Largo al factotum!: “Il barbiere di Siviglia” di Rossini

Ben ritrovati! Quattroequaranta spera che durante questa lunga pausa invernale abbiate festeggiato come si deve, preparato gli esami e gozzovigliato allegramente. Il nostro viaggio riprende un po’ faticosamente (si sa, il carico diventa pesante dopo le feste) e ci spostiamo verso una città ad est, dimenticata dal mondo e da Dio stesso, dove vivono silenziosamente persone dall’accento strano che, pensate un po’, mettono la maionese sulla pizza e danno a questo piatto il nome di un compositore famoso (di cui parleremo oggi). No, non stiamo andando nell’est Europa o chissà dove: la nostra meta è Pesaro, patria di uno tra i compositori italiani più famosi al mondo, Gioacchino Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Passy, 13 novembre 1868). Parleremo infatti di quella che probabilmente è la sua opera più conosciuta al mondo: Il barbiere di Siviglia. Composta sul libretto di Cesare Sterbini, tratto a sua volta dall’omonima commedia di Beaumarchais, ottenne al debutto (20 febbraio 1816) un clamoroso fiasco, che verrà immediatamente riscattato dalle repliche successive.

Gioacchino Rossini

L’opera è divisa in due atti, introdotti da una Sinfonia. Come si conviene ad un’opera buffa (genere sviluppatosi a Napoli nella prima metà del XIII secolo e caratterizzato dalle trame burlesche basate su problemi quotidiani, ndr), la trama ruota intorno ad un innamoramento e ad un travestimento. Il Conte d’Almaviva (tenore) è innamorato di Rosina (contralto), che vive con il proprio tutore (e pretendente) don Bartolo (basso buffo). Il Conte chiede a Figaro (baritono), barbiere tuttofare, di aiutarlo a conquistare la giovane, alla quale si è presentato con il falso nome di Lindoro.

Figaro lo convince a fingersi un giovane soldato ubriaco, e Lindoro conquista Rosina con una serenata. Figaro gli procura anche un foglio che attesti la sua temporanea permanenza in casa di lei. Ma don Basilio (basso), il maestro di musica della ragazza, è deciso a screditare il Conte e propone a don Bartolo di calunniarlo, e sorprende Rosina mentre sta scrivendo un biglietto per Lindoro. Secondo i piani, il Conte irrompe nella casa fingendosi un soldato ubriaco, ma la confusione fa giungere i gendarmi. Il Conte si fa riconoscere di nascosto da uno degli ufficiali.

Don Bartolo però non è così scemo, e inizia a sospettare della vera identità di Lindoro. Giunge però don Alonso (che è sempre il Conte travestito!) dicendo che è stato mandato da don Basilio per sostituirlo; per guadagnare la fiducia del tutore gli mostra il biglietto di Rosina. Arriva anche Figaro per fare la barba al tutore, e cerca in tutti i modi di coprire la conversazione tra i due, senza riuscirci: don Bartolo infatti li scopre e caccia tutti.

Don Bartolo, mostrandole il biglietto, fa credere a Rosina, da vero bastardo, che Figaro e Lindoro si vogliano prendere gioco di lei; e lei, amareggiata, accetta di sposarlo. Arriva anche don Basilio, mentre il Conte e Figaro si introducono in casa tramite una scala. Il Conte svela finalmente la propria identità a Rosina (che strano modo di corteggiare una ragazza, vero?) per convincerla della sincerità del suo amore. Ma i due hanno di nuovo sottovalutato la furbizia di don Bartolo, perché questi ha ovviamente tolto la scala, intrappolandoli. Giunge il notaio chiamato da don Bartolo, e il Conte, approfittando dell’assenza di Bartolo, chiede a Figaro e a don Basilio (corrompendo quest’ultimo, è chiaro) di fare da testimoni ed inserire nel contratto il suo nome. Giunto troppo tardi (ma chissà cosa stava facendo?), don Bartolo non può che arrendersi di fronte all’evidenza.

Figaro, il Conte, don Bartolo e Rosina nella produzione del Metropolitan Opera

Beh, bella trama. Ma la parte divertente quando arriva?, direte voi. Vi rinfresco un po’ la memoria. “FiiiiiiiigarofigarofigaroFIIIIIIGAROOOOOO” vi dice nulla? Come no? Allora proviamo con “Sono il factotum della città!”. Ah, vi è venuto qualcosa in mente vero?

La celeberrima cavatina (aria con cui un personaggio si presenta, ndr) Largo al factotum!, sentita centinaia di volte nei film e nelle pubblicità, è inserita proprio in quest’opera (e non nelle Nozze di Figaro di Mozart come molti pensano). Qui Figaro si presenta come tuttofare della città, oltre che come barbiere: all’epoca infatti i barbieri esercitavano più mestieri, tra cui anche alcune forme di medicina; appunto per questo è il fedele aiutante del Conte e il motore di tutta la commedia. Potete ascoltarla qui e qui.

Ma c’è un’altra cavatina che merita di essere menzionata, ovvero quella di Rosina. In Una voce poco fa (YouTube e Spotify) Rosina lascia subito intendere quale sia il suo carattere: docile e ubbidiente, ma anche malizioso e tenace. Questa cavatina, come potete sentire, mette a dura prova la cantante, perché è ricca di abbellimenti, gorgheggi e colorature (passi virtuosistici di una melodia vocale, ndr): difatti questi componimenti venivano utilizzati anche per mettere in mostra la bravura del cantante.

Ora però fate i factotum anche voi e tornate a studiare! Noi ci ritroveremo tra una settimana, e l’atmosfera inizierà a farsi romantica

Federica Pisacane

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