La Linea Gustav: un percorso di guerra diventa un sentiero verso la Libertà

Esistono molti luoghi in Italia che parlano di Resistenza e di Antifascismo: sono luoghi in cui la storia si è fermata e ha scritto pagine importanti che hanno contribuito a ricostruire l’identità del nostro Paese, un’identità che al tempo si trovava lacerata e distrutta da un ventennio privo di libertà, reso ancor più terribile dall’inganno dell’8 Settembre del 1943.

È in quest’Italia che nasce la consapevolezza della Resistenza partigiana: una consapevolezza che non è simbolo tanto di una scelta, quanto di una disperata necessità di porre fine a quella che era a tutti gli effetti un’oppressione: c’era da ricostruire il Paese, e per farlo bisognava iniziare subito, senza aspettare che la guerra finisse, ma dando anzi il proprio contributo affinché questo potesse accadere prima possibile.

Uno dei luoghi che meglio raccontano la storia della Liberazione è sicuramente la Linea Gustav, costruita per volere di Hitler proprio dopo l’8 Settembre del ’43, situata al confine tra Abruzzo, Lazio e Campania. Il luogo è emblematico in sé, dato che andava a dividere l’Italia esattamente in due, con i tedeschi a nord e gli Alleati a sud. Ma la Linea Gustav assume ancora più importanza e valore se si pensa che proprio da qui, in migliaia, tra prigionieri alleati e giovani italiani, fuggivano per unirsi all’Esercito Alleato e dare il loro contributo alla Liberazione del Paese.

Per questo motivo, a testimonianza della sua valenza storica, proprio nei territori attraversati dalla Linea Gustav si tiene ogni anno la Marcia Internazionale Il Sentiero della Libertà, un percorso trekking di circa 60 km della durata di tre giorni. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Culturale Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail , (con sede presso il Liceo Scientifico Statale Enrico Fermi di Sulmona) in collaborazione con l’associazionismo locale e anche con alcune associazioni inglesi. 

L’idea della Marcia infatti, è frutto di un lunga e meticolosa opera di riscoperta geografica, ma anche sociologica e psicologica, del territorio di Sulmona e della Valle Peligna e dei suoi abitanti, avviata grazie alla collaborazione del Liceo Fermi (a partire dagli anni ’90) con un ex combattente inglese, J. Keith Killby, fondatore tra l’altro dell’istituzione Monte San Martino Trust.  Il lungo lavoro di ricerca  ha permesso fra le altre cose la traduzione di memorie scritte da ex combattenti inglesi in Inghilterra, e la pubblicazione, nel 1995, del volume intitolato E si divisero il pane che non c’era, realizzato soprattutto grazie alle numerose testimonianze raccolte durante incontri ed interviste ai protagonisti delle fughe per la Liberazione del Paese.

Epilogo, ma anche a suo modo punto di partenza, è stata appunto l’organizzazione della Marcia, che il primo maggio prossimo, giungerà alla sua quattordicesima edizione.

Il Sentiero per la Libertà, che vede ogni anno la partecipazione di circa settecento persone, in gran parte studenti delle scuole superiori,  prevedeva originariamente un percorso  articolato in quattro tappe (Sulmona- Campo di Giove- Palena- Gamberale- Castel di Sangro) che simbolicamente univa le due vie di fuga: quella da Nord a Sud, costituita dai sentieri percorsi dai POW, i Prisoners of Wars (i prigionieri di guerra alleati), e quella da Sud a Nord, costituita da quelli percorsi dai giovani italiani in marcia verso la Liberazione. Negli anni successivi è stato invece deciso di mantenere scegliere di seguire il tragitto più frequentato tra l’autunno e l’inverno degli anni 1943 e 1944, che percorre le località di Sulmona, Campo di Giove, Taranta Peligna e Casoli.

La marcia rappresenta sicuramente un’occasione quasi unica, soprattutto per i giovani che vi partecipano, per andare a scoprire con i loro occhi e con le loro gambe uno dei luoghi più rappresentativi della Resistenza italiana. È grazie ad iniziative di questo tipo infatti, che la Resistenza riesce ad andare oltre a date ed eventi storici riportati sui libri di storia, ma diventa e torna doverosamente a far parte dell’identità di ognuno di noi.

Lo testimonia l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che si trovò in queste terre, da soldato dell’esercito italiano, proprio durante il periodo successivo all’8 Settembre 1943, e che con queste parole dette il via alla prima marcia con un discorso che si rivolgeva principalmente ai giovani presenti:

«Vedo qui oggi tanti giovani, che sono partecipi, con tutta la passione dei loro anni, di questa straordinaria manifestazione. Li esorto a riflettere su quanto profonde siano nell’animo degli Italiani le radici della democrazia e dell’amor di Patria. La nostra è una democrazia salda. Dopo più di mezzo secolo dagli eventi che oggi ricordiamo, forte dei valori che allora seppe esprimere, il popolo italiano è all’avanguardia nella costruzione di un’Europa unita, solidamente ancorata agli ideali di libertà, di giustizia, di rispetto dei diritti dell’uomo. A quegli eroi, noti o sconosciuti, noi rinnoviamo, con commozione, il nostro grazie. E a voi giovani ripeto l’invito che rivolgeva a tutti gli uomini il vostro grande poeta Ovidio: guardate in alto, rivolgete sempre gli occhi alle stelle; abbiate ideali, credete in essi e operate per la loro realizzazione. Questo è ciò che la mia generazione e la generazione dei vostri nonni vi trasmette, vi affida come messaggio che sono sicuro saprete onorare ed affermare sempre di più.»

I valori e il significato della Liberazione devono continuare ad incarnare un riferimento, un tratto distintivo del nostro essere italiani, e non possono ridursi ad una mera convenzione. Sono passati settant’anni dal 25 aprile del 1945: molti dei protagonisti della Resistenza non ci sono più, ma non per questo possiamo dimenticare il loro contributo indispensabile atto a porre fine ad una guerra, a un regime, ad una vera e propria oppressione, che ha costituito la base fondamentale per la ricostruzione del nostro Paese, non tanto o almeno non solo materiale, ma anche e forse soprattutto “simbolica”, e che parla di idee condivise che devono avere ancora un ruolo nel nostro presente e nel nostro futuro.

 

Vi ricordiamo che durante la prossima puntata di UniVerità (in onda su www.uradio.org ogni mercoledì a partire dalle 21.30) Laura Miraglia e Leonardo Marinangeli vi faranno scoprire ancora qualcosa di più sul Sentiero della Libertà. Non perdeteveli!

 

Alice Masoni, in collaborazione con Leonardo G. Stenta

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