Mina: i pezzi migliori della tigre di Cremona – uRadio Staff Picks

Mina. Basta il nome. La mente corre ad un’immagine più grafica che fisica: due occhi dalle ciglia lunghissime, tre nei, poco altro. Sciarpa nera e occhiali da sole, al più. Ma sono le canzoni a raggiungere veloci la mente e il cuore: una sterminata discografia dalla qualità spesso altissima.

Senza età, senza viso: immortale, iconica ed eterna. Vicina a tutti noi almeno per una canzone.

E per celebrare il suo ottantesimo compleanno, abbiamo deciso di raccontarvi una manciata di capolavori. Una ristretta cerchia di pezzi: un’élite di brani che abbiamo particolarmente cari, ai quali si aggiungono quelli dei quali vi parliamo qua.


MI SEI SCOPPIATO DENTRO AL CUORE


Uno dei capolavori di Mina che spiega con la musica la sensazione di un “colpo di fulmine”. Il brano parte lento, con una melodia che descrive la noia di una serata qualunque passata con amici.

D’improvviso i toni si accendono: i nostri occhi hanno appena incrociato quelli di una persona che non ci aspettavamo di incontrare. Ed è un’esplosione! Di suoni, colori, melodie, emozioni, di amore!


All’improvviso ti senti vivo e non ti importa più del resto. Neppure di quello che verrà poi: l’unica cosa che importa ora è quella di essersi trovati.

Chiara


CITTÀ VUOTA


Vi è mai capitato di passeggiare per una strada affollata? Così zeppa di persone e sovrastata dal rumore dei passi e dal vociare di chi vi circonda da rendere impossibile ascoltare qualsiasi cosa?

Ma, anche in mezzo a questa folla, continuate a sentirvi soli: vi manca qualcuno che vorreste accanto, un amante, una persona cara o un amico, che sentite lontano o avete perso.

Questo stato d’animo viene ricreato da Mina nella sua interpretazione di “Città vuota“, cover italiana di “It’s a lonely town” di Gene McDaniels.

La potente voce della Tigre di Cremona fa propria la canzone trasportandoci, fra le note, nella Milano anni ’60 caotica e piena di persone che affollano i corsi affrettandosi verso l’ufficio.

Riuscendo a trasmettere a pieno il desiderio che si può provare per la persona amata, così forte e straniante da far sparire tutto ciò che ci circonda, tanto da rendere effimero ogni altro piacere ottenibile.

Amo questa canzone. Ne amo la melodia, amo gli acuti ed i bassi che Mina riesce a tirar fuori, la rabbia con cui canta ogni singola strofa e di come si immedesimi nel testo. È veramente un brano di cui è impossibile stancarsi, che ti porta sempre indietro alle persone che hai perso e che forse vuoi ancora e che nessuno può sostituire.

Le strade piene / la folla attorno a me / mi parla e ride / e nulla sa di te / io vedo intorno a me / chi passa e va / ma so che la città / vuota mi sembrerà / se non torni tu

Grazie Mina e auguri.

Franco


ANCORA ANCORA ANCORA


Scandalo? Ebbene sì. Il brano, sigla dal programma televisivo ‘Mille e una luce’, fu perfino censurato. Non per il testo però: per la performance della cantante nel video, tra le sue ultimissime apparizioni in TV.

Giocando con l’obiettivo, senza mai abbassare lo sguardo, le sue labbra lucenti sono al centro dell’attenzione di chi guarda. Mina canta e si scompiglia i capelli setosi con fare provocante, con la sensualità di chi è consapevole della propria bellezza.

La tigre di Cremona fece rimanere di stucco i dirigenti Rai, tanto che la sua esibizione venne ritoccata. Nel 1978, seppur divisa in tanti mini screen, la sensualità di Mina fece comunque scalpore e le edicole vennero prese di soprassalto.

Solo nel 2010 verrà mandata in onda la sua versione integrale, nel programma ‘Minissima 2010’ in occasione del suo settantesimo compleanno.

Mina é in questo video una vera e propria ‘fagottata de roba‘ come disse il grande Alberto Sordi. Bella, sensuale, affascinante ma soprattutto in carne.

