Local tourist food: il Panforte su Wikipedia

Si è conclusa venerdì 10 luglio con la conferenza “Tourist food: aggiungere una voce su Wikipedia” la prima tranche di eventi legati al mondo dell’alimentazione con l’ultimo appuntamento estivo del ciclo “Il nostro cibo, la nostra storia, il nostro futuro” organizzato dall’Università di Siena in contemporanea all’Esposizione universale di Milano.

Il cibo come esperienza a tutto tondo, luogo metaforico di scoperta di continua che si lega, nei territori toscani e senesi, inevitabilmente all’attività turistica nelle sue più varie sfaccettature: di questo e di molto altro hanno parlato la professoressa Cristina Capineri, docente di geografia economico-politica e geografia dello sviluppo presso l’Ateneo senese impegnata nella ricerca riguardante i temi della globalizzazione e dei trasporti, della sostenibilità dello sviluppo, dello sviluppo locale e delle produzioni agricole ecocompatibili e di qualità, e i suoi ospiti nel corso della conferenza.

“Viviamo in un contesto in cui turismo e cibo si esaltano e si legano”: è il punto d’inizio della riflessione della professoressa. Il turista che arriva in posti sconosciuti si ritrova a scoprire suoni, odori e sapori a lui estranei, e la sua esperienza si può riflettere anche nell’assaggio di cibi, locali, che diventano in questa maniera parte integrante dell’esperienza turistica.

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Il turista però di solito è anche una persona timida, forse impaurita dal mistero e dalla possibilità di provare cose nuove, e preferisce quindi nascondersi nel grande e accogliente mondo del “cibo globale“: quello che noi conosciamo comunemente sotto il nome di pizza, patatine fritte, gelato, hot dog e così via. E il cosiddetto local tourist food? Finisce nel dimenticatoio, sovrastato da alternative magari più convenienti, ma che ben poco possono raccontare riguardo alle tradizioni di un intero territorio.

Cosa fare per invertire la tendenza? La strada giusta, secondo la relatrice dell’incontro, è quella di agire sulle informazioni che i futuri visitatori riescono a trovare su Internet, potenziale miniera di approfondimenti e curiosità utili troppo spesso inesplorata o a cui si concedono troppe poche attenzioni. Il turista, con l’avvento del Web 2.0, quello di Facebook, Twitter e Wikipedia, non è più costretto ad ottenere informazioni sulla sua meta di destinazione solo da testimonianze di amici o parenti o dal depliant cartaceo che trova all’agenzia di viaggi.

No, il turista si organizza e si documenta già qualche mese prima della vacanza, potendo contare su piattaforme sociali come TripadvisorInstagram o la stessa Wikipedia, gestite e interamente modificate dagli utenti che hanno già provato la stessa esperienza turistica. Le recensioni dei piatti tipici locali diventano così accessibili a tutti coloro che vogliono saperne di più.

Recensioni, informazioni, che proprio per loro natura risultano essere globali, ma non completamente esaustive, e anzi carenti di dettagli succosi, curiosi, che non potrebbero far altro che accrescere la curiosità dei futuri visitatori nei confronti dei cibi tradizionali. È qui che si deve intervenire, per la professoressa Capineri: solo con una migliore qualità dell’informazione online, che può essere data solamente dalle istituzioni e dai cittadini locali, è possibile migliorare l’esperienza di ricerca dei turisti e spingerli così ad interessarsi maggiormente al local food.

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Dello stesso avviso sono stati i rappresentanti delle aziende produttrici La Fabbrica del PanforteCasa ToscanaBirrificio San Quirico, che hanno portato agli spettatori presenti nella splendida cornice del Palazzo del Rettorato dell’Università spunti di riflessione, aneddoti e prodotti locali innovati volti, ancora una volta, ad esaltare e a valorizzare una regione, come la Toscana, leader del settore e prima per numero di prodotti tradizionali tipici (attorno alle 460 unità secondo le statistiche).

Dal Panforte ai pici, passando per il Brunello di Montalcino fino ad arrivare ai Ricciarelli e al Chianti: c’è molto da gustare in Toscana e a Siena. Sarebbe un vero peccato perderselo, no?

Gli eventi del ciclo “Il nostro cibo, la nostra storia, il nostro futuro” organizzati dall’Università di Siena ripartiranno il 18 settembre con la conferenza dedicata alla “cucina poetica”. Non mancate!

Andrea Coscetti

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