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