Il discorso di inaugurazione dell’anno accademico: bilanci e propositi

Oggi, 24 novembre, si è svolta la cerimonia di inaugurazione del 778° anno accademico nell’Aula magna del Rettorato: un’occasione per celebrare un nuovo anno e augurare i migliori propositi. Dopo il Gaudeamus igitur (lett. “godiamo ordunque”), l’inno della goliardia, e il Corteo accademico, nel quale i dignitari accademici hanno marciato in toga e tocco, il Magnifico Rettore Francesco Frati ha tenuto un discorso dai contenuti molto importanti. Discorso che si è subito presentato come una mescolanza di reminiscenze dall’anno appena trascorso e propositi per quello a venire.

Otto secoli di storia

Innanzitutto, il Rettore ha ringraziato tutti i presenti, tra i quali non solo membri dell’Università, ma anche studenti, autorità e ospiti, sottolineando l’importanza del loro sostegno a un’istituzione come quella dell’Università che esiste ormai da quasi otto secoli. E in questi otto secoli si è posta due obiettivi fondamentali, portandoli avanti di anno in anno: la produzione e la diffusione di conoscenza, resi possibili dall’alto numero di docenti e studenti. Infatti, con i suoi 720 docenti e 16 mila studenti, l’Università si impone nella comunità senese come una presenza fondamentale. E la parte del leone la facciamo proprio noi studenti, che riempiamo e portiamo vita e diversità in una città altrimenti destinata a rimanere attaccata alle proprie specifiche caratteristiche.

I dovuti ringraziamenti

Un discorso fatto di bilanci e propositi, appunto. Il Rettore si è congratulato con il nuovo Direttore Generale dell’Università, il Dr. Emanuele Fidora, per la gestione della macchina amministrativa con competenza, professionalità e umiltà, instaurando un clima lavorativo di ascolto e condivisione. Un ringraziamento sentito è andato ai passati Direttori di dipartimento, ai quali è toccata la gestione di “una delle fasi più sfidanti della recente storia dell’Accademia italiana”, e cioè quella successiva all’applicazione della Legge Gelmini che ha cancellato le Facoltà, costringendo la burocrazia universitaria a modificare pratiche e abitudini a volte secolari. Una dei quindici Direttori che ebbero questo onere è la Prof.ssa Gabriella Piccinni, docente di Storia Medievale, alla quale verrà affidata una prolusione scientifica che avremmo ascoltato in seguito. Il Rettore ha anche ringraziato il personale tecnico e amministrativo che ha affrontato la transizione “con professionalità, competenza e quel pizzico di duttilità di cui c’è sempre bisogno in questi momenti”.

Le nostre Eccellenze

Questo è anche l’anno che ha visto quattro dei nostri dipartimenti (Biotecnologie, chimica e farmacia; Biotecnologie mediche; Filologia e critica delle letterature antiche e moderne; Scienze sociali, politiche e cognitive) inseriti tra i 180 Dipartimenti d’Eccellenza: questo significa non solo un aumento di prestigio dell’Università, ma anche, più concretamente, l’arrivo nelle casse dell’Ateneo di 25 milioni di euro in cinque anni che permetteranno il consolidamento e il miglioramento dell’offerta formativa e l’apertura di nuove possibilità per i giovani docenti e ricercatori, con il finanziamento di 23 posti di Ricercatore che andranno a portare una ventata d’aria fresca in ambito accademico. Il successo di qualche dipartimento, continua il Rettore, significa il successo di tutti: “solo condividendo i benefici possiamo davvero arricchire quel senso di comunità che nei momenti piùduri che abbiamo recentemente vissuto ci ha permesso di uscire dalla crisi con le nostre gambe”.

La metà vuota del bicchiere

Il Rettore non ci risparmia il lato negativo dello scorso anno accademico. “La parte mezza vuota del bicchiere” è rappresentata dalla perdita di robustezza del Fondo di Finanziamento Ordinario, che ha perso il 15% di capienza generando una riduzione negli scatti stipendiali dei docenti, nei rinnovi dei contratti del personale tecnico amministrativo e nei risparmi garantiti agli studenti sulla tassazione universitaria. Questo Fondo è lo strumento con il quale l’Italia è in grado di mantenere un sistema di formazione universitaria pubblica. Mi limiterò a citare le esatte parole del Rettore in merito alla gestione di questo Fondo:

“Purtroppo, talvolta, la sgradevole sensazione percepita è che questo Paese non ritenga questi bisogni sufficientemente degni di essere onorati concretamente, meritevoli diessere sostenuti ed estesi alla fascia più vasta possibile della popolazione. Ben poco è cambiato negli ultimi anni in quella classifica ormai tristemente nota che vede il sistema italiano della formazione terziaria e della ricerca languire negli ultimi posti per finanziamenti e investimenti statali accordati.”

La speranza è quella di costruire un’inversione di tendenza, valorizzando la realtà universitaria italiana che non può e deve temere confronti a livello europeo.

