Cosa hanno in comune Calibro 35, Lucio Corsi, Coriky, Fontaines D.C. e Idles? Hanno tutti prodotto album che hanno salvato l’insalvabile: il mio 2020.
I dodici mesi più lunghi della storia dell’umanità sono finalmente giunti agli sgoccioli. Sembra quasi di intravedere una lucina timida in fondo al tunnel, ma meglio star zitti dato che Paolo Fox aveva previsto un cielo fortunatissimo per il mio segno e poi si è visto come è andata a finire.
In ogni caso, qualcosa di buono c’è stato anche in questo anno assurdo. La musica sicuramente.
Purtroppo il settore musicale, e dello spettacolo in generale, ha ricevuto una batosta incredibile. Chi mai potrebbe credere che questi artisti che ci fanno tanto divertire in realtà facciano parte di un vera e propria categoria lavorativa, e che come tali quindi debbano essere riconosciuti e tutelati.
Frecciatine necessarie a parte, torniamo al buono. Nonostante i concerti e i festival cancellati, le difficoltà e le incertezze, le nuove uscite sono state tantissime. Qui vi faccio una summa di quelle a cui mi sono affezionata di più.
Pensatela come a una lettera di ringraziamento a coloro che durante i vari lockdown mi hanno salvata dalla mia tendenza allo sproloquio delirante.
Album il mio 2020
Calibro 35 – Momentum
Il gruppo che mi ha fatto innamorare dei film di Umberto Lenzi saluta definitivamente l’immaginario poliziottesco, ma torna più forte di prima. Questa volta i Calibro 35 attingono a piene mani dalla contemporaneità, così accanto alle influenze soul e funk a cui eravamo abituati spuntano fuori anche quelle dell’hip hop e del nu jazz inglese.
Menzione speciale dato che il loro è stato l’ultimo concerto visto in cui lo stare appiccicati come sardine era percepito come la normalità.
Canzone preferita: Automata
Album il mio 2020
Idles – Ultra Mono
Catartici e terapeutici. Il suono di una spada che si conficca e scava a fondo, ecco come pensare agli Idles (parafrasando una canzone dell’album). Tra rulli di batteria che arrivano come veri e propri macigni e riff di chitarre schizofrenici, non c’è alcun dubbio sullo stato di guerra in corso. I testi lo chiarificano subito: si tratta in primis di una guerra mossa contro noi stessi, per poter accettare la rabbia e la vulnerabilità. Solo in seguito il conflitto può (e deve) trasformarsi in critica delle ingiustizie sociali.
Belli e bravi come sempre.
Canzone preferita: Danke
Album il mio 2020
Coriky – S/T
Debutto del trio composto da Ian MacKaye, Amy Farina e Joe Lally. Nomi tutt’altro che nuovi per chi è affezionato a un certo punk americano, ma in questo progetto la storia dei Fugazi non è affatto ingombrante, e forse proprio per questo ho amato tantissimo questo album. Non c’è nessun sentore di nostalgia, nessun occhiolino ammiccante per dare il contentino ad un seguito maturato in 40 anni di servizio alla musica. Solo voglia di continuare a suonare, e farlo con la solita classe indiscussa di sempre.
Canzone preferita: Hard to explain
Lucio Corsi – Cosa Faremo da Grandi?
Più che un cantautore, Lucio Corsi è un vero e proprio cantastorie. In questo suo secondo album troviamo ancora una volta la sua amatissima Maremma, ma anche una discreta dose di Marc Bolan in conversazione con Scott Walker. Ogni canzone è un microcosmo di personaggi fantastici: treni che in realtà sono capi indiani, il vento che partecipa a uno show televisivo, un ragazzo costretto a tenere le tasche piene di sassi per non volare via. Come riuscire a trovare la magia nelle piccole cose di ogni giorno.
Canzone preferita: Bigbuca
Album 2020
Fontaines D.C. – A Hero’s Death
Viscerale, magnetico e siderale questo secondo album della band di Dublino. Strappa il fegato e lo restituisce direttamente a brandelli, complice sicuramente il cantato di Grian Chatten che quasi rasenta la litania e risulta a dir poco ipnotico. Le melodie non fanno che mimare e amplificare questo effetto, componendosi su un gioco di ripetizioni che in certe canzoni diviene ossessivo, in altre invece si fa quasi respiro di sollievo.
Canzone preferita: A Lucid Dream
Questi sicuramenti gli album del 2020 che hanno attutito molte delle botte (metaforiche e non) prese durante l’anno. La musica salva sempre.
Alice Fusai