Il Fiabisfero, tappa 6: Cuba

Cari lettori del Magazine di uRadio, eccoci arrivati alla sesta tappa del Fiabisfero, il nostro viaggio nel mondo delle fiabe e dei racconti popolari dei paesi del mondo. Dopo aver letto, nello scorso appuntamento, una storia tratta dal patrimonio folkloristico tibetano, oggi si torna decisi a ovest e sbarchiamo a Cuba, per scoprire un granello della sua cultura orale attraverso un racconto per bambini famosissimo in patria: la storia di Martina, una cucarachita (cioè un piccolo scarafaggio), e del topolino Pérez.
Il testo è tratto da una raccolta di fiabe curata dal celebre pedagogo Herminio Almendros (1898-1974) ed è basato sul classico schema della filastrocca in cui si ripetono gruppi di parole o intere frasi, tipico dei racconti destinati ai più piccoli. Sediamoci all’ombra delle palme su una spiaggia assolata e ascoltiamo questa nuova storia, prima di ripartire per chissà dove.
Buona lettura!

* * *

La cucarachita Martina

Titolo originale: “La cucarachita Martina y el ratoncito Pérez”

Vi voglio raccontare la storia di una cucarachita molto lavoratrice e molto pulita, che si chiamava Martina. Un giorno, spazzando fuori dalla porta della sua casa, trovò un centesimo.
“Cosa mi comprerò Cosa mi comprerò? Mi comprerò le caramelle? No, no, no, no… mi chiameranno golosa! Mi comprerò un gioiello? No, no, no, no… mi chiameranno vanitosa! Mi comprerò una scatolina di cipria”.
La cucarachita entrò in un negozio di cosmetici, comprò la polvere profumata e, dopo essersi cosparsa di cipria, si sedette fuori dalla porta di casa.
Passò di lì un torello:
Cucarachita Martina, come sei bella oggi!”
“Non sono così bella, ma ti ringrazio per il complimento”.
“Mi vuoi sposare?”
“Sentiamo, di notte che cosa fai?”
“Muuu, muuu!”
“No, no, no, no… mi spaventerai!”
Passò di lì un cagnolino:
Cucarachita Martina, come sei bella oggi!”
“Non sono così bella, ma ti ringrazio per il complimento”.
“Mi vuoi sposare?”
“Sentiamo, di notte che cosa fai?”
“Bau, bau, bau!”
“No, no, no, no… mi spaventerai!”
Passò di lì un galletto:
Cucarachita Martina, come sei bella oggi!”
“Non sono così bella, ma ti ringrazio per il complimento”.
“Mi vuoi sposare?”
“Sentiamo, di notte che cosa fai?”
“Chicchirichì!”
“No, no, no, no… mi spaventerai!”
[…] Si era fatto tardi quando passò di lì il topolino Pérez:
Cucarachita Martina, come sei bella oggi!”
“Non sono così bella, ma ti ringrazio per il complimento”.
“Mi vuoi sposare?”
“Sentiamo, di notte che cosa fai?”
“Dormo e sto zitto! Dormo e sto zitto!”
Fu così che la cucarachita Martina e il topolino Pérez si sposarono.
Il giorno dopo, la cucarachita uscì per andare al mercato e disse al marito: “Topolino Pérez, fai attenzione alla minestra che è nella pentola. Non mangiarla fino a quando non sarò tornata. Ogni tanto girala con il mestolo”.
Il topolino Pérez era molto goloso e non appena la cucarachita Martina fu uscita gli venne fame. Si arrampicò sulla pentola e con il mestolo in mano provò a prendere una cipolla dorata che galleggiava nel brodo, ma si sporse così tanto che cadde dentro il liquido in ebollizione.
Quando la povera cucarachita Martina tornò a casa, cercò ovunque il topolino e alla fine lo trovò completamente bruciato, che galleggiava in mezzo alla pasta. La cucarachita uscì fuori dalla porta di casa e si mise a piangere sconsolata: “Il topolino Pérez / è caduto nella pentola / perché era goloso / di una cipolla!” [1]
E la cucarachita canta e piange!