Innovazioni in area medica

Per quanto riguarda il futuro, l’Universitàsi impegnerà, in area medica, nella ristrutturazione dell’Aula Magna delle Scotte, nell’assunzione di quattordici professionisti, nell’aumento delle borse di studio per le Scuole di Specializzazione, nella costituzione del Centro Regionale di Medicina di Precisione. Tutte iniziative che puntano a valorizzare un Dipartimento e una realtà già all’avanguardia.

I buoni propositi per l’anno venturo

Ma non solo. Il Rettore ci ha comunicato alcune delle linee strategiche sulle quali l’Università intende impegnarsi per rafforzare e arricchire il nostro Ateneo. Prima fra tutte, l’investimento nella ricerca, nel quale è previsto un aumento del 20%. Segue l’internazionalizzazione, tema identitario del nostro Ateneo.

“Perché pensiamo che l’Università di Siena debba essere un grande Ateneo internazionale, in grado di accogliere studenti di qualità che sappiano apprezzare il nostro modo di fare università e di aprire una porta ai nostri studenti verso il resto del mondo”.

In questo anno accademico verranno offerti 18 corsi di studio in inglese e 12 corsi con double degree, e verrà dato ampio spazio al bando Erasmus, nel quale l’Ateneo vanta un primato italiano che intende valorizzare.

“Non ci stancheremo mai di puntare sull’internazionalizzazione dell’Ateneo, convinti che questa sia la strada giusta da seguire per il bene dei nostri studenti e sicuri così di perpetuare la grande tradizione di attrattività della nostra città. Che sarà, sì, una città di provincia, ma con un respiro internazionale quasi impareggiabile per le sue dimensioni”.

Un saluto ai nuovi

Il Prof. Frati ha colto l’occasione per salutare le matricole.

“A loro dico che questa è una città speciale, e sono convinto che l’avete scelta proprio perché è speciale. Sappiate amarla e rispettarla con lo stesso affetto con cui lei vi accoglie, e ve la porterete nel cuore per tutta la vita”.

Nel suo saluto ha dedicato un pensiero a Marc Tossou Assiogbon, studente del nostro Ateneo scomparso in un incidente stradale a poche settimane dalla Laurea in Economia, e a nome del quale USiena Alumni ha istituito una borsa di studio, alla quale si può contribuire con una semplice donazione.

Novità nei servizi

Importanti sono poi i servizi chel’Università vuole offrire ai suoi studenti, in particolare per aiutare gli studenti meritevoli e quelli in difficoltà, permettendo a tutti di vivere almeglio la propria esperienza universitaria. A tal proposito è stato innalzato il limite della no-tax area dai 13.000€ di legge a 18.000€; oltre a ciò, è in programma un potenziamento delle aperture serali di tre sale studio, in grado di ospitare gli studenti fino alla mezzanotte. Queste tre sale sono nella Biblioteca del San Francesco, quella delle Scotte e la Sala Rosa. Inoltre verranno investite risorse nei trasporti, in collaborazione con la Regione Toscana, investimenti legati all’adozione della Carta dello Studente della Toscana.

Sempre per gli studenti, è stato aumentato il Fondo di Solidarietà per sostenere situazioni di particolare disagio ed eccezionalità, e il fondo per le collaborazioni studentesche. Non solo: verrà lanciato un progetto di cittadinanza e partecipazione studentesca

“che coordinerà organicamente tutte le iniziative dedicate [agli studenti] nel campo dello sviluppo delle competenze trasversali e della fruizione di opportunità di approfondimenti culturali e di svago, con la collaborazione del Comune di Siena, la Fondazione MPS e molte altre istituzioni locali; rendendo [gli studenti] protagonisti, e non soltanto partecipi”.

Verso il mondo del lavoro

C’è uno sguardo anche verso il futuro post-laurea, con i bandi per attività di Apprendistato di Alta Formazione e Ricerca, che permettono l’inserimento degli studenti direttamente nel mondo del lavoro e la formazione necessaria per entrarvi.

Fondamentale in tal senso si rivela l’innovazione che si esplica nella digitalizzazione dei principali processi amministrativi e didattici, dotando studenti e docenti di un sistema informativo più efficiente e coniugando tecnologie e nuovi contenuti didattici. Tutto ciò sarà possibile attraverso il Teaching & LearningCenter del Santa Chiara Lab e l’adozione di tecnologie OpenBadge per certificare un percorso formativo parallelo che gli studenti e il personale interno possono frequentare.

L’impegno dell’Università

Il Rettore, infine, conclude il suo discorso di inaugurazione soffermandosi su un ultimo punto: la capacità dell’Università di

“impegnarsi affinché le conoscenze acquisite diventino quanto più possibile patrimonio comune (un processo che gli anglosassoni chiamano outreach e che noipotremmo tradurre con disseminazione) e di coinvolgere più o meno direttamente la cittadinanza in progetti di ricerca e nelle attività dei ricercatori (public engagement)”.

La nostra speranza è che questi propositi vengano realizzati, ma siamo fiduciosi. Nel frattempo, buon 778° anno accademico!


Federica Pisacane.

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