Ben Harper & The Innocent Criminals – Call It What It Is

Il percorso artistico di Ben Harper lo aveva portato, nell’ultimo periodo, ben lontano da dove era iniziato. Sono stati anni altalenanti, ricchi di sperimentazioni ma mai di risultati straordinari: dopo lo scioglimento, nel 2007, degli Innocent Criminals (band con cui ha dato alla luce quello che forse è il suo capolavoro, Lifeline), sono arrivati due dischi con i Relentless 7, un paio di lavori in duetto e Give ‘till It’s Gone, unico album da solista negli ultimi 5 anni. Prodotti buoni ma mai ottimi, in cui mancava la scintilla di genialità dei tempi d’oro. Oggi, grazie anche all’apporto della sua band storica, gli Innocent Criminals appunto, quella scintilla sembra essere ricomparsa: e Call It What It Is, ultima uscita dell’artista californiano, è qui per testimoniarlo.

Innanzitutto, il ritorno al passato è evidente dal tema del disco: la title-track, infatti, tratta degli abusi della polizia americana nei confronti di persone di colore. Ben Harper Innocent Criminals 2Trevor Martin, Michael Brown, i 24 neri disarmati uccisi nel 2015: tutti casi che, canta Harper, vanno chiamati col loro nome, ossia omicidio. La canzone si ricollega a Like a King, pezzo contenuto nel disco d’esordio del singer americano, Welcome to The Cruel World: stessa tematica, stesso messaggio, stessa forza dirompente. Call It What It Is è un brano cupo, potente, con la chitarra slide di Ben sempre in primo piano.

Ma quest’ultimo lavoro è un back to the roots anche per quanto riguarda le sonorità. Harper recupera tutte le influenze che hanno reso grande la sua musica, e le esplora tutte: dal rock di matrice seventies di When Sex Was Dirty (con tanto di cowbell), si passa istantaneamente ad un’atmosfera acustica e raccolta con Deeper And Deeper, una ballad davvero emozionante. C’è il reggae di Finding Our Way, ci sono le suggestioni country di All That Has Grown: Call It What It Is è un’altalena di emozioni, che non si concede mai il peccato della prevedibilità, e stuzzica l’ascoltatore con brani ed ambienti musicali sempre nuovi.

Tra i momenti più interessanti del disco, citiamo senza dubbio il trascinante singolo Pink Balloon, la solare Shine e l’emozionante Dance Like Fire. Ma è l’intero lavoro a lasciare positivamente colpiti, per la freschezza e l’ispirazione delle composizioni: Ben Harper è tornato a fare ciò che sa fare meglio. Merito di questo Ben Harper Innocent Criminals 3va senza dubbio attribuito anche agli Innocent Criminals, che tornano a costituire con l’artista di Claremont il nucleo e la base di capolavori come il già citato Lifeline. L’alchimia è quella giusta, ed il risultato non delude.

Call It What It Is segna il ritorno di Ben Harper ai livelli a lui più consoni, dopo un periodo di (mezze) delusioni. Tra le note di quest’album traspare non la voglia di sperimentare, di trovare strade nuove, quanto quella di fare buona musica. Troviamo infatti sonorità tipiche per il cantante californiano, che tuttavia non annoiano e, anzi, riescono a risultare fresche e sempre coinvolgenti, grazie ad una sapienza compositiva rara. Non vi aspettate, dunque, cambi di direzione improvvisi: Ben è tornato a casa, e chi ha sempre apprezzato la sua musica, amerà anche questo Call It What It Is.

Giacomo Piciollo

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