Come accadde che il topolino Pérez resuscitò e la cucarachita Martina smise di piangere

La cucarachita e il topolino in un’illustrazione di Carlos Sanchez

La povera cucarachita Martina era così triste che si sedette a piangere sulla porta di casa. In quel momento passò un uccellino e le disse:
Cucarachita Martina, perché piangi?”
La cucarachita Martina rispose sospirando:
“Perché il topolino Pérez / è caduto nella pentola / perché era goloso / di una cipolla”.
“Allora io, siccome sono un uccellino, / mi taglierò il becchettino”.
L’uccellino se ne andò e incontrò una colomba che gli chiese:
“Uccellino, perché ti sei tagliato il becchettino?”
“Perché il topolino Pérez / è caduto nella pentola / perché era goloso / di una cipolla, / e la cucarachita / sospira e piange”.
“Allora io, siccome sono una colomba, / mi taglierò la coda”.
La colomba si fermò a bere a una fontana e quest’ultima le chiese:
“Colomba, perché ti sei tagliata la coda?”
“Perché l’uccellino / si è tagliato il becchettino; / perché il topolino Pérez / è caduto nella pentola / perché era goloso / di una cipolla, / e la cucarachita / sospira e piange”.
“Allora io, siccome sono una fontana, / prosciugherò la mia corrente”.
Mariquita, la serva del re, andò a prendere l’acqua alla fontana, ma vide che era asciutta e le domandò:
“Fontana, perché hai prosciugato la tua corrente?”
“Perché la colomba / si è tagliata la coda; perché l’uccellino / si è tagliato il becchettino; / perché il topolino Pérez / è caduto nella pentola / perché era goloso / di una cipolla, / e la cucarachita / sospira e piange”.
“Allora io, siccome sono Mariquita, / romperò la mia brocca”.
Quando la serva tornò al palazzo, la regina le chiese:
“Perché hai rotto la brocca, Mariquita?”
“Perché la fontana / ha prosciugato la corrente; perché la colomba / si è tagliata la coda; perché l’uccellino / si è tagliato il becchettino; / perché il topolino Pérez / è caduto nella pentola / perché era goloso / di una cipolla, / e la cucarachita / sospira e piange”.
“Allora io, siccome sono regina / mi toglierò questo velo / e ne indosserò uno nero”.
Allora il re domandò alla regina:
“Perché indossi un velo nero?”
“Perché Mariquita / ha rotto la brocca; perché la fonte / ha prosciugato la corrente; perché la colomba / si è tagliata la coda; perché l’uccellino / si è tagliato il becchettino; / perché il topolino Pérez / è caduto nella pentola / perché era goloso / di una cipolla, / e la cucarachita / sospira e piange”.
“Allora io, siccome sono il re, / mi tolgo la corona / e mi metto a correre”.
Correndo e volando, il re arrivò a casa dal medico di palazzo e gli disse: “Dottore, bisogna salvare il topolino Pérez”.
Il medico prese la sua borsetta e in un minuto arrivò a casa della cucarachita Martina. Dietro di lui c’erano il re e la regina, Mariquita, la colomba e l’uccellino. Tra tutti tirarono fuori il topolino Pérez dalla pentola, lo misero a letto e gli dettero un infuso di spinaci e alcune pillole di vitamine che il dottore aveva prescritto. Poco dopo il topolino Pérez aprì gli occhi, starnutì e si mise a sedere sul letto. Quando la cucarachita Martina vide che il suo topolino era sano e salvo, corse in cucina e si mise a fare una colla di amido per riattaccare il becchettino dell’uccellino, la coda della colomba e la brocca di Mariquita.
La regina fu molto contenta e andò subito a cambiare il velo nero con uno colorato. Il re raccolse la sua corona e se la mise di nuovo in testa. E la fontana riprese a far sgorgare acqua e a cantare:
“Questo racconto è entrato per un vicolo dorato ed è uscito per un altro argentato. Ma il tuo, bambino mio, non è ancora cominciato”.
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Note: [1] Da qui in poi, le parole separate da una barra stanno a indicare che, nel testo, il curatore è andato a capo.

Ivan Bececco

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Bibliografia
J. Martí, Fiabe cubane, Livorno 2014.

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