Grüß Gott! Cronaca di un’italiana a Graz – Le lezioni alla Karl-Franzens-Universität

Premessa: non mi pagano per fare pubblicità all’università, ma avrebbero abbastanza fondi per poterlo fare.


La neve si è finalmente sciolta, le temperature iniziano ad alzarsi, e ho finalmente iniziato a seguire le lezioni. Prima che vi racconti come è andata lasciate che vi spieghi un paio di cose. Innanzitutto, Graz non ha una sola università, ma ne ha sei.

La più antica è la Karl-Franzens-Universität, fondata nel 1582 da Carlo II. Venne però chiusa nel 1782 da Giuseppe II per cercare di controllare il potere culturale della Chiesa cattolica; nel 1827 venne ri-fondata da Francesco I. Insomma, una storia travagliata. L’università è strutturata come un campus e si estende quasi lungo un intero quartiere.

Fortunatamente i due edifici dove frequento, quello di Storia (Geschichte) e quello di Studi romanzi (Romanistik) non sono distanti tra di loro, ma conosco persone che si devono spostare continuamente tra edifici abbastanza lontani. L’università ha avuto diversi allievi e professori illustri, tra cui qualche premio Nobel. Qualche nome? Erwin Schrödinger, Ivo Andrić, Ludwig Boltzmann, Ernst Mach…

Karl-Franzens-Universität

Paese che vai, lezioni che trovi

Il sistema universitario austriaco si basa, come quello italiano, sugli ECTS, ma con una peculiarità: i corsi con più di 6 ECTS sono rari. Ciò significa che, per ottenere i 180 ECTS necessari per la laurea triennale, gli studenti austriaci devono fare molti più corsi rispetto a noi. Anche i corsi sono particolari: non ci sono soltanto lezioni frontali, ma gli studenti hanno a che fare con sette tipi di corsi diversi.

  • Vorlesungen (VO), le lezioni frontali vere e proprie, senza obbligo di frequenza;
  • Vorlesungen mit Übung (VU), lezioni con possibilità di fare esercitazioni pratiche, ad obbligo di frequenza;
  • Proseminare (PS), dove le classi sono composte da una trentina di studenti e dove si ha un rapporto diretto col professore. La partecipazione in classe è quasi obbligatoria, così come la frequenza. Questi corsi hanno come obiettivo l’acquisizione di abilità pratiche come scrivere e presentare una tesina;
  • Seminare (SE), più avanzati dei Proseminare;
  • Tutorien und Kolloquien (KO), corsi specifici per alcuni temi affrontati durante le lezioni, offrono la possibilità di discutere sui temi con il professore e con studenti più avanti negli studi. A differenza dei Seminare non è richiesta né la frequenza né la produzione di un elaborato;
  • Übungen (UE), letteralmente “esercizi”, dove è richiesta la partecipazione attiva. Corrispondono più o meno ai laboratori;
  • Kurse (KS), letteralmente “corsi”, come i Seminare ma meno specifici e meno complicati, di solito sono corsi di lingua.

Complicata la faccenda, no? Aggiungiamo un altro elemento: il sistema di voti. In Austria puoi ottenere un voto da 1 a 5. No, 1 non è il voto più basso, ma quello più alto. Quindi, in caso di un 5 non c’è nulla da festeggiare.

 

Knock-knock, who’s there?

Da parte mia frequento tre corsi: non sto a scrivervi i nomi in tedesco perché nemmeno io riesco a leggerli, sappiate solo che corrispondono grosso modo a Filologia romanza, Linguistica romanza e Storia moderna, rispettivamente due VO e un PS. Le lezioni sono rigorosamente in tedesco; in altre facoltà è possibile scegliere corsi in inglese.

La mia prima lezione è stata il Proseminar di Storia moderna, ed ero nel pallone perché non sono assolutamente abituata ad un tipo di lezione del genere: in Italia stiamo seduti ad ascoltare il professore come se stessimo in chiesa. La lezione però è stata molto interessante, il professore è disponibilissimo ad aiutare e parla in maniera molto chiara.

Alla fine della lezione è successo qualcosa di assolutamente inaspettato, che, ho scoperto, si sarebbe ripetuto sempre: gli studenti hanno battuto le nocche contro il tavolo, come a simulare un applauso. Confrontandomi con i miei amici ho scoperto che, alla fine di ogni classe, in qualsiasi dipartimento, tutti battono le nocche. In alcune lezioni lo fanno anche prima di alzare la mano per porre una domanda. Per quale motivo? Beh, a quanto pare è un modo per ringraziare il professore.

 

Bibliografie fantastiche e dove (non) trovarle

Per la gioia di chiunque detesti leggere enormi manuali, difficilmente troverete un corso che obblighi a studiare un libro. C’è una bibliografia a scelta che può aiutare, certo, ma l’esame (rigorosamente scritto) verte sulle slide e sugli appunti, al massimo sullo script (che ancora non ho capito cos’è). Questa cosa mi lascia ancora più disorientata, perché in un anno e mezzo di università a Siena non ho mai studiato su una slide. Rimpiango i miei cari mattoni.

Tra i miei alti e bassi, e tra le inevitabili figuracce che faccio con la lingua, la mia vita in questa città va a gonfie vele.

Essere un’italiana in Austria ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, e nel prossimo articolo della rubrica vi spiegherò perché.


Federica Pisacane.

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