Telegram: lo scontro con WhatsApp è cominciato?

Non è passato tanto tempo da quando una mattina molti di noi si sono risvegliati trovandosi un messaggino sul proprio cellulare da parte di nientepopodimeno che Whatsapp, il quale ci avvertiva che l’applicazione sarebbe stata resa gratuita per sempre. Non abbiamo fatto in tempo a gioire come si deve della lieta notizia che un altro messaggio ha smentito il tutto ricordandoci di sganciare soldini per poter continuare ad usufruire del servizio.

A questo punto alcuni possono chiedersi se valga la pena subire i pesci d’aprile in anticipo di Zuckerberg o vagare per nuovi, inesplorati lidi: ed è qui che subentra l’ancora semisconosciuto Telegram (si fa per dire).

TelgramNon fatevi trarre in inganno dal nome piuttosto antiquato: Telegram è un servizio di messaggistica istantanea multipiattaforma nato nel 2013 ad opera dei fratelli russi Nikolai e Pavel Durov e presenta molte funzionalità del più celebre Whatsapp, dal quale però si differenzia sotto vari aspetti. Prima di tutto è gratuito – per sempre. Di fatto, la Telegram LLC è una organizzazione non a scopo di lucro alla quale i due fratelli hanno collaborato: Nikolai creando il nuovo protocollo MTProto sul quale l’applicazione è basata e Pavel finanziando il tutto.

La privacy è un altro punto forte: il servizio offre la possibilità di stabilire conversazioni segrete con chi vogliamo, impostare una password di sicurezza per accedere alle chat oltre che un timer di autodistruzione per i messaggi. O voi infedeli, gioite pure!

Ma nulla di ciò supera la possibilità di inviare e ricevere stickers. Gli stickers sono immagini che possono essere create e scaricate o scambiate dagli utenti liberamente, in un contesto che spesso e volentieri sfocia in un tripudio di creatività ed umorismo e, ammettiamolo,  i più vecchi di noi non potranno non notare una certa affinità con le vecchie emoticons di msn.

Ai più smanettoni in materia infine farà piacere sapere che l’applicazione è open-source (e quindi ampiamente studiabile e modificabile liberamente nei suoi codici di programmazione) ed i dati vengono depositati su dei server dedicati all’applicazione, il che rende il nostro telefonino libero dal peso di varie foto e messaggi.

Con già 60 milioni di utenti attivi per Telegram, non ci resta dunque che aspettare e vedere chi l’avrà vinta: Mark Zuckerberg o i fratelli Durov? In questo caso, a noi la scelta!

Maggie Tufa

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