Come l’industria cinematografica tenta di sopravvivere al Covid-19

La pandemia scatenatasi con la diffusione del Covid19 sembra ormai destinata a trascinare l’economia mondiale verso una forte recessione. Le potenziali vittime di questa crisi saranno innumerevoli attività e lavoratori, tra tutte spicca però un gigante: l’industria cinematografica

L’industria culturale per eccellenza, nei suoi vari settori, si trova di fronte ad una sfida epocale.

Oltre le sale chiuse, infatti, ci sono molte problematiche legate alle produzioni: riprese bloccate fino a data da destinarsi, migliaia di lavoratori del reparto tecnico rimasti senza impiego, impossibilità di lanciare film ormai pronti e su cui sono state investite ingenti somme.

Ma analizziamo la situazione più nello specifico e vediamo le risposte attuate.


NON SOLO LE STELLE

Questo improvviso stop delle riprese e dei lavori sul set non ha solamente colpito divi e dive, quanto soprattutto una maggioranza silenziosa di operatori tecnici.

Sono infatti, nei soli USA, circa 427300 (fonte Statista.com) le persone impiegate nel mondo del Cinema. Lavoratori che, da un giorno all’altro, si sono trovati senza occupazione e fonti di reddito, necessari al sostentamento personale e delle proprie famiglie.

Inoltre, essendo questi per lo più lavoratori autonomi e freelance, non avranno accesso a coperture o aiuti, né di carattere sanitario né economico.

Sostegno alla categoria è arrivato principalmente da diverse società private: Netflix ha donato ingenti somme ad associazioni per il sostegno del settore audiovisivo. Ma se il congelamento di riprese e lavori di scena dovesse continuare, questi aiuti potrebbero risultare del tutto insufficienti.

La speranza è riposta quindi in una riapertura delle attività, sottoponendole a rigidi controlli sanitari e, soprattutto, nella concessione di maggiori garanzie per questa categoria professionale.


STREAMING O NON STREAMING?

La chiusura delle sale ha impedito il normale rilascio di titoli, portando una grossa perdita alle case produttrici.

Con la distribuzione bloccata, i produttori si sono trovati di fronte una dura scelta, per non perdere i soldi investiti, la pubblicazione in streaming.

Fino ad oggi, la data di rilascio di un film corrispondeva (eccetto per le produzioni dei colossi digitali) al suo lancio nelle sale. Solo dopo 3 mesi il titolo veniva reso disponibile in pay-per-view o su piattaforme per la visione online. Tuttavia, vista l’attuale situazione, questi tempi difficilmente potranno essere rispettati e la pubblicazione diretta online sembra l’unica soluzione.

Questo creerebbe un precedente che, anche a situazione normalizzata, potrebbe portare ad una corrispondenza tra il lancio online e quello nelle sale, a scapito del secondo.

Il primo grande studio cinematografico ad optare per questa scelta è stata la Universal Pictures, che ha annullato il termine di 90 giorni tra il rilascio nei cinema e quello su altre piattaforme. Il colosso gestito dalla NBC ha infatti optato per un innovativo sistema di Pay-per-view con gli ultimi titoli di sua produzione.

Non è da escludere la possibilità che altre compagnie, nell’immediato, seguano il suo esempio.


FESTIVAL INTERROTTI

Per quanto riguarda la stagione dei grandi festival del cinema, le notizie sembrano non essere anche qui delle migliori.

Il Festival di Cannes infatti non verrà svolto nel mese di maggio, come da tradizione, ed il direttore Thierry Frémaux non ha ancora annunciato le nuove date per l’evento.

Qualcosa si sta però muovendo, ed il direttore della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Alberto Barbera, ha annunciato una possibile collaborazione tra i due festival europei.

Una sorta di gemellaggio che potrà permettere di svolgere i due eventi in sinergia e nel rispetto delle norme di sicurezza che dovranno necessariamente essere introdotte.

Anche il Toronto Film Festival sembra avviato verso un ridimensionamento della sua kermesse per il 2020.

Verrà avviata infatti una versione ridotta della mostra canadese: con l’assenza di invitati internazionali e soprattutto il rispetto delle distanze di sicurezza.

Vedremo quindi una versione ibrida che incorporerà l’ausilio delle tecnologie digitali per ampliare la partecipazione straniera.


Enormi cambiamenti sembrano necessari per il mondo del cinema, dopo il Covid19, e le soluzioni più certe sembrano fondarsi sulle tecnologie digitali.

Ma i rischi che queste comportano per il cinema, quale luogo fisico e di aggregazione sociale, sono veramente grandi. Quale sarà l’impatto sulle piccole sale? Che futuro ci sarà per gli impiegati di questa industria se il suo mercato si ridimensionerà come sembra?

Solo il tempo ci mostrerà quali saranno gli effetti, positivi o negativi che siano.


Franco Ferrari

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *