Biella: cosa ci sta succedendo e perché potrebbe capitare anche a voi

Diciamocelo: quante volte vi è capitato di parlare di Biella? Appunto. La città non ha mai goduto di enorme fama. Qualcuno si ricorderà di quegli spot anni ’80 (vienivienivienidaAiazzone), qualcuno conoscerà la lana, qualcuno il Santuario di Oropa. Giusto per dirvelo: la Menabrea tota nostra est.

Per il resto, a Biella non succede mai nulla di particolare. Pochi anni fa, VICE ha fatto un servizio sulle news eclatanti della nostra provincia. Qualche esempio?

  1. Sedicenne cade dalla bici;
  2. Riceve un messaggio e il telefono si blocca. Dopo averlo riavviato, il cellulare funziona di nuovo;
  3. Trovato con 1 grammo di erba;
  4. Tentato furto di biancheria intima per il valore di ben 5 euro.

Insomma, la tranquilla vita provinciale scorre placida ‘tra’l monte e il verdeggiar de’ piani’.


UNA SVOLTA

E niente, il biellese medio è un po’ tirchio, socievole quanto l’orso rappresentato sul gonfalone cittadino e il motto provinciale è “stà cà tua”, resta a casa tua. Insomma, Biella fa meno notizia di Cabot Cove, che tra l’altro è un posto immaginario.

Questo fino alle ultime elezioni amministrative.

Tutto è cominciato con la seguente foto, che forse ricorderete:

Hey baby, I think I wanna marry you

Esatto. State vedendo il candidato sindaco inchinarsi di fronte a Mr. Salvini, in visita elettorale alla città.

Giustamente, ha anche vinto. Ma non per l’inchino, eh. Deve essere stato il baciamano ad aver avuto un effetto miracoloso sul candidato leghista.

Ma passiamo oltre: ognuno ha le proprie passioni e posso capire che, come è successo ad Elisa Isoardi, anche Corradino sia caduto ai piedi dell’ex ministro dell’interno.

Il bello è venuto dopo. Non vi tedio con la vita amministrativa di una cittadina che non riesce nemmeno a dotarsi di un sistema decente di piste ciclabili.

Arriviamo ai motivi per cui siamo ogni mese su qualche testata nazionale: le simpaticissime e felicissime uscite dell’attuale giunta verde.

Che poi, sia chiaro, il problema non è il colore. Mi sembra che, invece, sia una certa mancanza di lucidità e, soprattutto, scarsa coscienza del fatto che, oramai, tutto quello che si dice o si fa può essere veramente molto amplificato. Ma non basta: ci arriviamo tra poco.


GREGGIO-GATE

Ezio Greggio è biellese: aggiungetelo alla lana, alla Menabrea e a Gilardino. Ha frequentato le scuole da noi, ha iniziata a lavorare a TeleBiella, pionieristica TV privata oggi ridotta a uno stato larvale.

Per la precisione, è di Cossato, circa a venti minuti di auto da Biella. Per cui, dargli una cittadinanza onoraria non è simbolico: è pure inutile.

Decidere di assegnargli la cittadinanza onoraria dopo aver rifiutato di darla a Liliana Segre, è veramente assurdo. Come lo è non essere preparati a rispondere di questo fatto davanti alla stampa nazionale ed esclamare, a cose fatte, “Sono un cretino”. Diciamo che l’informazione non ha aggiunto qualcosa di nuovo al dibattito. Lo avevano già pensato in molti.


HERE WE GO AGAIN

Ma smettiamola di prendercela con il povero Claudio Corradino. A dare il proprio contributo a questa serie di astute manovre politiche ci ha pensato il suo vice.

Dopo i risultati elettorali dello scorso 26 gennaio, Mr. Moscarola – siccome sa che FB è un posto dove ogni dichiarazione passa inosservata e certo del fatto che ogni sua frase non sarebbe mai diventata di dominio pubblico – scrive quanto segue:

«Vincere in Emilia è un po’ come quando vuoi trombarti 20 ragazze nuove e, visto che non te la dà nessuna, ti accontenti dell’unica che ormai te la dà da anni»

Un poeta, un pensatore, un fine statista. Uno che esprime in punta di forchetta elaborate riflessioni.

Mi sembra che non ci sia nemmeno bisogno di commentare la frase. Mi interessa quello che c’è dietro: il motivo per il qualche anche la vostra noiosa cittadina di provincia potrebbe fare notizia perché qualche amministratore usa più le dita sul cellulare che i neuroni in testa.

Sembra che ciascuno di noi abbia diritto di dire quello che vuole. Senza badare, però, alle conseguenze. Come se una volta fatta una cretinata, basti semplicemente dire “eh ma sono cretino”. Con quel mezzo stupore fastidiosissimo, poi. Quello di chi quasi è lusingato perché non aveva ben capito che tutti avrebbero letto e commentato le sue decisioni e i suoi commenti.

Insomma: da un lato non si capisce che, oramai, anche queste vicende locali possono far notizia. Dall’altro che, proprio perché è così, non si è legittimati a dire e fare la prima cosa che ci passa per la testa.

Sembrerà banale ma fateci caso. Trump twitta cose che nemmeno i pensionati alla bocciofila di Pianezza si sognerebbero di dire ad alta voce. Non mi sembra nemmeno il caso di fare qualche nome nel nostro paese di persone che dicono o fanno cose assurde, per le quali non ci si scandalizza nemmeno più. Avete appena visto una foto in cui ci si inchina persino alla sua superiorità morale.

Anche perché saranno sostituite da altre amenità in men che non si dica, in un’asta al ribasso intellettuale senza precedenti.

Ecco perché potrebbe succedere anche a voi. Non sono i leghisti di Biella ad essere più sprovveduti di altri. Semplicemente, navigano in un sistema – che forse conoscono, forse no – che li legittima.

E questo dovrebbe farci riflettere.

Ah dimenticavo: la biella-manovella non c’entra nulla con la città.


Mattia Barana.

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