A Christmas Carol: istruzioni per l’uso. Come rileggere un classico natalizio


Il mio Natale Passato, Presente e Futuro.


La domanda è questa: cosa fa del Natale il Natale? Credo e spero che tutti voi che leggete questa rubrica abbiate degli splendidi ricordi del Natale di quando eravate bambini. Io ricordo che tutto quello che facevamo alle elementari diventava a tema natalizio.

Ogni disegno, lavoretto (perché li si chiamasse lavoretti non l’ho mai capito davvero), e compito comprendeva qualche lustrino, stellina, decorazione o porporina sfumata. Ricordo anche un orrendo presepe di pasta di sale, che anche oggi non avrebbe il potere di offendere nessuno, se non il buon gusto.

Ricordare e ricordare e scoprire che nel presente questo ricordo può vivere in noi. Questo è stato il mio primo anno da fuori sede.

Quindi il mio Natale presente è stato tornare a casa, rivedere la mia famiglia, scoprire di non aver sentito lo spirito natalizio finché non sono andata con mia sorella a comprare gli ultimi regali e le ultime cose per il pranzo, che come sempre mia madre aveva dimenticato. Inoltre questo è il mio primo Natale senza neve.

Negli anni a venire, se mi fosse chiesto come immagino il Natale futuro, credo non saprei come rispondere.


A Christmas Carol: un po’ di storia (poca).

Tutto questo parlare di Natale passato, presente e futuro porterà certo i miei lettori a ricordare il celebre racconto di Charles Dickens “A Christmas Carol”. Dickens scrisse questo racconto nel 1843, visto il successo ne pubblicò uno ad argomento natalizio ogni anno, quasi volesse fare un regalo ai propri lettori.

I edizione di A Cristmas Carol, illustrata da John Leech.

La trama del racconto è nota a tutti, se non per il celebre film diretto da David Hugh Jones del 1999 e interpretato da Patrick Stewart e Richard E. Grant, sicuramente per il riadattamento Disney, il mio preferito, dell’83, interpretato da un meraviglioso Zio Paperone nei panni di Scrooge e da un indimenticabile Topolino nel ruolo di Bob Cratchit.

L’ultimo film Disney su A Christmas Carol è di dieci anni fa. Si tratta di un film d’animazione in cui Scrooge è stato calcato sulle movenze e gli atteggiamenti di Jim Carry. Di sicuro è il più brutto dei tre, infatti lo potete vedere senza difficoltà su Youtube.

Pagina introduttiva di Mickey’s Christmas Carol.

La trama che forse non era così scontata

Se la trama non vi fosse nota come ho assunto qualche riga più su, ve la riassumo brevemente ora. Un ricco e avido uomo d’affari, (dal nome impronunciabile) Ebenezer Scrooge, (vi avevo detto che era impronunciabile, d’ora in poi sarà semplicemente Scrooge) passa la propria vita a maltrattare le altre persone e ad arricchirsi sfruttandole. In particolar modo sfrutta il suo dipendente Bob Cratchit, che lavora sotto la soglia del salario minimo e che ha pure un figlio con una gamba sifula.

Per inciso, Dickens è Dickens: la gente deve essere perseguitata dalla sfiga, soffrire molto, molto, molto e essere magra e rattoppata.

Dunque Scrooge riceve la visita di quattro spiriti. Il primo è il suo antico collaboratore, Jacob Marley, morto sette anni prima. Marley è schiavo delle catene che si è procurato in vita, fatte di avarizia e egoismo.

Per queste ragioni è costretto a vagare nel mondo dei vivi, avendo costantemente davanti agli occhi quello che poteva fare e che non ha fatto. Marley annuncia a Scrooge che avrebbe ricevuto la visita di tre spiriti che gli avrebbero fatto capire il valore del Natale.

I tre spiriti che visitano Scrooge sono agghindati come meglio non si potrebbe per far capire al lettore il loro significato allegorico.

Il primo spirito è quello del Natale Passato, ha la fronte luminosa e permette a Scrooge di far luce sul suo passato, è lo spirito del ricordo.

Il secondo è lo Spirito del Natale Presente, grosso e corpulento, dotato di una torcia magica che dona spirito natalizio a chi lo incontra. Grazie a lui, Scrooge scopre che nonostante il suo pessimo carattere e la sua misantropia, le persone gli vogliono bene.

L’ultimo spirito è quello del Natale Futuro, impersonificato dallo Spirito della Morte, il quale mostra a Scrooge che se questi avesse continuato con il suo comportamento perfido sarebbe morto da solo.

Non che al vecchio Scrooge questo potesse importare, ma al nuovo Scrooge la solitudine, la tristezza e la sua bassezza fanno male, per cui decide di redimersi facendo delle buone azioni nei confronti di chi lo circonda (alza pure il salario minimo di Bob e senza sindacati! Se non è spirito natalizio questo …)


Ogni occasione persa è perduta

Al di là del cinismo di chi scrive questo articolo, c’è un significato che va oltre i sindacati, oltre la critica alla società e oltre al fatto che Dickens mostri ancora una volta quanto sia più facile essere caritatevoli che giusti.

C’è un tempo in cui possiamo cambiare e un tempo in cui non è più possibile. Per dirlo come lo direbbe Marley, la vera condanna è che “non c’è durata di rammarico la quale ci assolva dalle occasioni perdute nella vita.


Come rileggere A Christmas Carol

Un’occasione che non dovete perdere è quella di leggere “A Christmas Carol”. Per capire davvero un racconto come questo è necessario leggerlo ad alta voce a qualcuno di speciale.

Carol vuol dire questo, è un canto e un racconto insieme, un momento di condivisione con qualcuno che non vi dovete perdere.

Buon Natale!


Veronica Ragozzi

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