Elda Lanza. Cosa ci lascia una signora leggendaria

Si è spenta ieri, prima del levar del sole, Elda Lanza. La notizia, purtroppo, non ha avuto la larga eco che avrebbe meritato. Ci si è limitati a sottolineare l’età (95 anni, compiuti da un mese circa) e il suo ruolo di apripista per la Rai.

Già: Elda è stata la primissima conduttrice della televisione italiana. E, attenzione, ben due anni prima dell’inizio ufficiale delle trasmissioni. Già dal ’52, infatti, Elda ha sperimentato e inventato la TV, una novità assoluta e dirompente che, come dice(va) lei, le è esplosa in mano.

Non l’educata signorina buonasera, pronta ad annunciare un programma condotto da un uomo. No: prima conduttrice autonoma, da sola, alle prese con scrittori, attori, pensatori, perfino operaie.

Magari perfino con i pantaloni, in una RAI così attenta al buon gusto da non permettere ai conduttori di parlare, per esempio, dei membri del governo.

E qui sta la grande portata di una precoce femminista, coltissima allieva di Simone de Beauvoir, stregata dalla lettura di Il secondo sesso. Non parlava alle donne ma, come amava ricordare, alle signore, alle quali spiegava i diritti del matrimonio e i piaceri della lettura.

Parlava perfino ai ragazzi, scrivendo e conducendo un programma di libri titolato Avventure in libreria: impensabile oggi, perché farebbe spettatori in un numero prossimo alla quantità di figli di Albano, sperimentale ieri, perché rivolto ad un target poco considerato e a proposito di un argomento ostico.


Elda Lanza, prima conduttrice della TV italiana.
Elda Lanza

Dopo vent’anni, l’abbandono. Lei, vicina di chalet di Veronesi – al quale cucinava le lenticchie per Capodanno – e amica di Dario Fo, collega di Noschese e Walter Chiari, lascia il piccolo schermo. E anche questa volta, più avanti di tutti, fonda una società di pubbliche relazioni e comunicazione. Tra Milano e New York, tra parentesi.

Non solo: continua l’attività di scrittura e, da signora di buona società, abbandonata dai genitori e sballotata tra i nonni e un terribile collegio, si reinventa esperta di costume.

Pensate, arriva a insegnare all’Accademia di Osaka, spiegando a queste fanciulle orientali come arrotolare gli spaghetti sulla forchetta e come apparecchiare la tavola all’occidentale.

Già, perché Signori si diventa e Il tovagliolo va a sinistra, due sue bellissime pubblicazioni e motti di vita. Convinta paladina dell’educazione, Elda ha sempre affrontato il suo cammino a testa alta, spiegando che lo charme e l’eleganza sono qualità innate, legate all’empatia. L’etichetta, invece, può essere imparata in ogni momento – quasi un simpatico gioco – un ‘birignao’, diceva lei.

E se il galateo è condivisione, Elda ha condiviso con noi una fiumana di titoli anche negli ultimi anni, quando quasi novantenne s’è accorta di saper scrivere libri gialli. Specificava, però, di non averne mai letti: se avesse chiesto a suo nonno un libro noir, le avrebbe mollato un tomo di Dostoevskij.


Elda Lanza
Tra le prime immagini postate dopo la diagnosi.

La corsa non s’è fermata nemmeno quest’estate, quando ha scoperto di avere un cancro al pancreas.

Giorni fa sono stata ricoverata in clinica per esami. Sembrava una cosa qualsiasi. Non era una cosa qualsiasi: tumore al pancreas. La nostra dottoressa e mio figlio si sono incaricati di dirmelo e non si sono stupiti di vedermi  serena, tranquilla, come di una cosa che stava capitando a me, con qualche attenuante importante: ho novantacinque anni. Sicuramente faccio prima io ad andarmene che a questo indesiderato di crescere e di farmi male. Una gara tra me e lui… vincerò io.

Così ha salutato i lettori di Grey-panther, il blog online per cui scriveva. Sì, perché a novant’anni suonati si può scrivere per un blog, partecipare a trasmissioni TV, pubblicare libri e comunicare con gli amici su Facebook. Basta essere curiosi come lo era lei. Che con l’età non s’è preclusa nulla, senza ricercare una fama televisiva da cariatide del piccolo schermo – come fanno tanti suoi colleghi uomini!

Ha scritto dopo la diagnosi una manciata di libri, che ha sempre definito ‘postumi‘ – anche se ne ha visto una edito proprio qualche settimana fa. Lucida nonostante la malattia se la sia portata via pezzo per pezzo, ci ha insegnato ad andarcene con uno stile tutto suo. Fino all’ultimo, ha raccontato la sua vita ai suoi cari, continuando a proporre nuove idee all’editore.

Elda, rivoluzionaria femminista con un filo di perle e un filo di tacco, come racconta il figlio su Facebook, non lascia un vuoto. Ci lascia immensamente pieni della sua voglia di fare, di cambiare, di mutare.

Di apprezzare il prossimo, di voler mostrare agli altri (e a noi stessi) la nostra faccia migliore. Vivendo con curiosità, con occhi stupiti e spalancati sul mondo, magari anche su un buon libro. Pionieri ad ogni età.


Mattia Barana.

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