Che Siena sia collegata in maniera piuttosto precaria con il resto del mondo non mi sembra una novità. La città medievale mantiene il fascino della rocca inespugnabile: per raggiungerla, può essere più comodo e veloce un ronzino di un treno. Almeno a dorso di mulo uno si può anche caricare la valigia e non la deve trascinare come se fosse il fardello di un qualche girone dantesco per le rue della città.
Il trenino, infatti, che percorre la tratta da e per Firenze è sinceramente inadeguato per una città che coltivi una qualche vocazione turistica. Nello stesso tempo in cui Rihanna fa uscire tre dischi, Celentano inanella sette pause, il Papa canonizza una mezza dozzina di missionari e il Titanic affonda, è possibile raggiungere Firenze. A volte. Senza la consolazione, però, di avere accanto Kate Winslet.
Tra l’altro, il treno passa lungo una rotaia che è quanto di più simile ad un sentiero tra i boschi si possa immaginare. Tocchiamo in ogni caso l’apice della magnificente bellezza quando bisogna pure fare il cambio a Empoli. Ora, io non so perchè l’umanità sia riuscita a mandare non solo l’uomo nello spazio, ma persino un cane, però non ci sia un diretto per Firenze a tutte le ore. Mah.
Freccialink: che idea geniale.
Trenitalia è giustamente intervenuta qualche anno fa – nel 2016 – reinterpretando l’ovvio: ha inserito ben due corse in pullman. Avanguardia pura insomma. Il servizio si chiama Freccialink e collega la città del Monte dei Paschi a Firenze: una decina di volte al giorno, no? Macchè, poi s’inquina troppo. Una volta la mattina, una la sera. Stop. Due arrivi e due partenze per un totale di quattro corse al giorno. Non esattamente una fitta rete di trasporti, vero?
Tra l’altro, un servizio della Tiemme che collega Siena e Firenze già esiste: la sola differenza qui la fanno il costo (Frecialink costa quanto un viaggio in treno!) e l’orario, che combacia con un Frecciarossa per Milano. Come dicevo, una pensata straordinaria che ha rovesciato la scacchiera geopolitica toscana post-Montaperti.
Arrivano le Frecce! Ma a Chiusi.
Qualche giorno fa, titoloni su svariate testate locali. «A Siena l’alta velocità», «A Roma in meno di due ore», «In Bangladesh in mezza giornata» e via discorrendo. Mi sono chiaramente rallegrato: finalmente un mezzo su rotaia che colleghi la città al resto della penisola, e pure con l’alta velocità!
E invece.
A leggere meglio, i titoloni sono abbastanza ingiustificati. Innanzitutto, l’alta velocità arriverà a Chiusi, non a Siena. E, a occhio e croce, grossa parte del merito lo ha proprio l’amministrazione cittadina di Chiusi e, mi pare di capire, addirittura l’Associazione albergatori di Chianciano Terme! Insomma, sul carro dei vincitori salgono anche di buon diritto l’assessore regionale alle infrastrutture e il viceministro. Perchè no, a questo punto decide di salirci pure il sindaco – uscente – di Siena.
E qui scattano le dichiarazioni sul tempo di percorrenza Siena – Roma, come se ci si fosse improvvisamente accorti che il Lazio non confina con il Turkmenistan ma è poi qua dietro. Il problema iniziale è collegare decorosamente Siena e Chiusi: attualmente, i treni ci sono, con una cadenza oraria imperscrutabile (credo seguano la serie di Fibonacci) e intervallati da un pratico servizio autobus. Giuro.
A Roma in un lampo: i cambi non esistono?
Il tempo di percorrenza? Varia – non mi è chiaro il perchè – da 1h 15′ a 1h 40′: qualche treno ci mette di meno, qualche autobus ci mette di più. Insomma, non mi sembra proprio la rete ferroviaria giapponese, ma soprassediamo.
Oltre ai titoloni sull’alta velocità a Siena (che, ribadisco, non sta arrivando) vengono riportate delle dichiarazioni del Sindaco che spiega come si arriverà velocemente a Roma. Non sarà più necessario infilarsi in una scatola e farsi spedire da qualche corriere-schiavo di Amazon, ma basterà prendere il treno per Chiusi, che ci impiegherà magicamente solo 1h 05′. Ah.
Dopo aver tirato fuori dal cilindro questa linea potenziatissima di regionali, ecco il tocco di classe. Siccome il tratto Chiusi-Roma con l’Alta Velocità sarà percorribile in meno di 40 minuti, si potrà andare da Siena a Roma in un’ora e 45 minuti di treno. Capito? Questi regionali velocissimi avranno evidentemente anche un sistema di catapulte sotto il sedile che BAM ti faranno passare da un treno all’altro senza avere il tempo di esclamare: «maremma zucchina!». Un cambio che più rapido non si può.
Una notizia montata ad hoc.
Ricapitoliamo:
- L’alta velocità non arriverà a Siena ma a Chiusi;
- Il sindaco di Siena avrà smosso mari e monti ma nulla ha potuto contro la forte Associazione albergatori di Chianciano Terme;
- Se vuoi salire su una Freccia devi catapultarti in qualche modo in tempo da un treno all’altro, sennò non giustifichiamo questi titoli di giornale;
- Siena coglie la palla al balzo non cercando di attirare verso di sè nuovi mezzi bensì proiettando il pendolare o il turista da un’altra parte. Furbo.
Insomma, la velocità con cui la notizia dell’alta velocità a Siena è stata spazzata via come una nuvoletta di fumo è desolante. Eppure, l’impressione è che si sia anche convinti di aver fatto abbastanza e di avere le carte in regola per poter accolgiere turisti, studenti e chi più ne ha più ne metta.
Nel dubbio, la notizia per ora ci lascia tiepidi e un po’ sconcertati ma pronti a ricercare nuovi mezzi che colleghino Siena al 2018: vado a questo punto a finire di gonfiare i palloncini con l’elio.
Dopotutto, se hanno trasportato in Sudamerica un vecchietto scorbutico e uno scout in sovrappeso con annessa villettina, potranno aiutare anche con me e la mia valigia, no?
Mattia Barana.