La fine è il mio inizio

Ho iniziato a pensare a questa pagina di diario da quando mi sono resa conto che questo posto mi sarebbe mancato, che c’era qualcosa nell’aria che profumava di casa.
Da allora ho riscritto mentalmente l’incipit tante e tante volte, forse tutti i giorni, mentre percorrevo quel breve tragitto di uscita o ritorno a casa, aggiungendo tutte quelle volte qualcosa di nuovo, una diversa sfumatura di quel pezzo di vita che stavo vivendo lì, in un mondo tanto estraneo all’inizio quanto familiare alla fine.
Mi ripromettevo che ne avrei fatto un elenco di quelle nuove tonalità, appuntandole su di un taccuino, poi mi prendeva la convinzione che non fosse necessario, perché le cose belle in fondo non puoi davvero dimenticarle. Quali di queste mi sono rimaste impresse, hanno tramutato in arcobaleno la mia vita ormai monocromatica?

Ad una settimana dal mio ritorno in Italia, forse è ancora troppo presto per capirlo, una partenza anticipata, brutte notizie con cui fare i conti hanno letteralmente preso il sopravvento, ma d’altronde questo è un diario e se scrivessi di pensieri ragionati a tavolino si denaturerebbe.

Non ho molto da dire, o forse semplicemente non ne sono in grado, ma se chiudo gli occhi e ripenso al mio Erasmus sono travolta dalla faccia estasiata di K. davanti ad una porzione di passatelli, dagli occhi lucidi di J. mentre mi racconta del suo nuovo amore, dagli esilaranti streams of consciusness di B. a tutte le ore del giorno e della notte, dalle lacrime che mi rigavano il volto per quella piccola scatola con un grande tesoro, dallo strimpellio che le dita di Y. producevano sfregando le corde di una chitarra, dai rincuoranti caffè italiani a casa di J., dai palloncini che hanno colorato la nostra casa per mesi, dalle spassose feste con ragazzi provenienti dalle parti più disparate del mondo, perché per capirsi e divertirsi a volte basta veramente poco.

Ad una settimana dalla fine del mio Erasmus sono così entusiasta degli ultimi quattro mesi che non posso far altro che ripartire, avida di un nuovo inizio.

Non siate pavidi, compilate quel modulo senza pensarci troppo, riempite una valigia col minimo indispensabile – perché di spazio ve ne servirà tanto – e partite.

Dolce del giorno: Welsh cake accompagnata da un buon English breakfast tea, rigorosamente e scandalosamente senza latte.

On air: Craving, James Bay, come quella brama di vita che l’Erasmus è riuscito a saziare.

Giulia Mele

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