Arianna


SE TELEFONANDO


Nell’Inghilterra dei primi anni Sessanta, un signore chiamato Phil Spector si inventa una nuova tecnica di produzione che si impone presto come moda. Il cosiddetto “Wall of sound” si basa sul massiccio arricchimento orchestrale in studio atto a ‘riempire’ il suono dei pezzi pop, rendendolo pastoso e piacevolmente monolitico, ricco.

Difficile pensare che Ennio Morricone, componendo e arrangiando ‘Se telefonando’, non si sia ispirato a Da Doo Ron Ron delle Crystals o a Be My Baby delle Ronettes, con quei fiati e quegli archi così presenti e così incredibilmente, al tempo, alla moda.

Aggiungiamo all’equazione una Mina come sempre impeccabile nel saltare da un registro all’altro e il testo struggente di Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo e la magia è compiuta. Difficilmente un brano riesce a essere così dannatamente efficace.

E se il successo di allora possiamo ritenerlo legato alla fresca sonorità modaiola, la potente vicinanza che proviamo ancora oggi per ‘Se telefonando’ sta nel suo parlare di assoluti che toccano ciascuno di noi. La consapevolezza di equilibri che non possono esistere, la commozione di un ricordo incastonato nel passato stanno tutte lì, nell’impotenza di un condizionale.

Nicola


MA CHI È QUELLO LÌ


Per chi non la conosce male, molto male! Perché fa ridere come nemmeno le migliori canzoni di Elio.


Una signora abbastanza annoiata al supermercato prova a rimorchiare sedicenti maschioni dalle cosce procaci. (Due cosce come copertoni, tinozze, carri armati… Insomma, non male).

A parte gli scherzi, Mina ironizza sulla sessualità femminile, sempre purtroppo stigmatizzata, ma che qui diventa occasione per farci una risata sopra e forse accettare che sia normale trovare dei diversivi eccitanti alla noia del fare la spesa.

Il modo migliore per godersi la canzone è guardare il video con Monica Vitti, che si improvvisa in sensualissime pose plastiche tra i pomodori e i surgelati.

Veronica


OGGI SONO IO


Mina sparisce dalla vista del suo pubblico, ma non dai cuori. La richiesta di vederla è tanta, tantissima: lo è ancora oggi. Così, allo scoccare del millennio, fa a tutti un regalo: ‘Mina in studio’, ultima sua apparizione pubblica autorizzata.

La vediamo in video all’opera in studio di registrazione: l’iconica treccia rossa, gli occhiali da sole, la sciarpa ben calcata sul mento, di nero vestita. E Mina in studio fa quello che ti aspetti da Mina in studio: canta. E lo fa come solo lei sa fare.

In quel periodo le frullava per la testa ‘Oggi sono io’, brano con cui Alex Britti aveva vinto ‘Sanremo giovani’ nel ’98. Ed è così che decide di farne la sua versione. Esiste questo video in cui la si vede fare le prove, ballare, mentre Massimiliano Pani si occupa dell’orchestra e due assistenti trascrivono il testo della canzone cantata da Britti.

Poi lei si siede in studio di registrazione, davanti al microfono, il testo dinanzi a sé. E compie una magia. Da seduta, quasi per caso, senza sforzarsi, incide il pezzo come lo sentiamo ancora oggi. Buona la prima: tanto che, alla fine del video, sentirete un fonico farle i complimenti. E lei, stupita, che ridacchia e ringrazia (giuro: minuto 3.53).

Mattia


LE MILLE BOLLE BLU


La canzone ‘Le Mille Bolle Blu’ è un tripudio di colori, suoni, movimenti. L’immagine delle bolle che volano nel cielo è vivida nella mente, anche se solo metaforicamente.

Un’orchestra trionfale accompagna in sottofondo tutto il brano con solo alcune brevissime pause a intermittenza.

Lo sberleffo giocoso della mano di Mina sulla bocca è ironico e leggermente malizioso: un gesto ritenuto perfino audace, che le costò critiche monsoniche nel Sanremo del ’61, l’ultimo al quale gareggiò.

Festival evidentemente non del tutto pronto per accogliere la sua grandezza: si classificò ‘solo’ quinta.

Leonardo


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